Feeds:
Articoli
Commenti

Archive for aprile 2015

 01

Nel dolore e nella rabbia: l’EuroCarovana43 per Ayoztinapa a Milano

 Pubblicato il 29 aprile 2015

di Alessandro Peregalli*

Uno, dos, tres, cuatro, cinco, seis… La conta più ripetuta del Messico, quella che arriva a quarantatré ed è il grido di rabbia, di dolore e di lotta che da sette mesi investe il paese come un uragano: è stato scandito più volte martedì scorso a Milano, davanti agli sguardi increduli dei passanti. In piazza San Babila, in metropolitana, al parco di Trenno, al festival di Partigiani In Ogni Quartiere. In una città che ribolle di tensione in vista delle cinque giornate di contestazione No Expo del 29 aprile-3 maggio è arrivata la delegazione di Ayotzinapa, l’EuroCarovana43, a raccontare la sua storia di dolore e di lotta per la vita contro quello stesso sistema che mentre a Milano dal primo maggio celebrerà se stesso, nelle città e nelle province messicane e del Terzo Mondo è sinonimo, sempre di più, di assassinii, spoliazione, sparizioni forzate. Un sistema che – come ha ricordato Omar, uno dei tre membri della delegazione – non affligge in modo diverso tanto gli studenti normalisti e i tanti desaparecidos in Messico quanto quei migranti che di tanto in tanto trasformano il mar Mediterraneo in un’ecatombe.

Siete, ocho, nueve, diez, once, doce, trece… L’appuntamento era alle 15.30, in corso Matteotti, a due passi dal Duomo, di fronte al consolato messicano. Più di cento persone hanno dato il benvenuto a Omar, Eleucadio e Ramon, rispettivamente uno studente sopravvissuto la tragica notte di Iguala del 26 settembre, il padre di uno dei 43 desaparecidos e un attivista per i diritti umani. Hanno già attraversato mezza Europa, portando in tutti i paesi un messaggio e una responsabilità che pesano come un macigno e all’indomani sarebbero partiti alla volta di Roma. Tra le persone presenti, collettivi politici e studenteschi milanesi (tra cui il C.S. Cantiere, SOY Mendel e Casa Loca), associazioni di solidarietà con l’America latina e i suoi popoli in lotta come quelli mapuche e zapatista, le Ya Basta venete, il gruppo Bologna per Ayotzinapa e il Comitato Chiapas Maribel Bergamo. Sì, perché per precisa volontà del movimento di Ayotzinapa – come ci ricorda Omar – la Carovana invece di cercare il contatto con los de arriba (le istituzioni europee, i poteri costituiti, i capi di governo, i media mainstream), ha preferito incontrare e tessere relazioni con quelli come loro, con los de abajo: collettivi, radio libere, gruppi autogestiti. E a partire da questa saldatura con le lotte che attraversano i nostri territori reclamare con più forza la aparición con vida dei 43, che resta a più di sette mesi dalla loro scomparsa l’obiettivo principale del movimento.

Sono stati più d’uno i curiosi che si sono fermati ad applaudire, davanti al consolato messicano, mentre si susseguivano gli interventi e gli slogan: Ayotzinapa vive, la lucha sigue! e vivos se los llevaron, vivos los queremos! i più comuni. Di fronte all’edificio, nel frattempo, è stata attaccata una bandiera messicana a lutto, tricolore nero bianco nero, a testimoniare il grado di disperazione in cui versa un paese in cui narcos e Stato sono la stessa cosa, in cui regna l’impunità di politici, mafiosi e uomini d’affari mentre, come dice Eleucadio “per noi, i contadini, i poveri, non c’è giustizia alcuna”.

Finito il rumoroso presidio, tutti in corteo improvvisato, dietro allo striscione, a urlare alla cittadinanza che “Peña Nieto è un assassino” e che “Europa e Italia sono complici”. Già, complici. Per non aver detto nulla in sette mesi, in ossequio a un presidente messicano che sta portando avanti una serie di riforme strutturali neoliberiste, di privatizzazione e saccheggio dei beni comuni, che molti governi del cosiddetto “Primo Mondo” prendono ad esempio, a partire dal governo italiano. Complici perché, sebbene negli importanti accordi commerciali Messico-U.E. vi sia una “clausola democratica” che dovrebbe rendere tali accordi nulli nel momento in cui si verificassero gravi violazioni dei diritti umani da parte di uno dei contraenti, ciò è rimasto semplicemente lettera morta, per via, sembra, di fortissime pressioni diplomatiche e della triste realtà per cui, nel capitalismo neo-liberista, i diritti umani esistono fino a che non intaccano gli interessi del capitale. E complici perchè, al pari degli Stati Uniti, alcuni paesi europei traggono ingenti profitti dalla vendita di armi in Messico, sostenendo così attivamente una narco-guerra che negli ultimi otto anni ha già prodotto più di 100.000 morti e 30.000 desaparecidos.

Al termine del presidio, la giornata di incontro con l’EuroCarovana43 è continuata al parco di Trenno, proprio dove a partire dal 30 aprile prenderà il via il campeggio No Expo. Dopo una cena messicana benefit, il momento più significativo è stato l’incontro pubblico finale, in cui ammassati in centinaia dentro un capannone, i compagni messicani ci hanno raccontato la loro storia straziante e la loro lotta generosa. Non è facile descrivere, senza abbandonarsi alla commozione, il racconto di un contadino di caffè che ha lavorato tutta la vita il doppio per permettere a suo figlio di fare la carriera scolastica fino alle superiori in una scuola Normal Rural (che forma i maestri di scuola nelle comunità contadine) per vederselo portare via da uno Stato fattosi criminalità organizzata; non è facile riportare il senso delle parole di uno studente sopravvissuto a un massacro, e che i suoi compagni di scuola andrà avanti a cercarli “fino all’inferno, se occorrerà”, e che assicura che le intimidazioni e la repressione non lo fermeranno, perchè la sola cosa che potrà farlo è la morte; e non è immediato nemmeno capire, da parte nostra, il senso profondo del concetto di comunità che si apprende “non dai libri, ma dal contesto e dalla pratica”, alla scuola normale rurale di Ayotzinapa. Alla fine, la netta sensazione è che la loro visita sia servita a noi almeno quanto possa essere stata utile a loro. E’ stato nella dimensione profondamente umana dell’incontro che abbiamo potuto dare un senso nuovo alla solidarietà internazionale e alla circolazione delle lotte. Lo ha dimostrato il coro unanime che ha scandito per l’ennesima volta, al termine di una giornata forte e densa, la conta: … treinta y ocho, treinta y nueve, cuarenta, cuarenta y uno, cuarenta y dos, cuarenta y tres, justicia!

http://www.carmillaonline.com/2015/04/29/nel-dolore-e-nella-rabbia-leurocarovana43-per-ayoztinapa-a-milano/

[*Le foto sono di Cristiano Capuano]

Link: Cronache dal presidio del 29 aprile a Roma

Fotogalleria dell’ #EuroCaravana43 a Milano

Video

Video

Foto Roma

Read Full Post »

micio

Rapporto sulle Iscrizioni al Seminario “Il Pensiero Critico di fronte all’Idra Capitalista” SupGaleano

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

MESSICO

21 aprile 2015

Ai compagn@ della Sexta:

Ai presunt@ partecipanti al Seminario “Il Pensiero Critico di fronte all’Idra Capitalista”:

Vi informiamo che:

Al 21 aprile 2015 si sono registrati per assistere al seminario “Il Pensiero Critico di fronte all’Idra Capitalista” circa 1.074 uomini, donne, otroas, bambine, bambini, anziani, anziane del Messico e del mondo. Di questi:

558 persone sono aderenti alla Sexta.

430 persone non sono aderenti alla Sexta.

82 persone dicono di essere di media liberi, autonomi, indipendenti, alternativi o come si dica.

4 persone sono di mezzi di comunicazione prezzolati (solo una persona dei media prezzolati, una delle tre patrocinate dal governo statale del Chiapas per infangare il nome del compa maestro zapatista Galeano e presentare i suoi assassini come vittime, è stata respinta).

Orbene, non sappiamo se tra queste 1.074 persone che si sono registrate fino ad ora ci sia qualcuno che si sia confuso e pensi di essersi registrato al matrimonio della señorita Anahí (sembra che sposi qualcuno del Chiapas, non so, da queste parti la politica e la commedia si confondono… Ah!, anche lì? Non mi dite!). Bene, vi dò questo dato perché sono molte più di quelle che avevamo previsto che assistessero al semenzaio. Naturalmente, ora il problema è per la banda del CIDECI, quindi, coraggio!

Cosa? Se potete ancora registrarvi? Credo di sì, non so. Interrogato al riguardo da Los Tercios Compas, il dottor Raymundo ha dichiarato: “non c’è problema, comunque, chi poi sta attento sono molti meno“. Ok, ok, ok, non è quello che ha detto, ma nel contesto avrebbe potuto dirlo. Inoltre, il doc nemmeno sa quante persone arriveranno al CIDECI.

In ogni caso, se siete assort@ dall’elevata qualità campagne elettorali e state riflettendo profondamente sulle evanescenti proposte de@ candidat@, non dovreste perdere il vostro tempo su questa cosa del pensiero critico.

Bene, non dimenticate lo spazzolino da denti, sapone e qualcosa per pettinarvi.

Dalla portineria del semenzaio, alla ricerca del gatto-cane.

SupGaleano

Messico, Aprile 2015

 

Il Gatto-Cane nella chat di “Assistenza zapatista al cliente antizapatista”:

(Siete in linea, un nostr@ consulente vi assisterà tra un attimo. Se tarda, è perché è l’ora del pozol. Grazie per la pazienza)

micio

 

 

– Pronto?

micio

 

 

– Senta, voglio registrarmi.

miciomicio

 

 

– Ma, c’è ancora posto?

micio

 

– Beh, perché vorrei un posto molto vicino al palco, capisce?

micio

 

 

– E senta, c’è la possibilità di un selfie, autografi, etc.?

miciomicio

 

 

– Senta, alla registrazione ti danno qualcosa come un bonus.

micio

 

 

– Come?! Non è qui che ci si prenota per il concerto di Juan Gabriel?

micio

 

 

– Lo sapevo! L’avevo detto al gruppo che se non ci sbrigavamo non avremmo trovato posto.

micio

 

 

– Va bene, senta, se non ci sono più posti per Juan Gabriel, come siamo messi per Jaime Maussan.

micio

 

 

– Nemmeno per Maussan ci sono posti?! Va bene, allora mi dica dove ci sono ancora dei posti liberi.

micio

 

 

– Wow! Ve la tirate davvero da postmoderni! Da metaFukuyama e tutto il resto!

micio

 

 

– Senta, mi lasci dire che a postmodernismo, nessuno batte José Alfredo Jiménez col suo ormai classico aforisma “la vita non vale niente”. Questi sono botti e non sciocchezze come il nichilismo con preservativi ed assorbenti femminili colorati.

micio

 

 

– Senta, quello che davvero è importante è un sano pragmatismo. Cioè con un buon copione, mi capisce? Per esempio, Araña che tesse alleanze inconfessabili, Meñique che investe soldi in vari “scenari”, la sinistra istituzionale che dubita tra essere di sinistra o essere istituzionale, Laura Bozzo dell’avanguardia del proletariato che pontifica, corpi nudi e snelli a ricordare la cellulite e le smagliature, Kirkman che dice che il fascismo è la miglior opzione in tempi di crisi, Rick e Carol uguale, Tyron che scambia la Cercei per la Khaleesi, il “giornalismo di indagine” che cerca chi gli faccia il lavoro con la consegna “tu denuncia, poi noi vediamo se si può vendere”. Sì, ciò di cui Alejandría ha bisogno è meno latino ed afroamericani, e più Justin Bieber e Miley Cyrus. Perfino quegli stronzi dei dragones hanno cambiato partito politico e gli Stark hanno problemi con la registrazione. E poi il Mance Rider che ha voluto buttarsi nell’ondata libertaria e quelle cose lì, e l’hanno attaccato perché non ha voluto andare a votare. Ah, ma nel gioco dei troni, quello che vince va all’Isola dei Famosi. Quali Sette Regni, niente di niente! L’inverno si avvicina e “La Banca di Ferro ottiene quello che gli appartiene”.

micio

 

 

– Le darei altre dritte, ma la lascio nel dubbio.

micio

 

 

– Senta, è sicuro che non ci sia più posto? Nemmeno per Neil Diamond? La Sonora Santanera? Nemmeno per Arjona?

micio

 

 

– Mi sorge un dubbio: non è qui dove si prenotano i posti per spettacoli, cinema, teatro, concerti, cabaret, campagne elettorali, Don Francisco, circhi con animali, candidature, reality, spot verdi su schermo Imax, “Pare de Sufrir” a carico del contribuente, perdi peso trotterellando fino alle urne?

micio

 

 

– Lo sapevo! Maledetti Peñabots! Certamente siete astensionisti! Non capite che fate il gioco della destra? Non vedete i grandi progressi dei governi progressisti nel mondo? Di sicuro lei è in affitto o ha la casa ipotecata. Un@ qui, con casa di proprietà, che si sforza di orientarvi e guidarvi, e voi invece sadomasochisti! Ma mangiatevi il panino con la salmonella! Lì c’è il vostro unlaic, mute, block e unfolou! Ed ora vediamo come riuscite a campare!

micio

 

 

 

micio

 

 

 

micio

 

 

 

(L’utente ha staccato la linea. La chat è chiusa. Fine della trasmissione).

(…)

(rumore di un liquido versato)

(…)

(voce in off): Chi ha versato pozol aspro sulla tastiera?! Ve l’ho già detto di non lasciare avvicinare al computer il gatto-cane! Ma se lo prendo, gliela faccio vedere io!

In fede.

SupGaleano

micio

 

guau! miau! (e viceversa).

Testo originale

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

Read Full Post »

SAM_12751-660x330

Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas: Ancora minacce contro i profughi di Primero de Agosto
http://chiapasdenuncia.blogspot.mx/2015/04/desplazados-de-primero-de-agosto.html

Ai media liberi, autonomi, comunitari, indipendenti
Alla stampa nazionale e internazionale
Alla società civile

Le famiglie dei profughi di Primero de Agosto, nel municipio di Las Margaritas, Chiapas, denunciano di essere stati oggetto di minacce nel loro accampamento: il 9 aprile pomeriggio sono stati sparati colpi d’arma da fuoco contro il loro accampamento; il 10 aprile sono stati minacciati Antonio Méndez Pérez e sua moglie Antonia López Pérez e si è verificato un furto “nella casa di Francisco Méndez Pérez (ejidatario solidale e profugo a causa di minacce di morte e sequestro).

Le donne dell’accampamento si stanno ammalando per le nuove minacce di aggressione, inoltre i bambini soffrono di tosse, febbre, dolori addominali, emicranie e tifo. Per tutto questo chiedono di poter tornare immediatamente nelle proprie case, chiedono giustizia ed il risarcimento dei danni subiti. Accusano di quello che potrebbe succedere il governo dello stato, i dirigenti della CIOAC-storica e le autorità di Miguel Hidalgo.
Grazie per la diffusione della presente denuncia
————————

Desplazados de Primero de Agosto denuncian amenazas en su campamento
http://chiapasdenuncia.blogspot.mx/2015/04/desplazados-de-primero-de-agosto.html

————————
Comunicación Social
Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas AC
Brasil 14
Barrio de Mexicanos
29240 San Cristóbal de Las Casas
Chiapas
México
tel: (+52)(967)678 7395
comunicacion@frayba.org.mx
http://www.frayba.org.mx
chiapasdenuncia.blogspot.mx

Read Full Post »

ayotzinapa7Milano 28 aprile, Parco di Trenno: Una Delegazione della Scuola Normale Rurale di Ayotzinapa percorre le strade d’Europa per esigere la presentazione con vita dei 43 studenti scomparsi

La delegazione di Ayotzinapa sarà a Milano il 28 aprile 2015 ed insieme a varie realtà di solidarietà e di lotta, parteciperà:

– alle ore 14, a un presidio davanti al Consolato Messicano a Milano, Corso Matteotti 1,

– alle ore 20, a un incontro pubblico con i cittadini e le organizzazioni sensibili ai temi dell’antifascismo e della difesa del territorio, al Parco di Trenno, sotto il tendone di “Partigiani in ogni quartiere”.

L’incontro sarà preceduto da una cena organizzata anche allo scopo di raccogliere fondi per sostenere finanziariamente il tour europeo della delegazione.

L’orrore di quanto accadde il 26 settembre 2014 nella città di Iguala, stato di Guerrero, Messico non potrà mai essere dimenticato. Quel giorno, decine di studenti della Scuola Normale Rurale di Ayotzinapa stavano percorrendo le strade di Iguala per preparare le manifestazioni che dovevano ricordare il massacro di Tlatelolco (dove, il 2 di ottobre 1968, centinaia di studenti vennero uccisi dall’esercito a Città del Messico). Le autorità locali, contrarie alla manifestazione, scatenarono la polizia locale che dapprima massacrò 6 studenti, poi ne sequestrò altri 43, che vennero subito consegnati all’organizzazione di narcotrafficanti con cui sono collusi da tempo il sindaco di Iguala e il governatore dello stato di Guerrero. La cattura degli studenti fu un’operazione durata una intera notte e portata avanti dalla polizia locale, dall’esercito federale messicano e da narcotrafficanti. Dei 43 studenti scomparsi, di uno solo sono stati trovati i probabili resti. Dopo quei fatti molti parlano dello stato messicano come di un “narco-stato” dove le istituzioni ufficiali collaborano e si confondono con il grande business del narcotraffico.

Successivamente il Messico venne scosso da numerose manifestazioni, tutte duramente represse dal “narco-governo” messicano. Le carceri in Messico sono oggi piene di oppositori, la cui unica colpa e quella di chiedere giustizia non solo per i 43 studenti scomparsi e i 6 uccisi ma anche per i più di 130000 morti e i 35000 scomparsi nella cosiddetta guerra al narcotraffico che fu iniziata in Messico nel 2006 da Felipe Calderòn.

Il movimento portato avanti dai compagni degli studenti e genitori della Scuola Normale Rurale di Ayotzinapa ha incontrato l’appoggio e il rispetto dello stesso Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. In occasione del Festival Mondiale delle Resistenze e delle Ribellioni contro il Capitalismo organizzato nel dicembre 2014 e gennaio 2015 dallo stesso EZLN insieme al CNI (Congresso Nazionale Indigeno), l’EZLN ha offerto alla delegazione dei genitori e studenti di Ayotzinapa il suo posto nel Festival, scegliendo di lasciare in primo piano le loro parole invece che quelle degli zapatisti.

Nel quadro di tutto ciò, una commissione della Scuola Normale Rurale di Ayotzinapa, composta da uno studente, un padre di famiglia e un difensore dei diritti umani, arriverà in Europa il giorno 16 aprile 2015. Visiterà varie città di 13 paesi europei, per tornare in Messico il 19 maggio.

La delegazione incontrerà comunità studentesche, movimenti, collettivi, organizzazioni sociali e sindacali; insomma l’Europa che sta in basso a sinistra, per informarla su come prosegue la lotta, per costringere il corrotto governo messicano a rispondere alle proprie responsabilità. Oggi il governo di Peña Nieto insiste ad affermare che i resti dei 43 studenti non possono essere recuperati in nessun modo, senza fornire alcuna evidenza del loro assassinio. In realtà si tratta solo un cinico espediente per non investigare oltre e non punire i responsabili dell’orrore di Iguala.

Gli incontri che vedranno protagonista la commissione di Ayotzinapa dovranno servire a mantenere viva l’attenzione internazionale sulle gravi violazioni dei diritti umani che attualmente avvengono in Messico. Serviranno inoltre a esercitare pressioni sul governo messicano affinché metta fine alla dura repressione che porta ancora avanti contro gli studenti, contro i genitori dei 43 normalisti e contro il movimento sociale che chiede la presentazione con vita degli scomparsi. Infine si propone di far risaltare la responsabilità dei governi europei, che appoggiando il governo messicano si fanno complici del traffico di armi e droga su cui governo e classi dominanti messicane prosperano.

Durante la visita europea verranno organizzate manifestazioni e presidi di fronte ad ambasciate e consolati messicani, incontri e dibattiti in università e organizzazioni dal basso per ricordare e condividere l’esperienza di sette mesi di organizzazione e di lotta contro i crimini del “narco-stato” messicano. La delegazione messicana chiederà alla società civile europea un appoggio al processo organizzativo della Scuola Normale Rurale di Ayotzinapa. Prima della partenza della delegazione Omar Garcia, del Comitato Studentesco di Ayotzinapa, ha dichiarato: “Siamo alla ricerca di garanzie reali affinché non si ripeta quanto accaduto ma questo dobbiamo costruirlo tra noi stessi, con il popolo e le comunità, insieme con le organizzazioni sociali e i collettivi perché queste garanzie non possiamo chiederle alle stesse istituzioni governative responsabili delle violazioni dei diritti umani”.

Dopo Milano, la delegazione di Ayotzinapa proseguirà per Roma il 29 aprile.

GIUSTIZIA PER GLI STUDENTI DI AYOTZINAPA

VIVI LI HANNO SEQUESTRATI, VIVI VOGLIAMO RIVEDERE I 43 STUDENTI SCOMPARSI

LIBERTÁ PER GLI OPPOSITORI SOCIALI CHE DENUNCIANO I CRIMINI DEL NARCO-STATO MESSICANO

Progetto Libertario Flores Magon, Cs Cantiere, Spazio di Mutuo Soccorso, #20zln, S.O.Y. Mendel, Ass Ya Basta Milano, Ass Ya Basta Trento, Ass Ya Basta Venezia, Ass Ya Basta Treviso, Ass Ya Basta – Caminantes Padova, Comitato Chiapas “Maribel” Bergamo, Csa Paci Paciana Bergamo, Circolo Barrio Campagnola Bergamo, Bologna per Ayotzinapa, Villalta Rozzano, Rete Partigiani in Ogni Quartiere, Collettivo Biccocca, Csa Baraonda, CS Casa Loca, Comunidad de los Pueblos de la Pachamama, Rete in Difesa del Popolo Mapuche, Rimake.  

Read Full Post »

 Perché così seri?

(01001101 01110101 01100011 01101000 01100001 01110011 00100000 01000111 01110010 01100001 01100011 01101001 01100001 01110011 00100000 01000011 01101111 01101101 01110000 01100001 01110011 (nota: tradurre codice binario)

Aprile 2015

Non sapevamo niente di queste cose. Abbiamo imparato. Più o meno ce l’hanno spiegato. Ma ci abbiamo capito ancora meno. Ma poi, come si suol dire, “abbiamo afferrato il concetto”. Cioè, non abbiamo capito niente di niente. Ma solo che siamo stati vittime di un attacco informatico di “alto livello”. Naturalmente abbiamo fatto la faccia di quelli che “nessun problema”, “adotteremo le misure adeguate”, “arriveremo fino in fondo a questa faccenda”. Ma, in verità, ci siamo chiesti se questo non fosse dovuto a tutti i nostri “click” sulla pagina web per far aumentare il numero di visitatori. “Qualche entusiasta del mouse”, abbiamo pensato. Ma questo è confidenziale, quindi vi saremmo grati se non lo rendeste di dominio pubblico.

Ci hanno poi detto che solo negli Stati Uniti si calcola che il costo medio annuale in cyber-attacchi è stato di 12,7 milioni di dollari nel 2014. Non abbiamo capito, mi riferisco alla quantità. Ce l’hanno spiegato. Allora siamo andati nel panico e siamo corsi a controllare se le nostre riserve di pozol fossero diminuite. Niente. “Livello stabile”, ha detto la guardia (vuol dire che ce n’è a sufficienza per gli omaggi ed il seminario). Fino a qui, tutto bene. Il problema è stato che per festeggiare il fatto che l’attacco informatico non era riuscito a penetrare le solide volte dove conserviamo “l’oro del secolo LXIX”, abbiamo fatto festa con balli e musica elettronica dei dj della comunità. Risultato? Le riserve strategiche si sono significativamente abbassate ed ora bisogna rimpinguarle.

Ma, come si dice, ora è ufficiale: il neozapatismo è entrato nel XXI° secolo. Ok, ok, ok, c’abbiamo messo un po’, ma considerate che siamo solo nel 2015.

Pensavate che l’immagine del Messico moderno fosse lo shopping a Beverly Hills, i viaggi in elicottero o uno spot elettorale? Wrong! 404 Error! Erreur! Fehler! O?????!

La pagina dell’ezetaelene ha ricevuto un attacco i-n-f-o-r-m-a-t-i-c-o!

Ok, ok, ok, non sappiamo bene che cosa vuol dire (noi, così premoderni, abituati solo agli attacchi di soldati, poliziotti, paramilitari e caga-inchiostro vari), ma suona così alla moda, così elegante, così di classe, da primo mondo.

Credevo che non sarebbe mai arrivato questo giorno! Sony, Microsoft e Apple, crepate di invidia! Obama, Putin e Merkel, schiattate di gelosia! Wallmart, Carrefour, Tesco e Metro, torcetevi di rabbia! Samsung, LG e Motorola, rifornitevi di antiacido! Strozzatevi di cola, cibo spazzatura e fast food! Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale ed Organizzazione Mondiale del Commercio, non nascondete la vostra umiliazione!

La prendiamo per quello che è: un minimo omaggio alla nostra umile e silenziosa opera di “cliccare” sulla pagina per far aumentare il “traffico web” e ricevere così dei soldi dalla raccolta pubblicitaria per corsi di auto-stima, lezioni di lingue elfico, dohtraki, alto valyrio, klingon e na´vi e, naturalmente, offerte “online” del “Huarache Veloz“.

Ma in realtà ed alla Realidad, tutto questo non è altro che il pretesto per mandarvi un abbraccio e dirvi:

Grazie alla banda, la plebe, la crew, il barrio, la carnalada, la fratellanza, i compa o como si dica, che hanno dato una mano, un sostegno, un backup, e che in questi giorni, “hanno replicato” il contenuto nelle loro pagine, tweet, facebook e nelle chat più vicine ai loro cuori. Siccome è sicuro che questo si ripresenterà, vogliamo ribadire: Grazie (per favore usare il metodo scientifico del “copia e incolla” di questo ringraziamento, perché non sarà l’ultima volta).

Dalla cyber-portineria, proteggendosi con l’iper moderno firewall Pozolware 6.9.

Il SupGaleano, mentre litiga col gatto-cane per i diritti di copyleft.

(Naaah, è per i popcorn… sono arrivato prima io!)

Messico, Aprile 2015

Dal quaderno di appunti del Gatto-Cane:

Cercando a chi dare la colpa:

– Ipotesi in modalità “Isteria Moderata”: Senza dubbio sono stati i rettiliani-millenari-illuminati-narcomondialisti-partiti-elettorali.

– Ipotesi in modalità “Alta Politica Misogina”: È stato Frank Underwood, mal consigliato da Claire… Ok, ok, ok, da Petrov, allora?

gato-perro

– Rapporto del Big Brother, ricevuto dal Pentagono: (Sintesi delle osservazioni dalla “Situation Room” della “East Wing” dell’Esagono Zapatista. Rapporto: Sistema Echelon. 7 aprile 2015. 2330 ora zulu): “Le opinioni erano discordanti: alcuni dicevano che l’attacco era nostro – il Pentagono -. Altri del Cremlino. Qualcun altro ha detto Buckingham Palace, il Palazzo di Ferro, Liverpool o Sears. Nessuno ha detto la Torre Eiffel (cosa che ha tranquillizzato tutti, perché erano preoccupati per i loro compas di Tameratong).

Qualcuno amareggiato ha dichiarato che la nuova stagione de Il Trono di Spade non sarà affatto buona. Un personaggio indescrivibile, simile ad un cane… o un gatto… o viceversa, ha tirato fuori un cartello con su scritto: Presto sarà inaugurata la sezione “Spoiler Alert”.

Sembrava che si arrivasse ad un accordo quando si è sentito il suono di una marimba. Nell’audio le voci si fanno confuse e si riesce solo a distinguere il grido: “Pozol Aspro!“. Deve essere uno segnale di allarme perché la “Situation Room” e tutta l’ala est del complesso resta deserta.

(fine del rapporto che dimostra che tutto il bilancio destinato ai servizi di spionaggio sono soldi buttati nella spazzatura del cyber-spazio).

– Sezione “C’è un Trending Topic nel vostro futuro”. Suggerimenti per hashtag solidali:

#wewantbacklapáginadelezetaeleeneaunqueyanosregistramos

#lapáginadeenlacezapatistasequedaonlainysilatirannoshaceelparolabanda

#quelapaginadeenlacezapatistaosealabitacoradelacomisiónsextadelezlnnoseaatacada cibernéticamentehablandoporelcomplotdemoda

In fede:

(grugniti e sbuffi).

joker

Testo originale

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

Read Full Post »

9 APRILE 2015 OGGI RIPRISTANATA LA PAGINA DI ENLACE ZAPATISTA

 

Informazioni sull’attacco cibernetico alla pagina di Enlace Zapatista

Publicado por: POZOL COLECTIVO  7 APRILE 2015

Agli aderenti alla Sexta.

Ai media liberi.

Informazioni sull’attacco cibernético ai danni della pagina http://enlacezapatista.ezln.org.mx/

Questa mattina intorno alle 10:30 si è verificato un attacco ddos (denegación de servicio).

Questo tipo di attacchi vengono generati da programmi automatizzati che lanciano migliaia di petizioni simultanee allo stesso dominio (l’indirizzo della pagina, in questo caso) provocando la saturazione del server.

La società che ospita il server ci ha informato che l’attacco proveniva da numerosi indirizzi IP. Alcuni degli indirizzi identificati sono:

  • rango 80.78.20.24, dal Camerun
  •  rango 80.78.20.32 da Stati Uniti
  • rango 93.170.11.125, da Russia.

Di fronte a questo tipo di attacchi, l’unica soluzione è scollegare il sistema.

Mentre la squadra tecnica riesce a risolvere il problema dell’attacco al server e dato che è nostro interesse che chi intenda partecipare al seminario Il Pensiero Critico di fronte all’Idra Capitalista non perda questa opportunità, chiediamo agli aderenti alla Sexta ed ai media liberi di aiutarci a diffondere il testo “La Tempesta, la Sentinella e la Sindrome della Vedetta” ed i moduli per la pre-registrazione al seminario.

D’altra parte, se qualcuno ha una proposta per aiutarci a risolvere questo problema, lo ringraziamo se vorrà darci una mano inviando le sue idee a: notienlacezap@gmail.com  Equipo de administración de la página.

FONTE: https://www.facebook.com/enlacezapatista?ref=ts&fref=ts

Modulo per la registrazione al Seminario: espoirchiapas.blogspot.mx

Read Full Post »

 conferencia-3SupGaleano annuncia Seminario Mondiale 3 Maggio 2015

Car@? amic@ e nemic@: ehm… bene… insomma… cioè… ricordate che alla fine del testo del 19 marzo 2015 “Su Omaggio e Seminario”, avevamo scritto che l’organizzazione del seminario era un casino? Bene, abbiamo mantenuto la parola: l’indirizzo di posta elettronica al quale state inviando i vostri dati di iscrizione non è giusto, non è questo, è sbagliato, ecc. L’indirizzo corretto è seminario.pensamientocritico15@gmail.com Ok, ok, ok, Colpa mia. Distintamente: io tapino. 

La Tormenta, la Sentinella e la Sindrome della Vedetta.

Aprile 2015

A loas compañeroas della Sexta:

A tutt@ gli interessati:

Anche se non sembra, questo è un invito… o una sfida?

Se siete aderenti alla Sexta, se siete di un media libero, autonomo, alternativo, indipendente o come si dica, se siete interessati al pensiero critico, allora fate vostro questo invito al Seminario “Il Pensiero Critico di fronte all’Idra Capitalista”. Se, oltre ad accettare l’invito, volete partecipare, per favore seguite questo link: http://enlacezapatista.ezln.org.mx/registro-al-seminario-de-reflexion-y-analisis-el-pensamiento-critico-frente-a-la-hidra-capitalista/

Se siete stati invitata, invitato, invitadoa come relatore, vi arriverà una missiva simile a questa attraverso lo stesso tramite col quale siete stati contattati. La differenza sta nel fatto che la lettera di invito ai relatori contiene una “clausola segreta”.

Bene, l’invito, come si dice, è l’involucro.

Dentro, più in basso e a sinistra, c’è…

La Sfida.

Oh lo so. Gli inizi classici ad una riflessione zapatista: sconcertante, anacronistica, confusa, assurda. Anche senza volerlo, è così, viene fuori una cosa tipo “vi lasciamo ad essa”, “vedete voi cosa farne”, o qualcosa del genere “è affare vostro”. Come se prendessero un pezzo di un puzzle e si aspettassero che si capisse che non stanno descrivendo una parte della realtà, ma stanno immaginando l’immagine completa. Come se guardassero il puzzle già completato, con le sue figure ed i suoi bei colori, ma con i bordi dei pezzi visibili, come per segnalare che l’insieme è tale grazie alle parti, e, chiaramente, che ogni parte acquisisce il proprio senso nella sua relazione con le altre.

Come se la riflessione zapatista sollecitasse a vedere quello che manca, e non solo quello che c’è, quello che si percepisce nell’immediato.

Qualcosa di simile a quanto fece Walter Benjamin con “Angelus Novus” di Paul Klee. Riflettendo sul dipinto, Benjamin lo “completa”: vede l’angelo, ma vede anche quello che l’angelo vede, vede come è spaventato per ciò che vede, vede la forza che lo aggredisce, vede l’orma brutale. Vede il puzzle completo:

angelo“C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese; l’Angelo della Storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal Paradiso, si è impigliata nelle sue ali ed è così forte che gli non può chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle macerie sale davanti a lui fino al cielo. Questa tempesta è ciò che chiamiamo progresso.” (X, “Tesi su filosofia della storia”).

È come se le nostre riflessioni fossero una sfida, un enigma dell’Arcano, una sfida da Mr. Bane, un jolly nelle mani del Joker mentre chiede “Perché così seri?”.

bane1  bane2

 

 

 

 

 

 

 

joker

 

 

 

 

 

 

 

 

Come se il gatto-cane, super eroe e super cattivo, Sherlock e Moriarty, irrompesse sulla scena a disturbare con domande quali: che cosa guardiamo? perché? dove? da dove? per quale motivo?

È come se discutessimo del mondo, criticando il suo rozzo girare, dibattendo sulla sua direzione, sfidando la sua storia, disputando la razionalità delle sue prove.

È come se, per un solo momento, fossimo…

La Sentinella.

Come potete vedere, di solito, in un’installazione militare ci sono delle postazioni ai suoi confini. Sono chiamati “Punti di Osservazione”, “Posti di Guardia” o “Postazioni della Vedetta”. Scopo di queste postazioni è vigilare i paraggi e gli accessi alle installazioni in modo da sapere che cosa o chi si avvicina o si muove o si trova nei dintorni del luogo. Bene, questi posti di vigilanza (negli accampamenti zapatisti li chiamiamo “la posta”, ignoro la ragione; per esempio, diciamo “ti tocca la posta alle 00:00 H”, “il cambio della posta è alle 12:00, ecc.) avvisano o danno l’allarme al resto dell’installazione e bloccano o fermano chiunque cerchi di entrare senza autorizzazione. Chi occupa il posto di osservazione è la guardia, la vedetta, la sentinella. Oltre ad osservare e stare attento a quello che succede, la sentinella è chi lancia l’allarme in caso di attacco e di eventuale pericolo.

Secondo noi, zapatiste e zapatisti, la riflessione teorica, il pensiero critico svolge questo compito di sentinella. A chi lavora col pensiero analitico, tocca il turno di guardia nella postazione della vedetta. Potrei dilungarmi sull’ubicazione di questa postazione nel tutto, ma per adesso basti solo dire che questo è una parte, niente di più, e niente di meno. Dico questo per quelli, quelle e aquelloas (non dimenticare l’equità di genere ed il riconoscimento della diversità) che pretendono di:

– O stare al di sopra e al di fuori di tutto, come in disparte, e si nascondono dietro “l’imparzialità”, “l’obiettività”, “la neutralità”. E dicono di analizzare e riflettere dall’asepsi di un impossibile laboratorio materializzato nella scienza, la cattedra, l’investigazione, il libro, il blog, il credo, il dogma, lo slogan.

– O mutano il loro ruolo di vedette e si aggiudicano quello di nuovi sacerdoti dottrinari. Sono solo delle sentinelle, ma si comportano come se fossero il cervello guida che muta in tribunale penale secondo convenienza. E da lì ordinano ciò che si deve fare, giudicano e assolvono o condannano. Benché si debba riconoscere loro che il fatto che nessuno faccia loro caso, soprattutto la realtà sempre ribelle, non li inibisce affatto nel loro delirio (etilico, non poche volte).

La sentinella ha a che vedere col posto della vedetta in questione. Ma torneremo sull’argomento in qualcuno dei nostri interventi durante il seminario.

Per adesso, basti dire che, esausto, sommerso dal compito di osservazione critica in un mondo ingannevolmente istantaneo, durante il suo turno al posto di guardia il vigilante può cadere nella…

La Sindrome della Vedetta.

Sembra che la sentinella “esaurisca” la sua capacità di vigilanza dopo un certo periodo.

Questo “esaurimento” (che noi zapatisti e zapatiste chiamiamo “sindrome della vedetta”) consiste, grosso modo, nel fatto che la persona che si trova alla postazione di guardia, dopo un certo periodo di tempo sviluppa una specie di “percezione in loop” o “costanza della percezione”. Ovvero, nella sua percezione cosciente riproduce continuamente la stessa immagine, come se nulla cambiasse, o come se i cambiamenti fossero parte della normalità dell’immagine stessa. Ha a che vedere, suppongo, con la percezione visiva, ma anche col desiderio che niente alteri la routine. Così, per esempio, il vigilante non desidera che compaia un pericolo, e trasferisce questo desiderio in ciò su cui vigila. “Tutto bene, non succede niente di brutto”, si ripete continuamente, e questo si trasferisce nella sua valutazione della realtà. Il suo obiettivo è consegnare un laconico rapporto di vigilanza: “niente da segnalare”.

Quello che sto dicendo è il prodotto di un’osservazione empirica, non di uno studio scientifico. In anni ed anni di vigilanza, è la conclusione a cui siamo arrivati sulla base della nostra (piccola) esperienza. Nel persistente dubbio se questa osservazione fosse scienza o rientrasse negli usi e costumi, abbiamo chiesto a qualcuno che ne sa di neuroscienza. Ci ha risposto che il fenomeno esiste, benché non sia chiaro il meccanismo che lo provoca (prima che mi srotoliate le diverse correnti o posizioni in ambito psicologico, chiarisco che la sola cosa che ha confermato è che il fenomeno è reale, accertabile). Dunque, perché avviene? Be’, potete capirlo – sarebbe bene che, mentre ci pensate, vi mettiate d’accordo su quale sia l’oggetto di studio nella “scienza” della psicologia -.

Quella persona ci ha spiegato cos’è “l’attenzione selettiva” e ci ha mandato un libro di quelli di una volta (cioè, dove si capisce di cosa si parla). Parola più, parola meno, si tratta del fatto che registriamo solo una piccola parte di quello che vediamo in un determinato momento ed ignoriamo tutto il resto. Quel resto che ignoriamo è “la cecità al cambiamento” o “cecità per disattenzione”. È come se filtrando le parti dell’immagine che vediamo, diventassimo ciechi verso ciò che non selezioniamo come importante.

Per adesso non svilupperemo questo argomento, ma, in sintesi, la “sindrome della sentinella” consiste in questo:

a).- Non si vigila sul tutto, bensì solo su una parte di quel tutto.

b).- Quando si “stanca”, la guardia non percepisce i cambiamenti che avvengono nella zona vigilata perché gli sono impercettibili (cioè, non sono degni di attenzione).

Per contrastare tutto ciò, usiamo varie misure:

Una di queste è la vigilanza non diretta, la “visione periferica” o, in termini semplici, “guardare con la coda dell’occhio”. Lo sguardo indiretto permette di rilevare alterazioni della routine. Deve esserci una spiegazione anche di questo nella neuroscienza, ma credo che ci manchino gli studi.

Altri modi di risolvere la fatica della sentinella, sono: mettere due o più vedette a coprire lo stesso punto; o ridurre la durata di vigilanza ed aumentare la frequenza dei cambi di guardia.

Si può e ci sono altri modi per svolgere il compito di sentinella.

Ma la cosa importante è che bisogna essere attenti ad ogni segnale di pericolo. Non si tratta quindi di avvertire il pericolo quando è ormai presente, ma di scorgerne gli indizi, valutarli, interpretarli, insomma, considerarli in modo critico.

Per esempio: quei nuvoloni all’orizzonte, significano che arriverà una pioggia passeggera, quale sarà la sua intensità, si dirigerà di qua o si allontanerà?

O si tratta di qualcosa di più grande, più terribile, più distruttivo? Se così fosse, bisognerà allertare tutt@ dell’imminenza della…

La Tormenta.

Beh, il fatto è che quello che noi, zapatiste e zapatisti, vediamo e sentiamo è che sta arrivando una catastrofe in tutti i sensi, una tormenta.

Ma…, noi, zapatiste e zapatisti, vediamo e sentiamo anche che persone che ne sanno tanto dicono, a volte a parole, sempre con il loro comportamento, che non sta succedendo niente.

Che quello che la realtà ci sta mostrando, sono solo piccole variazioni che non alterano sostanzialmente il paesaggio.

Cioè, noi, zapatiste e zapatisti, vediamo una cosa, e loro ne vedono un’altra.

Noi vediamo che si continua a ricorrere agli stessi metodi di lotta. Si continua con i cortei, reali o virtuali, con elezioni, con sondaggi, con riunioni. E, in maniera concomitante, nascono e si sviluppano i nuovi parametri del “successo”, una specie di applausometro che, nel caso delle marce di protesta, è inverso: quanto più sono per bene (cioè, meno si protesta), maggiore è il loro successo. Nascono nuove organizzazioni, si abbozzano piani, strategie e tattiche, facendo vere e proprie manipolazioni dei concetti reali.

Come se Stato, Governo e Amministrazione fossero equivalenti.

Come se lo Stato fosse sempre lo stesso, come se avesse le stesse funzioni di 20, 40, 100 anni fa.

Come se anche il sistema fosse lo stesso e uguali le forme di sottomissione, di distruzione. O, per metterlo in termini della Sexta: le stesse forme di sfruttamento, repressione, discriminazione e saccheggio.

Come se là in alto il Potere avesse mantenuto invariato il suo funzionamento.

Come se l’idra non avesse rigenerato le sue molteplici teste.

Quindi pensiamo che sia noi o loro soffriamo della “sindrome della sentinella”.

Noi, zapatiste e zapatisti, guardiamo di sottecchi questi cambiamenti nella realtà. Prestiamo più attenzione, saliamo in cima alla ceiba per cercare di vedere più lontano, di vedere non quello che è accaduto, ma quello che accadrà.

E quello che vediamo non è niente di buono.

Vediamo che sta arrivando qualcosa di terribile, di ancora più distruttivo se possibile.

Ma ancora una volta vediamo che quelli che pensano ed analizzano non dicono niente di questo. Continuano a ripetere le cose di 20 anni, 40 anni, un secolo fa.

E vediamo che organizzazioni, gruppi, collettivi, persone, continuano a fare le stesse cose, presentano false opzioni escludenti, giudicando e condannando l’altro, il diverso.

Ed inoltre: ci disprezzano per quello che diciamo di vedere.

Ma, già lo sapete, siamo zapatisti. E questo vuol dire molte cose, così tante che nei dizionari della vostra lingua non esistono termini per definirle.

Ma vuole anche dire che pensiamo sempre che possiamo sbagliarci. Che forse tutto va avanti senza cambiamenti fondamentali. Che forse il Prepotente continua a comandare come decenni, secoli, millenni fa. Che può essere che quello che accadrà non è qualcosa di così grave, ma solo un aggiustamento minore, una risistemazione di cui non vale nemmeno la pena parlare.

Allora, niente pensiero, analisi, teoria, ma lo stesso di sempre.

Noi, zapatiste e zapatisti, pensiamo che dobbiamo domandare ad altri, ad altre, ad otroas, di altri calendari, di geografie diverse, che cosa è che vedono.

Credo che sia come quando ad un malato si dice che è molto grave, cioè che “è conciato male”, diciamo qua. Quindi bisogna cercare un secondo parere.

Dunque, diciamo che il pensiero, la teoria stanno sbagliando. Che sia la nostra a sbagliare o che sbagliano gli altri. O forse sbagliano entrambi.

Quindi, pur essendo generalmente diffidenti, noi abbiamo fiducia nelle compagne, compagni e compañeroas della Sexta. Ma sappiamo che il mondo è molto grande, e che ci sono anche altri, altre, otroas, che si impegnano in questo compito di pensare, analizzare, osservare.

Quindi pensiamo che dobbiamo considerare il mondo, ed ognuno dei nostri calendari e geografie.

Pensiamo, ancora meglio, che dovremmo avere uno scambio di pensieri. Non come uno scambio di merci, come nel capitalismo, piuttosto come se facessimo che io ti dico il mio pensiero e tu mi dici il tuo. Cioè come una riunione di pensieri.

Ma non pensiamo che questo sia solo un vecchio incontro, ma deve essere grande, molto grande, mondiale si dice.

Noi, zapatiste e zapatisti, non sappiamo molte cose. Forse, ed attraverso la lotta, sappiamo qualcosa dei nostri, nuestroas compañeroas, compagne e compagni della Sexta.

Ed abbiamo visto che queste riunioni di pensieri in alcune parti le chiamano “seminari”, crediamo perché “seminario” vuol dire “semenzaio” cioè che lì si piantano semi che a volte crescono rapidamente, e a volte meno.

Allora diciamo che faremo un semenzaio di idee, di analisi, di pensieri critici su come sta attualmente il sistema capitalista.

Quindi il seminario o semenzaio non sarà in un solo luogo né in un solo momento. Ma si dilaterà nel tempo e nei luoghi.

Per questo diciamo che è dislocato, cioè non in un solo posto, ma in molti luoghi e da molte parti. Diciamo che è mondiale, perché in tutti i mondi esistono pensieri critici che si stanno domandando che cosa sta succedendo, perché, che cosa fare, come, e tutte quelle cose che si pensano nella teoria.

Però, comincia in qualche posto ed in determinato momento.

Dunque, questo semenzaio collettivo comincia in un posto, e questo posto è un caracol zapatista. Perché? Perché i popoli zapatisti usano il caracol per allertare e per richiamare la collettività.

Per esempio, se c’è un problema nella comunità, o una questione che bisogna risolvere, si chiama il caracol e tutto il villaggio sa che c’è una riunione della collettività affinché il pensiero si esprima.

O per vedere come fare per resistere.

Diciamo che il caracol è uno degli strumenti della sentinella. Dal caracol avvisa che c’è un pericolo.

Quindi, il luogo è un caracol zapatista: il caracol di Oventik, montagne del sudest messicano, Chiapas, Messico.

E la data di inizio è il 3 maggio. Perché il 3 maggio?

Nei nostri villaggi è il giorno della semina, della fertilità, del raccolto, del seme. È il giorno della Santa Croce.

Nei villaggi è usanza seminare una croce dove nasce il fiume, il ruscello o la sorgente che dà vita al villaggio. Ed è così che si segnala un luogo sacro. Ed è sacro perché l’acqua dà la vita. Quindi il 3 maggio è il giorno in cui si prega l’acqua per la semina ed un buono raccolto. I coloni si recano quindi dove nasce l’acqua e fanno offerte. Loro parlano all’acqua, le offrono fiori, le danno la sua tazza di atole, l’incenso, il brodo di pollo senza sale. In altri villaggi le offrono un bicchierino di alcolico, ma nelle comunità zapatiste l’alcool è proibito e quindi le offrono delle bibite. Il brodo di pollo che si dà all’acqua è senza sale, affinché l’acqua non si prosciughi. Durante questa cerimonia delle offerte, si fa muscia e tutt@, bambin@,ragazz@, anzian@ ballano. Quando terminano le offerte, inizia la condivisione. Si condivide il cibo che ognuno ha portato: atole aspro, pollo, fagioli, zucca. Tutto il cibo viene spartito e consumato lì, dove nasce l’acqua. Poi, si torna alle proprie case. E per pura allegria, i balli proseguono nel villaggio e si mangia insieme con pane e caffè. Dei compas zapatisti muratori che seguono questa usanza, raccontano che si costruisce una croce con il legno che c’è a disposizione e la croce si pianta quando si comincia una costruzione. Dicono che è per la responsabilità del lavoratore. Cioè, il lavoratore diventa così responsabile della costruzione e ci dà dentro affinché venga bene, perché è compito suo che venga bene.

Quindi ora lo sapete. Vedete voi se accettare o no la sfida, sta a voi decidere.

Attenzione: quello che segue è solo per i relatori. Cioè, c’è solo negli inviti formali che vengono inviati a@ relator@. Non pubblicatelo perché è una…

Clausola Segreta:

Tutto questo è perché comprendiate, come dire, il contesto del seminario.

Che cosa ci aspettiamo da voi?

Che capiate che vengono persone da molto lontano che sacrificano il loro salario ed il loro tempo per venire ad ascoltare quello che esporrete. Non vengono per ozio, né perché ci guadagnino qualcosa. Non vengono per moda o ignoranza. Vengono perché forse vedono quei nuvoloni nei loro orizzonti, perché le piogge ed i venti già li frustano, perché la fame di capire non si sazia, perché sentono che la tormenta si avvicina.

Come noi, zapatiste e zapatisti, vi rispettiamo, così vi chiediamo di rispettare quelle persone. Ci sarà qualche infilatr@, ma la maggioranza sono nostr@ compas. Sono persone che vivono e muoiono lottando, senza che nessuno, se non noi, zapatiste e zapatisti, ne tenga conto. Per loro non ci sono musei, né statue, né canzoni, né poemi, i loro nomi non sono incisi su vagoni della metro, strade, quartieri. Sono dei nessuno, certo. E non nonostante questo, ma proprio per questo, per noi, zapatiste e zapatisti, sono tutto.

Quindi, non offendetevi ma non portate slogan, dogmi, atti di fede, mode; non ripetete quello che già hanno detto prima altri da altre parti; non incoraggiate il pensiero vacuo; non tentate di imporre il pensiero dogmatico; non diffondete il pensiero bugiardo.

Vi chiediamo di portare la vostra parola e che questa solleciti il pensiero, la riflessione, la critica. Vi chiediamo di preparare il vostro messaggio, di affilarlo, di renderlo brillante. Che con esso non onoriate l’accademia ed i suoi pari, ma chi lo riceve come una scossa, o come uno schiaffo, o come un grido.

Il seme che vi chiediamo per questo seminario o semenzaio, è quello che metta in discussione, provochi, incoraggi, spinga a continuare a pensare ed analizzare. Un seme affinché altri semi sentano che bisogna crescere e lo facciano a modo loro, secondo il loro calendario e la loro geografia.

Oh, sì, lo sappiamo: non vedrete ingrossato il vostro prestigio, né il conto in banca, né la fama. Non vedrete nemmeno se otterrete nuovi seguaci, discepoli, greggi.

Ed ancora, non vedrete il solo indizio di successo, e potrà essere che in molte parti, in altri calendari ed in geografie diverse, altre, altri, otroas, smentiscano tutto e critichino, discutano, immaginino, credano.

Questo vi chiediamo. Solo questo.

Dalla portineria della Escuelita, diventata ora “Ufficio di protocollo, design e stampa inviti a nozze, XV anni, divorzi, battesimi, promozioni frustrate, seminari ed altro”, e mentre appendo dei cartelli che dicono “Oggi non si fa credito”, e nemmeno domani”, “Salvagente su richiesta”, “Prendete il vostro telescopio pirata-molto-economico-tutto-legale-mio-caro-certoooo”, “In questa sede non si fanno discriminazioni per ragioni di miopia”.

Il SupGaleano

Messico, Aprile 2015

Ehi, ehi. Fermatevi. L’indirizzo di posta elettronica al quale state mandando i vostri dati di registrazione non è corretto. Dovete mandare a: seminario.pensamientocritico15@gmail.com Grazie per la comprensione (andateci piano con gli insulti, per favore)(*).

 

(*)gioco di parole in spagnolo nel testo originale: que las mentadas sean de menta, no hay que ser.

Testo originale

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

 

Read Full Post »