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Archive for aprile 2012

La Jornada – Domenica 29 aprile 2012

Profughi zapatisti chiedono di ritrovare il padre

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 28 aprile. Famiglie della comunità tzeltal di Banavil, municipio di Tenejapa, simpatizzanti zapatisti sfollate il 4 dicembre dopo essere state aggredite dai cacicchi filogovernativi a capo di circa 30 persone, chiedono di ritrovare il proprio padre Alonso López Luna e la liberazione immediata di Francisco Sántiz López, base di appoggio zapatista accusato falsamente di aver aggredito gli aggressori mentre non si trovava nemmeno sul luogo dei fatti.

Lorenzo López Girón, figlio del desaparecido, era stato colpito da due colpi di arma da fuoco dai cacicchi del PRI Alonso López Ramírez e Diego Méndez López, ed è rimasto tre mesi in carcere accusato di lesioni. Inoltre, hanno fatto sparire Alonso. “Fino ad oggi non abbiamo nessuna notizia riguardo alle indagini per scoprire dove si trovi”, dicono i familiari che hanno dovuto abbandonare Banavil.

Il 23 dicembre è stato trovato un braccio nell’ejido Mercedes. Il Pubblico Ministero della Procura Indigena l’ha inserito agli atti. “Abbiamo riconosciuto l’arto di nostro padre. Fino ad oggi non sappiamo che cosa hanno fatto gli aggressori col suo corpo ed esigiamo un’indagine per ritrovarlo”. Hanno identificato gli aggressori: López Méndez e Guzmán Méndez, Agustín Méndez Luna, Manuel Méndez López, Alonso e Agustín Guzmán López, Antonia Girón Gómez, Lucía López Ramírez e Antonia López Pérez (di Banavil), insieme a Pablo López Intzin, Antonio ed Alonso López Méndez.

I familiari ricordano che la Giunta di Buon Governo di Oventic ha denunciato che Alonso è stato picchiato quando gli aggressori appartenenti ai partiti politici hanno fatto irruzione nella sua casa il 4 dicembre, e testimoniano: “Abbiamo visto che lo portavano via e secondo la gente di Banavil, lo hanno ammazzato, squartato e nascosto i resti”. Invece, si accusa il desaparecido di avere ucciso Pedro Méndez López, priista, morto nell’attacco.

Il pubblico ministero aveva promesso ai familiari di restituire il braccio ritrovato alla chiusura dell’indagine preliminare, ma avvertono: “Non riprenderemo niente fino a che non ci consegneranno il corpo completo, ne abbiamo il diritto, esigiamo rispetto e la punizione dei responsabili di tutto quello che abbiamo subito”.

Raccontano che il priista Pablo López Intzin “è entrato in casa nostra e con calci e cazzotti ha preso nostro padre Alonso; abbiamo saputo che ora ha paura di finire in prigione ed è scappato al nord lasciando moglie e figli; sa di essere colpevole.”

I familiari di Alonso López Luna (Lorenzo, Petrona, Antonia e Miguel López Girón, María e Petrona Méndez López, e Lucía López Méndez) denunciano che alla vigilia dell’aggressione, il 3 dicembre, i priisti “era già venuti a casa nostra per picchiare Lorenzo, e di questo avevamo avvertito il delegato di Governo che disse che avrebbe avvisato il pubblico ministero e suggerì ‘state attenti e domani vediamo’, ma le autorità non sono state capaci di intervenire per evitare i fatti di sangue.”

Dal luogo in cui sono sfollati, gli indigeni chiedono la libertà di Francisco Sántiz López (base zapatista attualmente in prigione) “che non si trovava nemmeno sul luogo dei fatti”, e ribadiscono: “Non siamo stati noi ad aggredire, sono venuti loro a picchiarci”.http://www.jornada.unam.mx/2012/04/29/politica/017n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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La Jornada – Venerdì 27aprile 2012

Sul punto di esplodere il conflitto per l’ondata di invasioni di terre a La Garrucha

Hermann Bellinghausen. Inviato. Ocosingo, Chis., 26 aprile. La Giunta di Buon Governo (JBG) El camino del futuro, del caracol Resistencia hacia un nuevo amanecer con sede a La Garrucha, ha denunciato invasioni ed aggressioni in particolare contro il villaggio autonomo Nuevo Paraíso, dove abitanti di Pojkol, Guadalupe Victoria e Las Conchitas (dei municipi di Ocosingo e Chilón) si sono introdotti nelle terre recuperate dalla comunità ribelle “e stanno provocando danni ai nostri compagni”.

I problemi a Nuevo Paraíso, secondo la JBG sono iniziati lo scorso 26 ottobre, “quando abitanti di Pojkol sono entrati nelle nostre piantagioni di caffè per tagliare le piante; erano armati ed hanno sparato diversi colpi di grosso calibro”. Gli invasori hanno danneggiato 3 ettari e sottratto 1.800 chili di caffè. A novembre hanno rubato la milpa del collettivo, 4 ettari che rendono 100 zontes (circa 35 sacchi) di mais.

Il 9 gennaio gli invasori di Pojkol (Chilón) “hanno cominciato a tagliare gli alberi, e questo fino ad oggi”, su terre recuperate “che sono state pagate col sangue dei nostri caduti”. La JBG denuncia come responsabili i dirigenti di questo ejido, Miguel Gutiérrez Feliciano e Domingo Gutiérrez Ruiz.

Anche gli abitanti di Las Conchitas hanno sottratto a Nuevo Paraíso circa 16 ettari di milpa. Il mais rubato “l’hanno venduto in diversi posti”. Il 31 dicembre “sono arrivati sparando ed hanno distrutto tre ettari di piantagione di caffè collettiva”. Il 3 febbraio quelle stesse persone hanno tagliato la recinzione “e tutto il bestiame è scappato”. Il 4 aprile hanno incendiato i pali e si sono portati via 8 rotoli di filo di ferro. “Hanno recintato la sorgente da dove prendiamo l’acqua. Dentro ci stanno mettendo animali morti e biancheria intima femminile. Hanno tagliato le canne ed abbattuto tutti i grandi alberi grandi e seminato milpa. Hanno fatto lo stesso in altre sorgenti”.

Intanto “intrallazzano col governo per legalizzare le nostre terre recuperate. Le hanno invase perché ce le vogliono togliere”.

Gli invasoti di Las Conchitas appartengono alla Asociación Rural de Interés Colectivo-Unión de Uniones (Aric) “storica”, rappresentata da Marcos Gómez Morales, “conosciuto come difensore dei diritti umani”, Plácido, Marcos e Fidelino Gómez Morales, Fidelino Gómez Lorenzo, Carmelino Ruiz Guillén e Reynaldo Morales González (“noto assassino con precedenti penali”, dichiara la JBG).

I filo-governativi di Guadalupe Victoria hanno invaso piantagioni di caffè in novembre ed abbattuto tre ettari. Il 17 marzo hanno distrutto un altro ettaro che appartiene al municipio autonomo Francisco Villa e seminato a milpa. Il 27 marzo hanno invaso sei ettari di pascolo, fumigato con sostanze chimiche rubato la recinzione. Hanno inoltre fumigato un ettaro e mezzo di campo di foraggio. Quello stesso giorno sulla strada che conduce ai campi, cinque uomini armati hanno impedito il passaggio ai contadini zapatisti.

Il 22 aprile, su 16 camion, 119 membri della Organización de Caficultores de Ocosingo (Orcao)  sono arrivati sul terreno recuperato, ora invaso e danneggiato, per programmare un’altra invasione, guidati dai dirigenti Antonio Juárez Cruz e José Pérez.”Stanno registrando la terra recuperata che appartiene ai nostri compagni basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) e tra pochi giorni arriveranno i poliziotti a Guadalupe Victoria per provocare i compagni. I dirigenti dell’Aric “storica” sono Marcelo Jiménez Pérez presidente, Julio e Javier Toledo Córdova, sostengono gli invasori di Las Conchitas.

“Vogliamo che il governo ritiri la sua gente che ha organizzato apposta nelle località citate”. Ed avvertono: “Non cerchiamo la morte, ma diciamo chiaro ai malgoverni che se non ci rispettano nemmeno noi lo faremo, cioè se vogliono che si torni a come abbiamo cominciato, dunque l’avranno. Basta di furto di terre, basta con le loro ruberie. Se i governanti non riescono a controllare le loro persone, sono affari loro e la smettano di rubare al nostro Messico. Ya basta”. http://www.jornada.unam.mx/2012/04/27/politica/021n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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Intellettuali e organizzazioni mondiali chiedono lo “Smantellamento dei gruppi paramilitari ed il riconoscimento del diritto all’autodifesa di Cherán”


Noam Chomsky, Luis Villoro, Pablo González Casanova, Raúl Zibechi, Javier Sicilia, Adolfo Gilly, John Holloway e James Petras, tra altri, chiedono “la fine della persecuzione contro la comunità”

Desinformémonos


México DF. Intellettuali, organizzazioni, collettivi e centri dei diritti umani nazionali ed internazionali, insieme a centinaia di persone della società civile, chiedono al governo federale e statale la punizione dei colpevole di omicidi, sequestri, sparizioni ed estorsioni commessi a Cherán, Michoacán, “come conseguenza della legittima difesa del territorio e  dellerisorse naturali da parte della comunità.”

Leggere la notizia completa ed il comunicato con le firme

Video:

Cherán, più che mai

Realización: Subversiones Otramérica

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Geografia della Resistenza

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