La Jornada – Giovedì 7 marzo 2013
I profughi di Banavil chiedono l’intervento di Peña Nieto
HERMANN BELLINGHAUSEN
Le famiglie sfollate più di un anno fa da Banavil, municipio di Tenejapa, Chiapas, hanno chiesto al governatore Manuel Velasco Coello ed al presidente Enrique Peña Nieto di intervenire affinché possano tornare a breve nella loro comunità. Hanno inoltre chiesto almeno il corpo di Alonso López Luna, rapito, scomparso e probabilmente ucciso da alcuni coloni di Banavil e Las Mercedes.
Ricordano che il 4 dicembre 2011 furono aggredite da persone affiliate al PRI di queste comunità. Lorenzo López Girón, allora ferito gravemente e unico arrestato racconta: “Sono entrati nella cucina di casa ed hanno preso nostro padre che è tuttora desaparecido, ma il pubblico ministero non ha fatto niente, è complice degli aggressori e si rifiuta di cercare il suo corpo”.
Denunciano che il funzionario Cristóbal Hernández López, “ci ha mentito riguardo alle indagini e sulla cattura degli assassini che vigliaccamente l’hanno aggredito, fatto sparire, squartato e nascosto il corpo”.
A causa dei fatti fu imprigionato a Tenejapa per 14 mesi Francisco Sántiz López, base di appoggio zapatista, senza ragione alcuna, ma con l’accusa di aver ucciso uno degli aggressori, quando non si trovava nemmeno sul posto al momento dei fatti. Le accuse sono cadute dopo un’intensa campagna internazionale.
Le quattro famiglie López Girón, rifugiate a San Cristóbal de las Casas e ritenute simpatizzanti zapatisti, sostengono: “Siamo stati derubati delle nostre terre e non abbiamo potuto tornare. Chiediamo al governo federale e statale di applicare la legge e di fare giustizia, perché conoscono i responsabili che sono liberi, per loro non c’è stata punizione , e si stanno impadronendo di nostri terreni che vogliono suddividere in ejido tra Santa Rosa e Banavil.”
Ancora una volta identificano gli aggressori: Antonia López Pérez, Lucía López Ramírez e Antonia Girón Gómez, e Alonso López Ramírez, Diego, Pedro e Manuel Méndez López, Agustín Méndez Luna, Alonso e Agustín Guzmán López, Diego Guzmán Méndez, Antonio e Alonso López Méndez e Pablo López Intzín.
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