La Jornada – Martedì 16 aprile 2013
Convocata una marcia per la liberazione del professor Alberto Patishtán
HERMANN BELLINGHAUSEN
Il Movimento di El Bosque per la Libertà di Alberto Patishtán Gómez e l’organizzazione Pueblo Creyente della diocesi di San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, hanno convocato una particolare “peregrinazione” il prossimo venerdì 19 a Tuxtla Gutiérrez per manifestare di fronte al tribunale in cui, prima della fine di aprile, si deciderà se Patishtán resterà in prigione o gli sarà concessa la libertà che fino ad ora tutte le istanze giudiziarie gli hanno negato.
Quella che sarà anche una marcia politica partirà dalla fonte di Diana Cacciatrice, nella capitale chiapaneca, per raggiungere la sede del tribunale. Da una dea greca nuda ad un tribunale civile, un percorso particolare per una “peregrinazione” religiosa che festeggia “che il prigioniero politico chiapaneco e professore compie 42 anni” – dei quali più di 12 dietro le sbarre – mentre aspetta la decisione “dell’ultimo spiraglio legale per ottenere la libertà o trascorrere altri 48 anni in prigione accusato di reati che non ha commesso”.
Diversi media liberi delle due città chiapaneche (Koman Ilel, Radio Pozol, Radio Zapatista, Centro de Medios Libres e Chiapas Denuncia Pública) hanno invitato per questa settimana ad “un’azione su twitter” e ad altre manifestazioni pubbliche rivolte al tribunale federale in favore della liberazione di Patishtán: “In Chiapas è normale che centinaia di persone, in particolare indigeni, siano ingiustamente nelle prigioni, torturati, con prove inventate, processi imbrogliati e giudici corrotti. Ci sono anche casi di prigionieri politici, persone imprigionate ingiustamente come punizione illegale per le loro attività politiche per il bene collettivo”, sostengono.
Lo scorso 6 marzo la Corte Suprema di Giustizia della Nazione decise di non assumere la competenza per rivedere il caso di Patishtán, rimettendolo ad un tribunale. Di fronte a questo, “per il terzo venerdì consecutivo” i media liberi invitano “ad un’azione su twitter, nella quale cercheremo di collocare l’hashtag #LibertadPatishtan come trending topic (TT); ci siamo già riusciti una volta ed ora ci riproviamo”. Collocare l’hashtag come TT, sostengono, “permetterà che più persone possano sapere, documentarsi e, forse, agire di conseguenza”.
Propongono di “twittare in massa alla stessa ora”, dalle 10 alle 12, e dalle 16 alle 19, venerdì prossimo 19 aprile: “Forza gente, tirate fuori i vostri migliori 140 caratteri e lottiamo per #LibertadPatishtan”.
In Francia, nella Settimana Internazionale di Solidarietà con le Prigioniere e i Prigionieri Politici, diversi collettivi europei annunciano eventi e pronunciamenti a favore degli aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona imprigionati in Chiapas ed in altre entità. Oltre a Patishtan e all’oaxaqueño Álvaro Sebastián Ramírez, si tratta di Juan Díaz López, Rosa López Díaz, Alfredo e Pedro López Jiménez, Juan López González, Juan Collazo Jiménez, Benjamín López Aguilar, Alejandro Díaz Sántiz, Antonio Estrada Estrada, Miguel Vásquez Deara, Miguel Demeza Jiménez, Enrique Gómez Hernández , Rosario Díaz Méndez, Máximo Mojica Delgado, María de los Ángeles Hernández Flores, Santiago Nazario Lezma e Braulio Durán.
Dal 14 al 21 di aprile a Parigi si riuniscono diversi collettivi ed organizzazioni solidali con i prigionieri curdi, tamil, palestinesi, saharaui, baschi, mapuche, corsi e irlandesi, così come i gruppi che chiedono la libertà dei noti prigionieri politici Leonard Peltier, Georges Ibrahim Abdallah e Mumia Abu-Jamal. Vi parteciperanno inoltre le ex prigioniere messicane che hanno denunciato il caso Atenco, Bárbara Italia, Georgina Edith Rosales Gutiérrez, María Patricia Romero Hernández, Norma Aidé Jiménez Osorio, Claudia Hernández Martínez, Ana María Velasco Rodríguez, Yolanda Muñoz Diosdada, Cristina Sánchez Hernández, Patricia Linares, Suhelen Gabriela Cuevas Jaramillo e Mariana Selvas.
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