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Archive for novembre 2015

Pensiero Critico

Esce in Italia il libro “Il Pensiero Critico di fronte all’Idra Capitalista – Contributi della Commissione Sexta dell’EZLN”

Traduzione italiana degli interventi del SupGaleano, Sub Comandante Insurgentes Moises, Comandanta Miriam, Comandanta Rosalinda, Comandanta Dalia, Base de Apoyo Lizbeth, Escucha Selena, maggio 2015.

 

 Non si tratta di giudicare, ma di capire. E qui c’è un problema che richiede del pensiero critico, non si tratta solo di arrivare a una conoscenza scientifica, ma di definire una strategia di resistenza, di sopravvivenza, di vita.
Sup Galeano

Noi, zapatiste e zapatisti, vi diciamo per esperienza, che ci vuole ORGANIZZAZIONE, lavoro e lotta, sforzo e sacrificio, resistenza e ribellione.
Subcomandante Insurgente Moisés

Il volume racchiude gli interventi dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) presentati in “Homenaje a los compañeros Luis Villoro Toranzo y Maestro Zapatista Galeano”, evento realizzato nel Caracol di Oventic il 2 maggio 2015, e durante il Seminario “El Pensamiento Critico frente a la Hidra Capitalista”che si è svolto dal 3 al 9 maggio 2015 presso il CIDECI (Centro Indígena de Capacitación Integral) a San Cristóbal de las Casas, Chiapas – Messico, con la partecipazione di numerose organizzazioni, realtà di base, attivisti e studiosi dal Messico e dal mondo.

Il ricavato della vendita di questo libro sarà devoluto alle comunità zapatiste.

PER ACQUISTARE IL LIBRO INVIA UNA MAIL CON I RECAPITI PER LA SPEDIZIONE A: maribel_1994@yahoo.it – Costo 14,90 più 1,60 spedizione per un TOTALE 16,50 Euro pagabili con bonifico bancario.

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Sono passati più di vent’anni da quando, nel 1994, l’EZLN irrompe nello scenario politico internazionale come un esperienza di organizzazione che, rivendicando i diritti alla diversità ed all’eguaglianza, mette continuamente in discussione le tradizionali forme di lotta. Vent’anni durante i quali gli zapatisti hanno costruito nei propri territori una proposta di società alternativa ed autonoma, in cui “il popolo comanda ed il governo obbedisce”. Ed è proprio l’esperienza concreta di resistenza e di organizzazione che viene condivisa nel testo, in cui si alterna la voce di donne e uomini, giovani e meno giovani, che discutono su come, nelle comunità zapatiste, si interpretano l’economia politica, la resistenza e la ribellione, la crisi capitalista ed il “che fare”.

Gli interventi, racchiusi nel volume, uniscono la riflessione e l’esperienza, secondo il principio zapatista “né teoria senza pratica, né pratica senza teoria”.
Sono frutto della discussione avvenuta nelle comunità zapatiste sulla necessità, a fronte delle mutazioni in atto del capitalismo, dentro la sua incessante azione di saccheggio e depredazione del pianeta e della vita con le conseguenze drammatiche che si vivono in ogni dove, di aprire un dibattito globale.

Secondo l’antropologo messicano Gilberto López y Rivas, si tratta di “uno sforzo collettivo per superare il pensiero fannullone, dogmatico, bugiardo e conformista e assumere il pensiero critico necessario di fronte all’urgente e drammatica situazione attuale, determinata dalla forma di mondializzazione capitalista, una tormenta che arriva, con tutte le conseguenze di saccheggio, morte e distruzione per tutti i popoli della Terra”.

L’idra, mostro mitologico dalle cento teste, è la metafora usata per raffigurare il sistema che attualmente governa il mondo: se una testa viene mozzata, al suo posto ne spuntano due, si adatta, muta ed è capace di rigenerarsi completamente a partire da una sola delle sue parti.

“Una delle cose che abbiamo visto, in questa nuova tappa della guerra capitalista, che chiamiamo guerra mondiale, è che mira alla distruzione di un territorio per ricostruirlo. Il capitalismo provoca il caos e di questo si nutre”, segnala il Sup Galeano.

Le riflessioni che provengono dalla lotta indigena del sud-est messicano si impongono per la grande forza evocativa e l’urgente attualità,caratteristiche che fanno di questo libro una lettura ricca di suggestioni per capire il presente e le alternative possibili nella costruzione di “un mondo che contenga molti mondi”.

L’edizione italiana è frutto del lavoro comune di associazioni e collettivi che da anni camminano a fianco degli indigeni dell’EZLN.

Pensiero Critico

Prefazione dei curatori della versione italiana

Il volume che vi apprestate a leggere racchiude gli interventi gli interventi dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) presentati in “Homenaje a los compañeros Luis Villoro Toranzo y Maestro Zapatista Galeano”, evento realizzato nel Caracol di Oventic il 2 maggio 2015, e durante il Seminario “El Pensamiento Critico frente a la Hidra Capitalista” che si è svolto dal 3 al 9 maggio 2015 presso il CIDECI (Centro Indígena de Capacitación Integral) a San Cristóbal de las Casas, Chiapas – Messico.
Nei prossimi volumi verranno pubblicati i numerosi interventi dal Messico e dal mondodurante le giornate del Seminario, definito “semenzaio” di idee e pratiche. L’inizio di un cammino condiviso per costruire un cambiamento radicale di fronte alla tormenta in arrivo dovuta alle trasformazioni del capitalismo globale.

La traduzione italiana di questi primi interventi vuole essere un contributo, attraverso la massima circolazione degli stimoli venuti dalle montagne del Sud-est messicano, per ragionare collettivamente, agire, lottare e sfidare l’Idra Capitalista.

Il libro è un’occasione intorno a cui costruire presentazioni e momenti di discussione collettivi.

Nel tradurre i testi abbiamo scelto di attenerci al massimo agli originali, in modo da poter condividere la continua ricerca zapatista di elaborare un nuovo linguaggio, nuove parole in grado di racchiudere la complessità del presente. Per questo abbiamo preferito lasciare molti termini in lingua originale
Il lavoro che abbiamo realizzato è stato collettivo, ma un particolare ringraziamento va fatto al costante e prezioso lavoro del Comitato Chiapas “Maribel” – Bergamo e l’Associazione Ya Basta! Milano nella traduzione dei comunicati dell’EZLN che giungono dall’altra parte dell’oceano.
Un ringraziamento va alla Casa Editrice Iemmedizioni di Napoli che ha reso possibile la pubblicazione.

A tutte e tutti voi che ci state leggendo chiediamo di far circolare il libro, di venderlo, di distribuirlo, di discuterlo insieme.

Il ricavato della vendita di questo libro sarà devoluto alle comunità zapatiste.

Per ricevere il volume, per qualsiasi informazione e per organizzare presentazioni potete rivolgervi a:

* Bergamo – Comitato Chiapas “Maribel” – mail: maribel_1994@yahoo.it – tel. 035881746
* Bologna – Associazione Ya Basta! – mail: yabasta.bologna@gmail.com – tel. 051 6493234
* Empoli – Coordinamento toscano di sostegno alla lotta zapatista – mail: coordinamento-toscano-zapatista@inventati.org– tel. 0571931021
* Milano – Associazione Ya Basta! – mail: yabastaonlus@gmail.com – tel. 3202160435
* Napoli – Cooperazione Rebelde Napoli – mail: cooperazionerebeldenapoli@gmail.com – tel. 335 78 88 115
* Padova – Associazione Ya Basta – Caminantes – mail: padova@yabasta.it – tel. 049 8751003
* Roma – Associazione Ya Basta! Moltitudia – mail: moltitudia_yabasta@yahoo.it tel. 3394784890

  Pensiero Critico 

INDICE DEL VOLUME

Presentazione

Prologo.
Di come siamo arrivati alla Torretta della Vedetta e ciò che da lì abbiamo visto

  1. IL NOSTRO SGUARDO VERSO L’INTERNO

* Alcune piste
La Tormenta, la Sentinella e la Sindrome della Vedetta – SupGaleano
Essere zapatista – Subcomandante Insurgente Moisés
Luis VilloroToranzo, lo zapatista – SupGaleano
Maestro Zapatista Galeano: Appunti di una vita – SupGaleano

* Qualcosa di quello che è cambiato

Economia politica I. Uno sguardo dalle comunità zapatiste – Subcomandante Insurgente Moisés
Economia Politica II. Uno sguardo dalle comunità zapatiste – Subcomandante Insurgente Moisés

* Verso una genealogia della lotta zapatista
La lotta come donne zapatiste che siamo I – Comandanta Miriam
La lotta come donne zapatiste che siamo II – Comandanta Rosalinda
La lotta come donne zapatiste che siamo III – Comandanta Dalia
Le lotte come donne zapatiste che siamo IV – Compagna Base d’Appoggio Lizbeth
La lotta come donne zapatiste che siamo V – Escucha Selena
La visione dei vinti SupGaleano

* Appunti di resistenza e ribellione
Resistenza e ribellione zapatista I – Subcomandante Insurgente Moisés
Resistenza e ribellione zapatista II – Subcomandante Insurgente Moisés
Resistenza e ribellione zapatista III – Subcomandante Insurgente Moisés

  1. IL NOSTRO SGUARDO ALL’IDRA

Il Muro e la Crepa. Primo Appunto sul Metodo Zapatista – SupGaleano
Il Metodo, la Bibliografia e un Drone nelle profondità delle montagne del Sudest Messicano – SupGaleano
Medios, tercios, cuartos – SupGaleano
Eccetera – SupGaleano
La genealogia del crimine – SupGaleano
Una Guerra Mondiale – SupGaleano

III. CHE FARE

Organizzarsi (Sulle elezioni) – Subcomandante Insurgente Moisés
Moltiplicare i Semenzai – Subcomandante Insurgente Moisés e SupGaleano

  1. SEGNI E SEGNALI

LIBERTÀ è una parola zapatista – Oscar Chávez
Giullare di festa e afflizione – Guillermo Velázquez B.
Iconografia – Opere presentate durante i giorni del Seminario

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IL 17 NOVEMBRE DEL 1983 NASCEVA L’EZLN

1Il del 1983 nasceva l’Esercito Zapatismo di Liberazione Nazionale.

Da “I 20 e i 10 dell’ Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale”, scritto dal Subcomandante Insurgente Marcos il 10 novembre del 2003, un passaggio che racconta il giorno dell’ingresso nella Selva Lacandona del primo gruppo:

“Oggi, 20 anni fa, la notte è sopraggiunta sotto i grandi alberi e, con l’aiuto dalle torce, questi uomini e donne tirano di traverso dei teli di plastica con una corda, fissano le amache, cercano della legna secca e, dando fuoco ad una borsa di plastica, accendono il falò. Alla sua luce il comandante scrive nel suo diario di campo qualcosa come: „17 novembre 1983…… proseguire la lettura

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Ayotzinapa, nuovo assalto della polizia contro gli studenti: feriti, arresti e desaparecidos

  • Giovedì, 12 Novembre 2015
  • Andrea Spotti*

Ayotzinapa, nuovo assalto della polizia contro gli studenti: feriti, arresti e desaparecidos

Gli studenti di Ayotzinapa sono nuovamente vittime di un’aggressione poliziesca. È successo nel pomeriggio di ieri, attorno alle 17, quando una carovana di otto autobus su cui viaggiavano circa 250 alunni della Normale Isidro Burgos è stata violentemente assaltata da diverse forze di polizia. Il bilancio provvisorio è di 13 studenti arrestati, 20 feriti e una ventina di giovani di cui si sono perse le tracce.
Secondo le prime ricostruzioni, gli studenti sono stati aggrediti in tre occasioni lungo la statale Chilpancingo-Tixla. Il tutto è iniziato nella zona chiamata Tierra Prieta, dove diverse camionette della polizia statale e di quella federale hanno iniziato a inseguire gli studenti sparando lacrimogeni all’interno degli autobus e distruggendo i vetri a manganellate.
Un secondo assalto si è  avuto a circa metà del cammino. Infine, nei pressi del casello di Tixla, città in cui ha sede la Normale, circa seicento poliziotti in tenuta antisommossa che aspettavano la carovana hanno dato il via alla repressione cercando di fermare quanti più normalisti fosse possibile. Una volta scesi dagli autobus, questi ultimi hanno cercato di difendersi con bastoni e pietre. Molti di loro sono riusciti a fuggire cercando rifugio nei boschi circostanti. I due autobus colpiti dalla furia poliziesca, letteralmente vandalizzati dagli agenti, sono stati abbandonati lungo la strada.
I testimoni che sono riusciti a rientrare ad Ayotzinapa sarebbero circa 80 secondo quanto dichiarato da una attivista dell’ Assemblea Popolare Municipale di Tixla all’emittente antagonista Regeneración Radio. Alcuni di loro parlano di una repressione brutale da parte delle forze dell’ordine e di come queste abbiano cercato di impedire alle ambulanze di raggiungere i feriti dopo l’aggressione. Inoltre, dichiarano di aver visto sul campo elementi dell’esercito, i quali però non avrebbero partecipato direttamente alle violenze.
In serata, abitanti della zona, membri del comitato dei genitori di Ayotzinapa, maestri e persone solidali hanno organizzato delle brigate per andare alla ricerca dei giovani fuggiti sul monte Tepoltzin, molti dei quali, stando alle parole dei testimoni, potrebbero essere seriamente feriti.

Video: https://youtu.be/M7bW68QychY

Per quanto riguarda il motivo dell’aggressione, non si hanno, al momento, prese di posizione ufficiali da parte delle autorità. Le ipotesi che si stanno facendo in queste ore fanno riferimento al tentativo della polizia di recuperare i bus occupati dagli studenti, nonché un’autocisterna di benzina presa in prestito dai normalisti per riempire i serbatoi dei loro mezzi di trasporto in vista della manifestazione del prossimo 14 novembre nella capitale dello stato per ricordare la violenta repressione ai danni degli studenti del 2007.
Tuttavia, le ragioni più profonde vanno cercate, da una parte, nel tentativo di zittire il movimento di Ayotzinapa in vista delle elezioni straordinarie che si terranno a Tixla il prossimo 29 novembre (quelle ordinarie erano state annullate a causa del boicottaggio delle stesse organizzato dai genitori dei 43 desaparecidos lo scorso 9 luglio); e, dall’altra, dalla volontà delle autorità di mettere fine ad un movimento che, a partire dal 26 settembre del 2014, giorno della strage di Iguala, ha saputo più volte mettere in seria difficoltà il governo, e che ha recentemente ottenuto importanti risultati anche sul piano giuridico-processuale.
Stiamo parlando dei risultati raggiunti grazie al lavoro del gruppo di esperti indipendenti della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH). I quali non solo hanno letteralmente sbugiardato la versione ufficiale dando forza alle critiche che da subito genitori e compagni dei desaparecidos avevano fatto alla versione ufficiale, ma hanno determinato un importante risultato dal punto di vista delle indagini.
Queste infatti, come stabilito da un accordo tra il governo messicano e la CIDH, non saranno più portate avanti dalla Subprocura Specializzata in Delinquenza Organizzata (SIEDO), ma da una nuovo gruppo di lavoro gestito della Subprocura dei diritti umani della Procura Generale della Repubblica. Il che, per quanto non rappresenti una vittoria definitiva, é stato enz’altro un duro colpo per un governo che puntava a chiudere velocemente il caso sugli studenti fermati e fatti sparire, l’anno scorso, da agenti di polizia e pistoleros con il supporto dell’esercito.
L’accordo, comunicato lo scorso 21 ottobre, comporta una collaborazione più attiva da parte degli esperti indipendenti, ed implica l’allargamento degli orizzonti investigativi seguiti fino ad ora dagli inquirenti, i quali hanno mirato più a ridurre i danni e a limitare le responsabilità politico-istituzionali a livello locale che a fare davvero luce sui fatti. Il nuovo gruppo di lavoro, inoltre, dovrebbe iniziare ad investigare anche sulle forze di polizia statali e federali, oltre che sull’esercito che fino ad ora non è mai stato oggetto di indagini serie ed è  sempre stato protetto dal governo. Tra gli altri, elementi importanti dell’accordo sono la volontà di riprendere la ricerca dei normalisti utilizzando le tecnologie piú avanzate e quella di coinvolgere nelle perizie gli esperti della CIDH.

Video: https://youtu.be/xNXGYNVyV5k

La sbandierata volontà di cercare la verità “costi quel che costi” dichiarata dai rappresentanti delle autorità messicane a Washington di fronte ad una sessione plenaria della CIDH meno di un mese fa, viene tuttavia smentita quotidianamente dalle dichiarazioni di membri del governo e da azioni repressive come quella di oggi, la quale va inserita nel contesto di quella che Omar García, portavoce degli studenti di Ayotzinapa, ha definito la guerra mediatica contro il movimento. Una guerra mediatica che prepara, accompagna, sostiene e giustifica la brutale repressione governativa.
Nata per cercare di mettere un argine al danno all’immagine del governo causato dalla relazione del Gruppo Interdisciplinare di Esperti Internazionali della CIDH (GIEI) del 6 settembre scorso, la campagna mediatica contro i normalisti è andata crescendo nel mese di ottobre in risposta alle grandi mobilitazioni organizzate ad un anno dai tragici fatti.
Il primo tassello della campagna è stato il tentativo costante da parte dei principali opinionisti radio e tv nei giorni successivi la relazione di rappresentare i periti del GIEI come una parte in causa politicizzata e quindi animata da uno spirito antigovernativo. Successivamente, anche in risposta ai diversi documentari indipendenti usciti negli ultimi mesi, è seguito il lancio di un docufilm pompatissimo dal mainstream che al contrario difende acriticamente la versione ufficiale.  Infine, negli ultimi giorni, i media più reazionari hanno ricominciato a diffondere la tesi di una possibile presenza di elementi legati ai clan criminali della zona all’interno della Normale. Tesi questa – va sottolineato – che era stata iniziamente utilizzata dalle autorità per liquidare la strage di Iguala come uno scontro tra bande rivali.
La campagna per associare nuovamente i normalisti alla criminalità organizzata è iniziata qualche giorno fa con la pubblicazione da parte del quotidiano di centrodestra El Milenio di frammenti di un’intercettazione telefonica di Omar García dove si parla di una tentata irruzione da parte del gruppo criminale degli Ardillos all’interno della scuola Isidro Burgos. Secondo l’autore dell’articolo Mario Marin, gli aggressori, fermati dall’intervento della polizia comunitaria, avrebbero avuto intenzione di sequestrare alcuni normalisti in quanto membri dell’organizzazione rivale dei Rojos.
Un paio di giorni dopo l’articolo, il ministro degli interni Osorio Chong ha dichiarato che gli inquirenti stanno indagando su possibili relazioni tra narcos e studenti, notizia poi smentita dalla Procura della Repubblica. Insomma, a oltre 14 mesi dalla strage, quando la mobilitazione, la pressione internazionale ed il lavoro degli esperti iniziano a dare i primi risultati forzando le autorità ad un importante cambiamento nella conduzione delle indagini, governo e mass media paiono aver scelto nuovamente la via della repressione. Per questo, come sostengono i normalisti immediatamente dopo l’ennesimo attacco che smaschera le reali intenzioni delle autorità, oggi piú che mai, è necessario mantenere alta l’attenzione e continuare a sostenere la loro lotta anche a livello internazionale.

* da Città del Messico

http://contropiano.org/internazionale/item/33975-ayotzinapa-nuovo-assalto-della-polizia-contro-gli-studenti-feriti-arresti-e-desaparecidos

 

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Rapporto Frayba: La Insurgencia dei Diritti Umani

Rapporto del Frayba: La Insurgencia dei Diritti Umani, presentato il 10 novembre  San Cristóbal de Las Casas, Chiapas
Ai media liberi, autonomi, comunitari, indipendenti
Alla stampa nazionale e internazionale
Alla società civile
“Questo Rapporto vuole fornire una prospettiva ed una visione politica di chi da qui osserva le situazioni che ci colpiscono, un registro della memoria e della dignità delle persone che ci affidano la loro parola, che racchiude parte delle lotte e delle sofferenze di coloro che dall’alba al tramonto agiscono pero un altro mondo possibile attraverso i propri processi organizzativi e rivendicazioni storiche”.  
  
“È dedicato alle madri, ai padri ed alle famiglie dei 43 studenti scomparsi forzatamente della Scuola Normale Rurale Raúl Isidro Burgos di Ayotzinapa, un atto commesso dal regime politico e criminale del Messico, guidato da Enrique Peña Nieto. Queste famiglie hanno camminato al fianco di organizzazioni e collettivi che non dimenticano e lottano continuamente per la ricerca di Verità e Giustizia”.

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