La Jornada – Martedì 21 gennaio 2014
Si vuole costruire un centro commerciale su terre ejidales
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 20 gennaio. Le autorità municipali di Tila, emanazione del Partito Verde Ecologista del Messico (PVEM), questo lunedì hanno iniziato un sondaggio, chiamato consultazione cittadina, per cercare il consenso all’esproprio della Sala Civica del Popolo per la costruzione di un centro commerciale su terre ejidali, nel centro della città, dove gli ejidatarios reclamano il riconoscimento dei loro diritti di proprietà comunale.
Il Centro dei Diritti Umani Miguel Agustín Pro contesta la legalità e legittimità di questo sondaggio che non rispetta gli standard minimi di correttezza, in particolare trattandosi di una località indigena.
La consultazione ed il consenso previo, libero e informato non si realizza con due domande insidiose e con il falso pretesto dello sviluppo economico che implicherebbero i cambiamenti strutturali nello stile di vita della comunità. Deve essere realizzata in buona fede, secondo le procedure che utilizzano le comunità per tramite delle loro strutture organizzative, oltre che essere esaustiva, e garantire che l’informazione arrivi ai destinatari mediante diverse forme di comunicazione e nella propria lingua.
Ancora più grave, ritiene il Centro, “è che le autorità promuovano la consultazione con una firma anonima (‘Cittadinanza di Tila, Chiapas’), cosa che la priva di qualsiasi legalità; oltre che si vuole realizzare un sondaggio per disporre di un immobile che non appartiene al municipio, bensì all’ejido Tila”, nella zona nord dello stato.
I fatti si inseriscono nelle azioni delle autorità, particolarmente del municipio, di esproprio sistematico di parte della superficie e strutture che appartengono all’ejido, che difende il suo territorio da più di 50 anni.
Nonostante sentenze favorevoli, il municipio si rifiuta di restituire la superficie e gli edifici alienati, ed attualmente la contesa si trova davanti al plenum della Corte Suprema di Giustizia della Nazione.
Bisogna ricordare che lo scorso 14 gennaio, l’ejido Tila, aderente alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, ha denunciato gli ultimi tentativi di consumare l’esproprio ed ha presentato ricorso, poiché il municipio a dicembre ha presentato il modellino di un centro commerciale sulla superficie che attualmente occupa la Sala Civica del Popolo, edificio che risale agli anni ’30, su terreno ejidale. Funzionava come sala riunioni dell’assemblea dell’ejido e delle sue autorità. 23 anni fa fu occupato dalla polizia municipale (Protezione Civile), la stessa che ancora oggi lo gestisce come immobile proprio, essendo che storicamente e legalmente appartiene all’ejido, spiega il centro Pro.
Il 14 novembre 2001, un tribunale collegiale riconobbe all’ejido un ricorso (fascicolo AR 223/2001) contro atti di diverse autorità municipali che avevano danneggiato l’antica presidenza municipale ed avevano usurpato la Sala Civica del Popolo.
“L’esproprio colpisce i valori culturali e le forme di organizzazione proprie della popolazione chol e la sua relazione con questo spazio, dato il significato che riveste la Sala Civica come valore culturale e spazio di interazione comunitaria”, si sottolinea nella denuncia del centro Pro.
Innanzitutto, queste azioni non considerano che questa superficie fa parte dell’ejido Tila e che è un territorio indigeno che non può essere coinvolto senza l’autorizzazione dell’assemblea quale massima istanza di autorità ejidale e indigena. http://www.jornada.unam.mx/2014/01/21/politica/016n1pol
Rispondi