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Denuncia pubblica degli sfollati di Banavil
4 settembre 2013, San Cristobal de Las Casas, Chiapas.
Al Congresso Nazionale Indigeno
Ai Centri dei Diritti Umani onesti e indipendenti
Ai mezzi di comunicazione indipendenti
Alla società Civile nazionale e internazionale
Agli Aderenti alla Sexta
Alla Rete Contro la Repressione
Alle Giunte di Buon Governo
All’opinione pubblica
Il 4 dicembre del 2011, in 13 persone siamo state aggredite e costrette a fuggire dai priisti di Banavil, municipio di Tenejapa, Chiapas, e tutto questo perché crediamo nell’autonomia zapatista. Nostro padre Alonso López Luna è stato fatto sparire dalla gente della comunità e dalle autorità comunitarie. Per un anno e nove mesi non ci hanno completamente ignorato; il governo federale, statale ed il Pubblico Ministero Specializzato nella Giustizia Indigena, Cristóbal Hernández Lopez, sono complici degli aggressori ed appoggiano gli assassini. Ci domandiamo, dov’è lo stato di diritto? Che dovrebbe impartire la giustizia, ma per questo stato la giustizia è lasciare liberi gli assassini ed imprigionare gli innocenti come Lorenzo Lopez Giron e Francisco Santiz Lopez.
Venerdì 30 agosto abbiamo ricordato con grade tristezza i desaparecidos come nostro padre Alonso Lopez Luna e molti altri, a causa della guerra sporca del governo, li ricordiamo con tristezza e con coraggio nei nostri cuori, sperando che un giorno arrivi la verità e la giustizia. Perché la giustizia non è ancora arrivata come dimostra la nostra denuncia che giace da mesi presso il Tribunale di Tuxtla Gutierrez, caso n. 523/2013, affinché si eseguano gli 11 mandati di cattura contro gli aggressori ed assassini. Ma non c’è risposta e l’impunità impera contro di noi popoli indigeni discriminati.
Abbio visto cosa è successo recentemente nell’ejido Puebla, dove sono sfollate 91 persone tra uomini, donne e bambini, ed anche in questo caso il Pubblico Ministero per la Giustizia Indigena, Cristóbal Hernandez, non applica lo stato di diritto, sta solo a guardare quello che fanno ai nostri fratelli sfollati e perfino proibisce loro di diffondere pubblicamente le loro denuncie, che è l’unica forma di difesa dei fratelli cattolici. Ci domandiamo dove sono i nostri diritti come popoli indigeni. E per quanto resteranno impunite le aggressioni contro i nostri fratelli dell’ejido Puebla.
Noi profughi di Banavil viviamo in condizioni inumane e condividiamo con voi la nostra memoria delle molte aggressioni contro di noi ed i nostri fratelli dell’ejido Puebla; essere profughi non è vivere come esseri umani, perché gli esseri umani hanno dei diritti.
Che dicano gli aggressori cosa hanno fatto a nostro padre, perché gli aggressori sanno quello che è successo. Sono trascorsi i mesi e la giustizia non arriva. E questi aggressori ed assassini sono liberi e non c’è stata alcuna punizione né prigione per loro, mentre gli innocenti vengono condannati ad anni di prigione.
Al signor presidente della repubblica Enrique Peña Nieto ed al Governatore Manuel Velasco Coello:
Vogliamo la verità sulla sparizione forzata di nostro padre Alonso López Luna.
Vogliamo giustizia per i fatti successi il 4 dicembre 2011.
Vogliamo giustizia per i fratelli sfollati dell’ejido Puebla
Vogliamo la libertà per il nostro fratello Alberto Patisthan condannato a 60 anni di prigione.
Distintamente
I profughi di Banavil, municipio di Tenejapa, Chiapas.
Simpatizzanti dell’EZLN
Lorenzo Lopez Giron
Miguel Lopez Giron
Petrona Lopez Giron
Anita Lopez Giroz
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