I 43 studenti di Ayotzinapa spariti per il legame tra Stato e gruppi criminali.
Messico 30 novembre 2018 Associazione Ya Basta! Êdî bese!
Per la Comisión Nacional de Derechos Humanos messicana non ci sono dubbi: la sparizione forzata di 43 studenti, l’omicidio di altre 6 persone e il ferimento di altre 42 persone nella notte tra il 26 e 27 settembre 2014 sono avvenuti per il legame della polizia municipale di Iguala, della polizia statale, della polizia federale e dell’esercito con i gruppi criminali organizzati.
La conferma di quanto è sempre stato sostenuto dai familiari degli studenti desaparecidos e dagli attivisti che accompagnano la loro lotta per la verità e la giustizia ora è scritta nero su bianco in un report di oltre 2000 pagine e 16 “raccomandazioni”: a essere tirati in ballo nelle responsabilità sono il sindaco di Iguala, il Congresso Statale, la Difesa, la Marina Militare e anche il Presidente Enrique Peña Nieto. Per il presidente della CNDH, Luis Raúl González Pérez varie «autorità hanno violentato il diritto alla verità delle vittime e della società in diverse occasioni».
La complicità è evidente dal momento che le autorità non hanno indagato in profondità, per omissione o tolleranza dei funzionari pubblici di diversi ordini di governo: «un crimine di tali dimensioni è potuto succedere solo per la penetrazione del crimine organizzato nelle strutture di governo», ha detto il rappresentante della CNDH.
Il report evidenzia anche le responsabilità della PGR (Procura Generale della Repubblica), con azioni di depistaggi e la volontà di insabbiare il caso, ma d’altra parte riabilita parzialmente la “verdad historica” prodotta dalla stessa PGR e smentita varie volte dalle indagini indipendenti.
Secondo la CNDH, nella discarica di Cocula, almeno 19 persone sono state bruciate in tempi compatibili con la scomparsa dei 43 studenti. Le analisi sui resti ritrovati tuttavia non danno la possibilità di risalire a chi appartengano tali ossa. Questa rivelazione ha suscitato grande attenzione nei media, tanto che si può leggere nei giornali messicani della “riabilitazione” della verità storica e dei funzionari che l’hanno prodotta. Quest’ultimo annuncio è stato criticato dall’EAAF, l’Equipo Argentino de Antropologia Forense: «l’EAAF non è d’accordo con una parte importante delle conclusioni raggiunte dalla raccomandazione della CNDH nell’interpretazione e nelle conclusioni per quanto riguarda la discarica di Cocula ed i risultati presumibilmente recuperati da un sacchetto del Río San Juan, Cocula, secondo la PGR».
(QUI il comunicato completo).
La battaglia per la verità continua. Il Segretario di governo uscente Navarrete Prida ha accettato il report e le raccomandazioni e ha commentato con un lapidario «è compito del nuovo governo risolvere il caso Ayotzinapa». E in effetti, il nuovo presidente Andrés Manuel Lopez Obrador, che entrerà in carica il 1° dicembre, come primo atto del suo governo, ha convocato al Palacio Nacional i genitori dei 43 studenti dei desaparecidos e gli avvocati che li seguono per lunedì 3 dicembre. Già da lunedì infatti è prevista l’emanazione del decreto presidenziale con cui verrà creata una Commissione di indagine, strumento «importante perché non è una Commissione per la Verità in termini classici, ma un meccanismo straordinario di giustizia, con facoltà penali» ha segnalato Mario Patrón del Centro de Derechos Humanos Miguel Agustín Pro Juárez, organizzazione che segue i familiari fin dall’inizio.
Dopo oltre 50 mesi dalla sparizione forzata, si apre uno spiraglio per i familiari: la speranza è che il nuovo governo progressista possa dar seguito alle volontà dei familiari e alle indicazioni delle varie indagini indipendenti e ritrovare la strada che conduce alla verità, alla giustizia e al castigo dei colpevoli.
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