La Jornada – Venerdì 11 gennaio 2013
Il Frayba chiede la liberazione immediata di Francisco Santiz López
Hermann Bellinghausen
Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba) sostiene che il governo federale non ha elementi per continuare a privare della libertà Francisco Santiz López, base di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), e deve liberarlo immediatamente, considerando che lo scorso 3 gennaio il magistrato del primo tribunale ha concesso protezione e supporto da parte della giustizia federale al commerciante e contadino tzeltal di Tenejapa, Chiapas, la cui liberazione è chiesta da decine di organizzazioni e collettivi e migliaia di persone di 30 paesi e dalla giunta di buon governo di Oventic.
La sentenza riconosce che il giudice primo per i reati penali federali in Chiapas ha trasgredito le garanzie giudiziarie tenendolo in prigione. Secondo il Frayba, per avvalorare il reato di detenzione di armi da fuoco ad uso esclusivo delle forze armate, attribuito all’indigeno, si è basato solo su prove che lo pregiudicavano, senza valutare tutte le altre prove esistenti, come le otto testimonianze che riferiscono testualmente che Santiz López non aveva nessun’arma; esistono anche altre prove che il giudice ha omesso di considerare.
Bisogna ricordare che lo zapatista civile, accusato falsamente di aver partecipato ad un’aggressione di gruppi priisti contro le famiglie di Banavil, municipio di Tenejapa, più di 13 mesi fa, è rinchiuso nel Centro Statale di Reinserimento Sociale N. 5, a San Cristóbal de las Casas, dal 4 dicembre 2011. Sebbene assolto da tutte le accuse pochi mesi dopo il suo arresto, le autorità hanno deciso di tenerlo in prigione con la tardiva accusa di aver posseduto un’arma proibita, accusa che non sono mai riusciti a provare.
Il Frayba sottolinea che, in conseguenza della protezione concessa, si ordina al giudice di determinare la situazione giuridica del detenuto prendendo in considerazione tutte le prove e non solo quelle che lo accusano, come fatto nell’atto di arresto impugnato.
Di fronte a ciò, il citato giudice ha l’opportunità di fare giustizia potendo concedere la libertà immediata all’indigeno. Anche il Frayba ritiene che è una buona opportunità per il governo del Chiapas di fare la cosa giusta per compiere quello che il governatore Manuel Velasco Coello ha dichiarato il primo di gennaio in riferimento alla situazione di Santiz López e del professore tzotzil Alberto Patishtán Gómez, aderente dell’Altra Campagna: Per il governo statale è necessaria la loro pronta scarcerazione.
Non dimentichiamo che il suo predecessore, Juan Sabines Guerrero, fu prodigo di simili dichiarazion e promesse al riguardo che non ha mai mantenuto.
Per il resto, il Frayba chiede di porre fine alle pratiche in cui lo Stato messicano utilizza il sistema giudiziario per criminalizzare le basi di appoggio dell’EZLN. Considera imprescindibile rispettare i progressi nel diritto alla loro libera determinazione, attraverso l’autonomia zapatista, in base agli accordi di San Andrés e suoi riferimenti internazionali: Trattato 169 dell’OIT e la Dichiarazione delle Nazioni Unite dei Diritti dei Popoli Indigeni.
Intanto, Rosario Díaz Méndez, detenuto dell’Altra Campagna e membro della Voz del Amate, negli ultimi tre mesi ha subito i ritardi ingiustificati del giudice di Simojovel. La magistrata ha ripetutamente rimandato la data dell’udienza di revisione del suo caso e quindi dare avvio alla sua liberazione. http://www.jornada.unam.mx/2013/01/11/politica/020n1pol
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