La Jornada – Martedì 12 marzo 2013
La Corte Suprema potrebbe porre fine al conflitto di 30 anni per l’ejido Tila
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 11 marzo. Nel caso di una sentenza favorevole della Suprema Corte di Giustizia della Nazione (SCJN) alla richiesta di restituzione delle terre nell’ejido di Tila, nella zona nord, sarebbe restituito ai choles il controllo sulla totalità del territorio che secondo i documenti ufficiali iniziali compete loro, sostiene il Servizio Internazionale per la Pace (Sipaz) in una relazione sull’argomento.
Si chiuderebbe così una lunga disputa tra ejidatarios ed autorità municipali e statali, si aggiunge nel documento. Esistono molti elementi giuridici a suo favore. La riforma della Costituzione in materia di diritti umani nel 2011, ha armonizzato la Legge Suprema con i trattati internazionali firmati dal Messico. La SCJN ha ora nelle sue mani l’opportunità di far valere questa riforma.
Sipaz segnala che esiste la possibilità che il Potere Legislativo federale decida di approvare la proposta di riforma inviata a novembre scorso dall’allora presidente Felipe Calderón che si propone di abbreviare i procedimenti per la privatizzazione delle terre di proprietà collettiva, cosa che potrebbe acuire la già difficile situazione dei contadini e dare avvio alla disintegrazione sociale del settore e significherebbe una retrocessione storica delle conquiste della Rivoluzione Messicana.
Di fronte al pericolo di accelerare la privatizzazione della proprietà collettiva, una sentenza favorevole della SCJN darebbe un segnale di protezione di un settore vulnerabile e riconoscerebbe i diritti collettivi dei popoli. Per il resto, sarebbe una sentenza nel senso degli Accordi di San Andrés, riconosciuti recentemente da una parte della classe politica come un debito verso i popoli originari, renderebbe giustizia ed aprirebbe la porta del sistema di giustizia messicano agli altri popoli indigeni del paese che lottano contro il saccheggio delle terre e per il diritto al loro territorio.
La relazione di Sipaz rileva che nelle terre indigene sono aumentate le lotte per la difesa del territorio contro le concessioni minerarie e diversi progetti energetici, turistici o di infrastrutture che minacciano le diverse forme legittime di proprietà collettiva.
In questo contesto la SCJN ha rimesso in agenda per la sua discussione il caso delle terre dell’ejido di Tila, 130 ettari che le autorità statali hanno espropriato più di 30 anni fa per uso privato. I magistrati discuteranno le coperture che la giustizia offre all’ejido che nel 1980 ha vinto un ricorso contro un decreto di esproprio. Nel 2009 gli ejidatarios hanno ripreso la lotta politica e legale iniziata mezzo secolo fa. Ora la SCJN ha nelle sue mani la decisione sulla restituzione dei diritti, o manifestare l’impossibilità di dar luogo alla restituzione di terre compensandole con denaro.
Sipaz ricorda che tra il 1995 ed il 1997 si verifica uno degli episodi più sanguinosi della strategia dello Stato per affrontare l’EZLN attraverso la formazione di gruppi paramilitari. Si crea il gruppo Desarrollo, Paz y Justicia e si militarizza la regione chol. Gli ejidatarios denunciano che quelli di Paz y Justicia hanno sottratto loro le terre e non vogliono che lottino per difenderle.
E’ giusto ricordare che il Santuario del Signore di Tila rappresenta l’entrata di risorse economiche important, fino ad oggi a beneficio del governo municipale. Inoltre, col tempo si sono stabiliti dei commercianti senza diritti ejidali che sono stati sempre alleati del municipio. Tuttavia, gli ejidatarios non hanno nessuna intenzione di cacciarli se recupereranno le loro terre, sottolinea Sipaz.
Dopo la sollevazione zapatista, sulle terre dell’ejido è stato installato un accampamento militare. Nella regione di Tila “è in corso il processo di costruzione dell’autonomia dell’EZLN e la presenza dell’Esercito funziona come elemento di controllo della popolazione in resistenza. Nel caso le terre vengano recuperate dall’ejido, questo potrebbe comportare la partenza dell’Esercito”. http://www.jornada.unam.mx/2013/03/12/politica/023n1pol
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