#Bachajón URGENTE: Ejidatarios priisti e poliziotti entrano nelle terre recuperate
21 febbraio 2015
Ejidatarios priisti protetti da diverse pattuglie di polizia e camion della polizia statale, negli ultimi giorni sono entrati nella zona di Agua Azul dove si trovano gli ejidatarios organizzati di San Sebastián Bachajón. Come affermano questi ultimi, sono minacciati di sgombero e hanno saputo che si sta preparando un’imboscata per sgomberare la Sede Regionale e cacciare gli ejidatarios dalla zona recuperata che appartiene all’ejido di San Sebastián.
La prima intromissione è avvenuta il 19 febbraio alle 9 del mattino, quando circa 45 persone appartenenti al PRI, filogovernativi e gente vicina al comissario ejidale Alejandro Moreno Gómez, sono arrivati ad Agua Azul protetti da diverse pattuglie di poliziotti, passanto per Pinquinteel nel municipio di Tumbalá, e per Saquil.Ulub nell’ejido di San Sebastián. Una volta arrivati, hanno minacciato i compagni di guardia alla Sede Regionale San Sebastián e quelli che si trovavano al botteghino di ingresso alle cascate di Agua Azul.
Il commissario Alejandro Moreno Gomez aveva cercato di accordarsi sulla riscossione degli ingressi alle cascate con gli ejidatarios indipendenti di Agua Azul di Tumbalá. Ma gli ejidatario avevano respinto che la CONANP tornasse ad amministrare le risorse naturali e le entrate economiche che questi generano. Non giungendo a nessun accordo, alle 4 del pomeriggio i priisti ed i poliziotti statali, municipali e giudiziali se n’erano andati. Il 20 febbraio, i priisti sono tornati e si sono installati nella zona della terra espropriata nel 2011, insieme a 3 camion di agenti statali che li proteggono.
Costruzione di reati
Un’altra forma di repressione e vessazione che stanno subendo gli ejidatarios aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona è per via giudiziaria e mediatica attraverso la costruzione di reati. L’accusa principale a loro rivolta è quella di essere gli autori degli assalti che avvengono sulla tratto di strada Ocosingo-Palenque. Già diversi ejidatarios sono stati arrestati con l’accusa di furto ed aggressione ed a quanto sembra, il governo municipale vuole accusarli di nuovo per poter emettere mandati di cattura riferiti ad alcuni fatti accaduti lo scorso 17 gennaio.
Il 17 gennaio erano stati arrestati tre assalitori nel tratto stradale Ocosingo-Palenque. Da 4 anni Questi delinquenti sono noti da quattro anni ai poliziotti che si occupano del pattugliamento di questo tratto di strada. Nonostante ciò, presso la procura distretuale Selva-Palenque, Juan Alvaro Moreno di Xanil, sta negoziando la liberazione di questi detenuti. Come spiegano gli ejidatarios organizzati, si vuole incolpare l’organizzazione aderente alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona dei reati commessi da questi delinquenti, dicendo alla popolazione ed ai turisti che gli “incappucciati” sono gli assalitori.
Anche i mezzi di comunicazione sono complici di questa strategia dei governi e degli impresari di criminalizzare gli ejidatarios indipendenti e gli aderenti alla Sexta. Attraverso campagne mediatiche nelle quali si insiste sulla mancanza di sicurezza sulla strada con riferimento diretto ai blocchi ed agli assalti, giustificano il presunto piano di sicurezza. Questo piano, coordinato tra la Segreteria Generale di Governo, gli enti preposti alla sicurezza e la procura di giustizia, è stato presentato il 6 febbraio scorso. La sua applicazione comporta la presenza di altre unità di polizia nella zona tra Ocosingo e Palenque.
E’ falso incriminare gli zapatisti, ed in questo caso specifico, gli aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, dei reati commessi su questo tratto di strada perché la loro lotta è contro l’esproprio delle loro terre. Alcuni anni fa i compagn@ hanno collaborato perfino agli arresti di questi criminali e sono pienamente consapevoli del danno che rappresentano per la sicurezza delle città. Come organizzazione non si è contrari all’arresto di questi delinquenti perché si vuole è la giustizia.
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