Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘CNI’

Comunicato del Congresso Nazionale Indigeno e del Consiglio Indigeno di Governo per il 25° Anniversario dell’insurrezione armata dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

All’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Alle Reti di Appoggio al CIG

Alle Reti di Resistenza e Ribellione

Al popolo del Messico

Ai popoli del mondo

Ai mezzi di comunicazione

Noi, popoli, nazioni e tribù che formiamo il Congresso Nazionale Indigeno ed il Consiglio Indigeno di Governo, salutiamo con orgoglio il 25° anniversario dell’insurrezione armata dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, quando il 1° gennaio 1994 la nostra parola smise di elemosinare giustizia per il riconoscimento dei diritti che da quel giorno abbiamo cominciato ad esercitare, non solo in Chiapas, ma in tutti i territori indigeni del nostro paese.

Quel giorno si è cominciato a scrivere un nuovo capitolo della nostra vita. A testa alta abbiamo ripercorso i passi dei nostri antenati e seminato quelli delle generazioni future, con la convinzione di continuare ad essere popoli, nazioni e tribù.

Con la guerra scatenata contro di noi, ci siamo rispecchiati nel percorso delle comunità indigene zapatiste, consci che da fuori arrivano solo minacce contro di noi e che tutto è in nome della ricchezza per pochi. A noi offrono di emigrare e lasciare i nostri territori, ci riservano il lutto per i nostri morti a causa della violenza, dell’inquinamento, della persecuzione e prigione, ci offrono la paura e la rassegnazione.

I popoli che siamo il CNI sappiamo come agiscono i malgoverni in nome di chi ha di più e vuole tutto. Abbiamo affrontato la formazione di gruppi di scontro, i paramilitari ed ora i narcos paramilitari che il malgoverno maschera da divisioni interne, per mostrare che alcuni vogliono ed altri invece non vogliono consegnare la terra e le risorse naturali ai padroni del denaro. Conosciamo i modi in cui le istituzioni indigeniste del malgoverno ingannano la nostra gente per generare la divisione che costa le vite dei nostri compagni e compagne che optano per la dignità, la resistenza e la ribellione.

L’INPI e la sua cosiddetta nuova politica indigenista non è altro che l’intensificazione di questa offensiva contro la vita, con la quale vogliono indebolire la lotta per l’autonomia dei popoli originari che, con la loro lotta, frenano la devastazione imposta dall’alto. Noi, CNI ed i nostri compagni del Consiglio Indigeno di Governo non crediamo al galoppino del capitalismo che dice di governare il Messico, e non accetteremo nessuna falsa consultazione come quella con cui tentano di legittimare il furto dei territori indigeni e rurali, il nostro sterminio e l’acuirsi della guerra contro di noi. Non accetteremo la nostra morte anche se ci saranno migliaia o milioni di voti a favore.

Con noi camminano i passi profondi, reali ed irrinunciabili che i popoli originari hanno fatto seguendo il cammino dell’EZLN e delle comunità indigene zapatiste. Siamo mezzi di comunicazione, cooperative, guardie comunitarie; siamo scuole primarie, secondarie e licei; siamo lingue ed antiche cosmovisioni; siamo la scommessa su un futuro che chi è al potere non può nemmeno immaginare; siamo quelli che combatteremo in ogni luogo la distruzione che viene presentata come un beneficio “democratico”.

Con l’intensificazione della guerra capitalista intensificheremo anche la nostra resistenza e ribellione. Le miniere in concessione, i megaprogetti nell’istmo di Tehuantepec, l’immorale progetto del treno maya, la devastazione e privatizzazione per seminare piantagioni forestali industriali nella selva lacandona e l’alienazione territoriale al grande capitale che sono le Zone Economiche Speciali, cozzeranno contro il vero potere, quello di sotto. Quello che non si arrende, che non si vende e non cede, perché farlo vuol dire morire come popoli.

Salutiamo rispettosamente e mandiamo un abbraccio collettivo e fraterno al Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno – Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, alle migliaia di miliziani e miliziane ed alle comunità basi di appoggio. Avvertiamo i malgoverni che ogni aggressione contro di loro è anche contro il CNI-CIG, per cui rivolgiamo un appello alle reti di appoggio in tutto il paese ed alle reti di resistenza e ribellione in Messico e nel mondo a vigilare ed organizzarsi per agire in maniera congiunta e costruire un mondo nel quale possiamo vivere tutte e tutti.

Distintamente

Gennaio 2019

Per la Ricostruzione Integrale dei Nostri Popoli

Mai Più un Messico Senza di Noi

Commissione di Coordinamento e Seguimento del Congresso Nazionale Indigeno/Consiglio Indigeno di Governo

 

Traduzione “Maribel” – Bergamo

Testo originale: http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2019/01/04/comunicado-del-congreso-nacional-indigena-y-el-concejo-indigena-de-gobierno-por-el-25-aniversario-del-levantamiento-armado-del-ejercito-zapatista-de-liberacion-nacional/

Read Full Post »

Sub Moises al CNI.

img_5960-800x400-995x498

Adesso è l’ora del Congresso Nazionale Indigeno. 
Che al suo passaggio la terra tremi. 
Che nel suo sogno il cinismo e l’apatia siano sconfitti. 
Che nella sua parola si levi quella di chi non ha voce. 
Che nel suo sguardo si illumini l’oscurità. 
Che nel suo ascolto trovi casa il dolore di chi si crede solo. 
Che nel suo cuore trovi consolazione e rassicurazione la disperazione. 
Che con la sua sfida stupisca di nuovo il mondo.

Parole Della Comandancia Generale Dell’Esercito ZAPATISTA Di Liberazione Nazionale In Apertura Del Quinto Congresso Del Congresso Nazionale Indigeno, nel CIDECI di San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, 11 ottobre 2016

 

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MESSICO

11 ottobre 2016

Compagni e compagne del Congresso Nazionale Indigeno,

Popolo fratello hermano Wirrarikarri,

Popolo fratello Nahua,

Popolo fratello Purépecha,

Popolo fratello Raramuri,

Popolo fratello Cora,

Popolo fratello Mayo Yoreme,

Popolo fratello Tribu Yaqui,

Popolo fratello Popoluca,

Popolo fratello Mixteco,

Popolo fratello Ñahñú, Ñatho,

Popolo fratello Coca,

Popolo fratello Totonaco,

Popolo fratello Mazahua,

Popolo fratello Maya,

Popolo fratello Zoque,

Popolo fratello Tzotzil,

Popolo fratello Tzeltal,

Popolo fratello Chol,

Popolo fratello Tojolabal,

Popolo fratello Mame,

Popolo fratello Binni Zaá

Popolo fratello Chontal.

Popolo fratello Chinanteco,

Popolo fratello Kumiai,

Popolo fratello Cuicateco,

Popolo fratello Matlazinca,

Popolo fratello Mazateco,

Popolo fratello Mee-paa,

Popolo fratello Mixe,

Popolo fratello Nasaquue/Nasa,

Popolo fratello Amuzgo,

Popolo fratello Triqui,

Popoli, nazioni, tribù e comunità di popoli originari che hanno casa nel Congresso Nazionale Indigeno:

Compagni e compagne della Sesta Nazionale ed Internazionale:

Compagne e compagni della delegazione zapatista al Quinto Congresso del CNI:

A tutte, tutti, todoas, va il saluto sincero degli uomini, donne, bambini ed anziani che hanno come nome comune quello dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

E col saluto, porgiamo il nostro rispetto, la nostra ammirazione, il nostro affetto sincero e senza falsità.

Per prima cosa vogliamo ringraziare le nostre compagne e compagni del CIDECI-UNITIERRA che come altre volte, in questi giorni ci offrono riparo, cibo e spazio per il nostro ascolto e la nostra parola.

Compagne, compagni, compañeroas:

Fratelli e sorelle:

In questi giorni compie 20 anni una luce nata nelle mani dei popoli originari di questa terra chiamata Messico. Quella luce si chiamava e si chiama Congresso Nazionale Indigeno.

Abbiamo avuto l’onore di essere presenti a quella nascita attraverso la nostra indimenticabile compagna comandanta Ramona, quando insieme, popoli, nazioni, tribù e comunità di popoli originari, abbiamo acceso quella luce.

Luce di organizzazione, di lotta e lavoro e di un lungo cammino di battaglia in resistenza e ribellione.

E durante 20 anni di lotta contro il cattivo sistema capitalista ed i suoi governanti, abbiamo ricevuto solo disprezzo, repressione, spoliazione e sfruttamento, prigione, omicidi, sparizioni, inganni e manipolazioni.

In questo anniversario che celebriamo con la parola sorella e compagna, come zapatisti vogliamo riportare alla memoria coloro che ci mancano:

La nostra scomparsa Comandanta Ramona, Tata Grande Juan Chávez, il Mayor Insurgente honorario Félix Serdán, il compagno Ramiro Taboada, il fratello Efrén Capíz, ed i nomi che assumono le assenze che oggi e sempre ci addolorano: le donne indigene, la gioventù indigena, gli adulti ed anziani originari, i nostri più grandi saggi e sagge, i migranti indigeni, tutti, tutte le desaparecidas, assassinate, picchiate, umiliate, prostituite, dimenticate, oggetto di scherno e disprezzo.

Ed insieme a loro, riportiamo alla memoria anche l’ingiustizia e l’impunità che, come politica di Stato, prendono nome e volto nei 47 assenti di Ayotzinapa.

Che siedano con noi tutti questi dolori, tutte queste rabbie che ora ci convocano e che ci spronano a pensare di fare qualcosa per chi non c’è e per chi ci sarà.

Che parlino attraverso le nostre labbra, che ascoltino attraverso i nostri cuori.

Che vivano nel nostro essere collettivo.

Che nel nostro pensiero e la nostra azione sappiano di essere accompagnati, che sentano di non essere soli.

Compagne, compagni, fratelli, sorelle:

20 anni fa abbiamo detto.
In questo sistema capitalista non nascerà ne verrà niente di nuovo per il bene di noi popoli originari del Messico e del mondo.

Questi capitalisti non cercheranno mai né penseranno mai ad un percorso di cambiamento per una vita migliore per noi popoli, nazioni, tribù e comunità originarie.

Dal sistema capitalista in cui viviamo non verrà niente di buono per noi popoli poveri delle campagne e delle città.

Da loro non nascerà quello di cui abbiamo bisogno, quello che vogliamo noi popoli originari del Messico e del mondo.

Non ci aspettiamo niente da loro, ma solo ingiustizie, sfruttamento e tante malvagità contro noi poveri del mondo.

Non ci sarà niente per noi di quello che vogliamo e di cui abbiamo bisogno nei partiti che ci sono ora né nei cosiddetti nuovi che verranno, perché sono gli stessi che saltano da un partito all’altro.

20 anni fa abbiamo visto e riflettuto su molte cose.

Perché le abbiamo già vissute con morti e disperazione per più di 500 anni.

Questo ci dimostra o ci dice che non abbiamo più niente d’aspettarci da questo cattivo sistema ed i suoi cattivi governanti, e ce lo dimostra e ce lo dice la nostra storia attraverso la vita dei nostri nonni, bisnonni e trisnonni.

Per questo 20 anni fa abbiamo detto che dobbiamo costruire la nostra propria strada, il nostro proprio destino, dove ci siano libertà, giustizia e democrazia.

Perché non c’è proprio più da fidarsi di questo sistema capitalista in cui viviamo.

Ci siamo conosciuti nel dialogo, il dialogo che il popolo del Messico ci chiese di aprire col cattivo sistema fatto governo che non rispetta la sua parola.

È il cattivo sistema che ci ha dimostrato di non fidarci della sua parola che, come vediamo, non rispetta da più di 500 anni.

Invece ci è servito il dialogo tra di noi comunità, tribù, nazioni e popoli originari, sì, ci è servito, per questo ora siamo il Congresso Nazionale Indigeno.

Parlare tra noi popoli originari è stato ed è molto necessario, oggi più che mai, perché la distruzione che compiono i capitalisti contro la madre terra è diffusa e questo significa che anche noi verremo distrutti, perché viviamo in essa.

Dialogare tra di noi, ci fa bene, ci aiuta a capire, ci aiuta ad orientarci in molte cose della nostra vita, ma solo lavorando si producono frutti, se non si lavora non ci sono frutti, il lavorare è con i popoli, i frutti sono i popoli che si organizzano, lottano, sforzandosi, sacrificandosi, ogni volta che è necessario.

Se non svolgiamo questo lavoro, chi lo farà?

Nessuno verrà, lo sappiamo bene.

Così abbiamo detto. Molte cose abbiamo conosciuto e detto, per esempio, “combattere tra di noi non ci serve”. E ancora, “Divisi non abbiamo forza”.

Poiché non basta solo sapere e dire, bisogna guardare a quello che succede nella nostra vita reale: ingiustizia, miseria, disuguaglianza.

E questo ci impone di organizzarci per ottenere quello che diciamo, o mettere in pratica i passi per correggere e migliorare dove sbagliamo.

Compagni, compagne del Congresso Nazionale Indigeno, in questi giorni è da 20 anni che alziamo la nostra testa con corpo e anima e diciamo di organizzarci e lavorare per lottare.

Oggi crediamo che siamo qui proprio per questo, per guardarci, ascoltarci, per dirci cosa abbiamo fatto, come l’abbiamo fatto. Che cosa c’è ancora da fare e come farlo.

Dove abbiamo fallito e come rimediare e migliorare.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di essere uniti, in campagna ed in città.

La nostra trincea di lotta, lavoro ed organizzazione è dove viviamo noi popoli originari in ogni villaggio e poi in ogni nazione, in ogni tribù, in ogni quartiere.

Compagne, compagni, compañeroas della Sesta Nazionale ed Internazionale, pensiamo che sia la stessa cosa, la nostra trincea di lotta, lavoro ed organizzazione è dove vivete, in ogni quartiere, in ogni scuola, fabbrica, in ogni ospedale e così in ogni città, municipio e stato.

Questo si ottiene solo lavorando ed organizzandosi lì dove nasce il come, il che fare secondo la situazione in cui viviamo

Compagni e compagne del Congresso Nazionale Indigeno, oggi più che mai abbiamo bisogno di continuare a lottare come facevano i nostri antenati, Resistenza e Ribellione, ma ora per un cambiamento reale per i poveri della campagna e della città.

Dobbiamo costruire noi il mondo che vogliamo.

Compagne e compagni della Sexta del Messico e del mondo.

Noi sfruttati e sfruttate dobbiamo stare uniti nelle campagne e nelle città e costruire il mondo che vogliamo.

Pensiamo che a questo dobbiamo dedicare i nostri sforzi, i nostri sacrifici per lavorare ed organizzarsi, per sapere che cosa fare nel momento opportuno.

OGGI NON CI RESTA ALTRO che organizzarci da noi stessi, i popoli originari delle campagne e delle città.

In particolare noi comunità, tribù, nazioni e popoli originari, non abbiamo più dove rifugiarci. Siamo attaccati nelle campagne e nelle città, nessuno avrà dove rifugiarsi.

Oggi dobbiamo alzare i nostri sguardi, tra noi sfruttati ed organizzarci, lavorare e lottare insieme per essere organizzati in città e campagne.

Perché in verità noi popoli originari delle campagne e delle città, siamo testimoni che nel sistema capitalista non c’è niente di buono, assolutamente niente per una vita migliore per i popoli originari e per quelli di città.

Oggi ci vogliono distruggere rendendoci schiavi del capitalismo e contemporaneamente, finire di distruggere la nostra madre terra e la natura.

Oggi dobbiamo studiare ascoltando, guardando, imparando condividendo e praticando, dove e come è male e dove e come è bene, questo deve nascere in noi.

Come uscire dal male e come fare il bene.

Studiare le nostre storie passate per non ripetere il male, ma per correggere e migliorare.

Per quanto potenti siano gli sfruttatori, nessuno potrà sconfiggere un popolo organizzato.

Dunque, compagne e compagni del Congresso Nazionale Indigeno, compagni, compagne e compañeroas della Sexta del Messico e del mondo, fratelli e sorelle del Messico e del mondo in basso e a sinistra, organizziamoci e lottiamo affinché ci sia un mondo migliore, continuiamo a lavorare e costruire con intelligenza e saggezza.

Popoli originari del mondo, scienziati del mondo ed artisti del mondo, se ci organizziamo possiamo salvare il mondo e costruire un altro mondo migliore, per questo dobbiamo essere combattenti migliori.

Mentre ci cerchiamo e parliamo, compagne e compagni del Congresso Nazionale Indigeno, dobbiamo essere d’esempio alle nostre famiglie del Messico e del mondo, perché nessuno lotterà per liberarci se non noi stessi. Ci tocca mostrare la strada.

-*-

Compagne, compagni, compañeroas, fratelli, sorelle:

Che ascolti chi vuole ascoltare.

Che capisca chi vuole capire.

Perché è l’ora che questi suoli tornino ad essere seminati con il passo dei popoli originari.

È ora che questi cieli tornino a meravigliare con tutti i colori che siamo del colore della terra.

È ora che il cuore collettivo che siamo, si faccia ancora più grande. Che sia casa, consolazione e incoraggiamento alla lotta per chi si crede solo e senza via d’uscita.

E l’ora dei nostri popoli, delle nostre nazioni, delle nostre tribù, delle nostre comunità.

Ora è il momento di ricordare al Prepotente, ai suoi capoccia e capetti, chi ha partorito questa Nazione, chi fa funzionare le macchine, chi crea il cibo dalla terra, chi costruisce gli edifici, chi fa le strade, chi rivendica le scienze e le arti, chi immagina e lotta per un mondo così grande dove ci sia sempre un posto dove trovare cibo, rifugio e speranza.

Ascoltate bene, intendetelo:

Adesso è l’ora del Congresso Nazionale Indigeno.

Che al suo passaggio la terra tremi.

Che nel suo sogno il cinismo e l’apatia siano sconfitti.

Che nella sua parola si levi quella di chi non ha voce.

Che nel suo sguardo si illumini l’oscurità.

Che nel suo ascolto trovi casa il dolore di chi si crede solo.

Che nel suo cuore trovi consolazione e rassicurazione la disperazione.

Che con la sua sfida stupisca di nuovo il mondo.

-*-

Grazie Congresso Nazionale Indigeno.

Grazie per il suo esempio.

Grazie per non vendersi.

Grazie per non arrendersi.

Grazie per non tentennare.

Grazie per il suo passo fraterno, per il suo attento ascolto, per la sua generosa parola.

E diciamo forte che la nostra lotta è per la vita.

Per questo viviamo, per questo moriamo, e per questo diciamo:

CHE SEMPRE VIVANO LE COMUNITÀ, TRIBÙ, NAZIONI E POPOLI ORIGINARI DEL MESSICO E DEL MONDO!

CHE SI ACCENDA DI NUOVO IL COLORE CHE SIAMO DELLA TERRA!

CHE UNA VOLTA ANCORA SI LEVI LO SGUARDO ED IL PASSO DEL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO E DI TUTTI NOI CHE SIAMO CON LUI!

Grazie per il vostro ascolto, parola e cuore.

Dal CIDECI-UNITIERRA, Chiapas, Messico.
A nome degli anziani, bambini, donne e uomini dell’esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Subcomandante Insurgente Moisés
il giorno 11 ottobre dell’anno 2016

Testo originale

Traduzione “Maribel” – Bergamo

Read Full Post »

Il CNI si rafforza.

Congresso Nazionale Indigeno

RAFFORZA IL SUO SPAZIO PER COMPRENDERE E LOTTARE

Il Congresso Nazionale Indigeno (CNI) ha allungato il passo a partire dalla riunione che ad agosto, a San Cristóal de las Casas, Chiapas, ha riunito rappresentanti da tutto il paese. Nella riunione sono stati analizzati i conflitti che vivono i popoli, nazioni, comunità, tribù e quartieri, come diceva don Juan Chávez Alonso. Da allora, dagli angoli più insospettati, fervono le riunioni per privilegiare quello che è sempre stato il cuore della sua proposta: rafforzare uno dei pochi spazi di dialogo libero dove la gente può riconoscersi cercando di comprendere insieme.

Fino ad ora si sono realizzate molte riunioni regionali ad Hopelchén, Campeche, il 12 ottobre; a San Lorenzo de Azqueltán, Jalisco, il 9 e 10 novembre; a San Ignacio Arareco, Chihuahua, il 14 e 15 novembre; a Villa de Ayala, Morelos, il 30 novembre; ed a Xpujil, Campeche, il 7 dicembre.

Ci saranno altre riunioni in altre regioni dove la gente possa sistematizzare quanto gli accade e promuovere legami a vari livelli, ma già si consolidano convinzioni e certezze.

Ad Hopelchén il CNI ha dichiarato: “Alziamo la voce per denunciare la sottrazione di terre ejidali in tutta la penisola (dello Yucatan) e delle nostre sementi native da parte delle grandi imprese transnazionali che ce le rubano scambiandole con prodotti transgenici che inquinano la terra ed il miele; denunciamo la discriminazione storica dei popoli maya della penisola che si traduce nella mancanza di riconoscimento dei diritti sanciti dalla Costituzione del nostro paese; denunciamo che i programmi che il governo implementa sono un insulto alla nostra memoria e dignità ed hanno come unica finalità quella di dividerci come popolo; denunciamo la persecuzione e repressione dei governi federale, statali e municipali contro chi lotta per recuperare la memoria”.

A San Lorenzo de Azqueltán il CNI ha affermato: “Denunciamo che gli interessi capitalisti che minacciano e colpiscono i nostri territori sono collusi con gruppi del crimine organizzato nazionale e internazionale insieme ai diversi ordini e livelli di governo che formano un fenomeno complesso che si dota di forme legali e illegali per spogliarci delle nostre risorse e dei nostri territori”.

A San Ignacio Arareco ha detto: “Vediamo che mettono in pratica le loro politiche di disprezzo, di sopruso, di discriminazione e distruzione. Vediamo anche che i partiti politici coi loro deputati e senatori (PAN, PRD, PRI, eccetera) approvano leggi a favore dei capitalisti, come nel caso della riforma all’articolo 27 della Costituzione nel 1992; la legge agraria riformata nel 1992 il cui fine è separare la terra dai contadini, la terra da noi indigeni. Hanno abrogato la legge federale della riforma agraria e con essa gli articoli relativi alla dotazione di terra e bosco ejidali e comunali. Hanno approvato il trattato di libero commercio, la legge del settore minerario a beneficio dei grandi consorzi nazionali e stranieri, la legge sulla biosicurezza degli organismi geneticamente modificati (Legge Monsanto), la legge per la protezione e lo stimolo dei semi migliorati e varietà native messicane (per la coltivazione di transgenici), la legge federale di accesso ed utilizzo delle risorse genetiche (per legalizzare la biopirateria), la legge sulle acque nazionali che legalizza la privatizzazione dell’acqua, la legge sulla proprietà industriale che permette il brevetto di conoscenze e saperi indigeni”.

A Villa de Ayala, Morelos, il CNI ci ha ricordato che “il seme gettato dal nostro generale e capo Emiliano Zapata continua a fiorire”. Ha commemorato il 102° anniversario della promulgazione del Plan de Ayala, “del quale siamo i eredi”, ed ha esortato le donne, bambini, giovani, nonne e nonni, gli uomini di buon cuore, “ad unire la nostra parola per continuare nella difesa della madre terra, dell’acqua, del bosco, degli animali che che la abitano”.

In ultimo a Xpujil, i rappresentanti indigeni hanno ratificato il riconoscimento degli Accordi di San Andrés “come legge suprema nel seno dei nostri popoli ed organizzazioni per vivere l’autonomia”. Ed hanno aggiunto: “Siamo solidali con tutte le lotte degne che si appellano alla vita, alla convivenza ed al rispetto delle differenze. La nostra lotta è permanente e condivideremo la nostra parola, la nostra proposta ancestrale e le nostre esperienze di lotta e resistenza per rafforzarci come popoli, fino al raggiungimento della vita degna che sappiamo essere possibile”.

Ojarasca – Gennaio 2014

Testo originale

Qui il PDF del supplemento de La Jornada: ojarasca201

Traduzione “Maribel” – Bergamo

Read Full Post »

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: