L’esodo centroamericano e la teoria del complotto
@lhan55 Luis Hernández Navarro
Invece di tentare di comprender in tutta la loro complessità i fattori che hanno scatenato la serie di carovane di migranti centroamericani iniziata lo scorso 12 ottobre a San Pedro Sula, Honduras, alcuni analisti e figure politiche li hanno spiegati come il prodotto di cospirazioni. Si tratta, assicurano, di un esodo provocato intenzionalmente per influire sulla congiuntura politica statunitense.
Secondo alcuni, siamo di fronte ad una manovra del governo di Donald Trump per favorire l’elezione dei candidati del Partito Repubblicano, riguardo alle elezioni negli Stati Uniti del 6 novembre scorso, alimentando l’isteria antimigrante. Secondo altri, è una manipolazione del miliardario speculatore finanziario ungherese George Soros per appoggiare i democratici statunitensi. E, a dire del vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, è stato promosso da gruppi di sinistra in Honduras finanziati dal Venezuela e mandati al nord per sfidare la nostra sovranità e la nostra frontiera.
Sebbene le tre denunce siano diametralmente opposte, coincidono in un fatto: nessuna riconosce ai migranti la capacità di decidere da se stessi l’esercizio del diritto di fuga, di organizzarsi e fissare i propri obiettivi. Tutti condividono come elemento centrale della sua spiegazione che si tratta non di un atto sovrano di cittadini centroamericani di fronte ad una situazione estrema, ma di una cospirazione politica.
Curiosamente, nessuna di esse fornisce una sola evidenza di peso che dimostri le sue affermazioni. Le tre teorie sono il risultato di speculazioni, deduzioni senza supporto o vere e proprie bugie. Al contrario, le documentate cronache e reportage di giornalisti seri di diversi mezzi di comunicazione e nazionalità come Blanche Petrich, Alberto Pradilla, Maya Averbuch, Mónica Campos, Nina Lakhani, Jeff Ernst, Sarah Kinosian e Javier García dimostrano che le carovane sono opera genuina di uomini, donne e bambini che fuggono dal terrore, dalla miseria e dalla mancanza di prospettive, alla ricerca del sogno americano.
Tra chi formula interpretazioni cospirazioniste dell’esodo, ci sono sia giornalisti che difensori dei diritti umani. Alcuni fanno queste dichiarazioni per ottenere un riscontro politico dalla tragedia. Altri le lanciano nel clima di pregiudizio, disinformazione e pigrizia intellettuale. Altri ancora sembrano sconcertati davanti ad un atto politico innovativo e di enormi dimensioni o alla perdita di protagonismo.
Diverse opinioni risultano sorprendenti. Per esempio, quelle del sacerdote Alejandro Solalinde, che ha dedicato buona parte della sua vita alla difesa dei migranti centroamericani. Lo scorso 23 ottobre, nel momento più algido della prima carovana, il religioso ha diffuso due twit che sembrano opera dei suoi nemici. Nel primo afferma: “Tutto sembra indicare che l’esodo migratorio onduregno, sia stato provocato dai servizi statunitensi, attraverso tecniche di rumor, con obiettivi elettorali, e così incolpare i democratici, il Messico, e mostrare Trump come il salvatore da questa ‘invasione’. Che genio!”
Fortemente criticato in rete, è sprofondato ancor di più nel fango dicendo: Una prova della mia denuncia degli Stati Uniti come responsabili dell’esodo migratorio onduregno, è che la tecnica del rumor in Honduras funziona. Nel 2014 ha provocato la crisi umanitaria dei minorenni non accompagnati. Le via crucis sono in Settimana Santa, non in periodo elettorale degli Stati Uniti.
Ovviamente, Solalinde non ha presentato una sola prova delle sue accuse. Sono pura speculazione senza fondamento. Non sta scritto da nessuna parte, come egli assicura, che le via crucis debbano essere in Settimana Santa, per non aver paura e tirare fuori il meglio dal suo cuore. Siamo un paese generoso e solidale. I nostri fratelli del sud hanno bisogno di noi. Non abbiate paura! Se sapeste in che condizioni è l’Honduras! ha scritto.
La denuncia contro il magnate Soros è stata formulata, tra gli altri, dal congressista repubblicano Matt Gaetz, che ha diffuso un video in cui si vede un gruppo di persone che dà denaro ad alcuni migranti della carovana. L’informazione è stata smentita da Scopes e The New York Times. Il denaro che ricevono i migranti nel video era stata la donazione solidale degli abitanti di Chiquimula, in Guatemala.
Ovviamente, gli Stati Uniti hanno responsabilità nell’irruzione delle carovane migranti. Ma per cause diverse da quelle che brandiscono i cospirazionisti. Da più di un secolo Washington ha trasformato la regione nel suo cortile di casa. Ha frenato a ferro e fuoco la vocazione emancipatrice dei suoi popoli. Ha favorito colpi di Stato ed imposto autocrati. Ha saccheggiato le sue ricchezze naturali e sfruttato la sua manodopera. Chi oggi fugge dai propri paesi alla ricerca del sogno americano lo fa lasciandosi dietro le rovine fabbricate dall’impero. https://www.jornada.com.mx/2018/11/13/opinion/019a1pol#
Twitter: @lhan55
Rispondi