
L’ordine di far sparire i 43 studenti fu dato presumibilmente dal sindaco di Iguala José Luis Abarca
Emir Olivares y Arturo Sánchez – La Jornada 26/08/2022
L’ordine di far sparire i 43 studenti da Ayotzinapa fu dato da A1 che presumibilmente sarebbe l’ex sindaco di Iguala, José Luis Abarca e da dirigenti del gruppo criminale Guerreros Unidos, in collusione con altre autorità di diversi livelli di governo.
Lo ha annunciato questa mattina il presidente della Commissione Verità e Accesso alla Giustizia (Covaj) per il caso Ayotzinapa, Alejandro Encinas, anche sottosegretario ai Diritti Umani del Ministero dell’Interno (SG).
Ai fatti avrebbe partecipato anche il comandante del 27° battaglione dell’Esercito, con base a Iguala, José Rodríguez, identificato come El Coronel, che avrebbe giustiziato gli ultimi sei studenti normalisti che erano stati trattenuti in un magazzino per diversi giorni dopo la notte del 26 e la mattina presto del 27 settembre 2014.
Partecipando questo venerdì alla mañanera del presidente Andrés Manuel López Obrador, il sottosegretario Encinas ha svelato uno schema che contiene i nomi e la rete di collegamenti avvenuta per la scomparsa dei 43 studenti della Normale. Questa informazione è stata verificata nella copia del rapporto sul caso che lo stesso funzionario ha rilasciato la scorsa settimana perché non erano stati emessi mandati di arresto contro molti dei presunti coinvolti, compresi i militari.
“Chi ha dato l’ordine (di farli sparire)? Sarebbe A1, presumibilmente José Luis Abarca; i vertici di Guerreros Unidos e in collusione con alcune altre autorità, che è ciò che fa parte dell’indagine (condotta dalla Commissione)”, ha sottolineato Encinas.
Nel rapporto si afferma: “A1 ha dato l’ordine di recuperare la merce: ‘fotteteli tutti come vi pare‘. A1 ha ordinato di far sparire tutti gli studenti perché non sanno ‘con chi hanno a che fare‘ e la piazza si sta scaldando troppo, ‘uccideteli tutti, Iguala è mia‘”.
Interrogato su dove si trovassero i normalisti o le loro spoglie, il sottosegretario ha risposto: “I ragazzi sono stati oggetto di un crudele lavorio di sparizione e si sta cercando di individuare i luoghi sulla be delle testimonianze di alcune delle persone coinvolte, perché i resti sono stati persino spostati in un altro luogo dopo la notte della scomparsa. Questi sono i problemi che stiamo analizzando”.
Ha sottolineato che non spetta alla commissione preposta, ma che spetterà alla giustizia civile e militare svolgere le indagini, formulare le accuse, le conclusioni e indirizzare tutto questo verso la verità e la giustizia – che è la richiesta centrale delle famiglie dei 43 studenti.
“Stiamo fornendo tutti i rilievi, le indicazioni e le prove alla Procura Generale, in particolare all’Unità Specializzata per il Contenzioso del Caso, loro dovranno delineare le responsabilità, questo è molto importante. Noi siamo la commissione per la verità e l’accesso alla giustizia, non siamo agenti di polizia, non siamo pubblici ministeri; stiamo fornendo tutte le informazioni che ci consentono di chiarire i fatti e sarà l’autorità stessa a definire la portata delle responsabilità”.
Ha aggiunto: “ci sono responsabilità all’interno della giustizia militare, perché non è stato applicato il protocollo di ricerca stabilito dal Ministero della Difesa Nazionale per i soldati desaparecidos, ma sarà anche l’autorità militare a prendere le decisioni”. Questo perché l’Esercito aveva infiltrato uno dei suoi elementi, Julio César López Patolzin, che è uno dei 43 studenti, perché i protocolli delle forze armate richiedono che sia tutelata l’integrità dei soldati a rischio.