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1994: Carlos Salinas de Gortari invia tre quarti dell’esercito federale in Chiapas, bombarda indiscriminatamente le comunità indigene ed uccide civili ed insorti con il colpo di grazia.
1995: Ernesto Zedillo Ponce de León finge il dialogo mentre tenta di assassinare la Comandancia Generale dell’EZLN e crea gruppi paramilitari responsabili di massacri e sfollamenti.
2001: Vicente Fox Quesada, simula il ritiro di postazioni militari mentre ne rinforza altre.
2008: Felipe Calderón Hinojosa tenta di montare una provocazione con l’incursione dell’esercito federale nel Caracol della Garrucha.
2012: Durante il mandato de Enrique Peña Nieto le Giunte di Buon Governo diffondono centinaia di denunce di vessazioni, espropri e repressioni. In questo contesto, il 2 maggio 2014 il Maestro Galeano viene assassinato dai paramilitari.
2019: Con l’arrivo di Andrés Manuel López Obrador al governo federale, si incrementano pattugliamenti, sorvoli e la presenza militare.
Ogni sei anni la guerra contro le comunità indigene zapatiste ha avuto diversi nomi e volti, la classe politica ed i gruppi di potere passano, la resistenza e la ribellione perdura e fiorisce. Il lopezobradorismo sbaglia se pensa che le compagne ed i compagni zapatisti siano soli. I progetti capitalisti e neoliberali, come il Treno Maya, non passeranno.
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