La Jornada – Martedì 12 giugno 2012
Si diffonde nel mondo la richiesta di liberazione di Santiz e Patishtán
Hermann Bellinghausen
La diffusione di eventi per chiedere la liberazione di Francisco Santiz López ed Alberto Patishtán Gómez, prigionieri indigeni in Chiapas, ha portato la seconda settimana mondiale, denominata Abbattiamo le pareti delle celle, su decine di siti web e numerosi account di Twitter e Facebook, con immagini che mostrano azioni e proteste in luoghi pubblici di diversi stati della federazione e in decine di città in Europa, Africa, America Latina, Stati Uniti e Canada, molte davanti ad ambasciate e consolati del Messico.
Nel frattempo, la Segreteria degli Affari Giuridici e Diritti Umani della Segreteria di Governo ha dichiarato la sua posizione rispetto alle richieste di liberazione dei prigionieri politici del Chiapas che hanno ricevuto le missioni diplomatiche del Messico nei diversi paesi: “In quanto a concedere la libertà immediata a Francisco Santiz López si informa che questo ente non possiede la facoltà di decretare questa sollecitudine”. Rispetto alla sparizione a Banavil di Alonso López Luna nel dicembre scorso, dopo un’aggressione di priisti armati durante i fatti violenti dei quali è accusato Santiz López, base di appoggio zapatista, semplicemente l’ente comunica che c’è un’indagine in corso “per presunto omicidio” del desaparecido. Firma Carlos Garduño Salinas, direttore generale aggiunto di Investigación y Atención de Casos de Gobernación.
Bisogna ricordare che il 28 maggio scorso, il Movimiento por la Paz con Justicia y Dignidad ha permesso al professor Martín Ramírez, rappresentante del villaggio di El Bosque, di esporre il caso di Patishtán ai quattro candidati presidenziali nel Castello di Chapultepec, anche se nessuno ha poi manifestato un suo impegno al riguardo.
Questa settimana sono state diffuse decine di immagini in cui si vedono persone, perfino gruppi numerosi, che espongono cartelli e foto dei due indigeni chiapanechi e chiedono la loro liberazione immediata in Togo, Olanda, Canada, Belgio e Portogallo. Oppure in città come Valencia, Carcasson, Parigi, Seul, Chicago, Bilbao, Buenos Aires, Torino, Río de Janeiro e Cochabamba.
Nell’edizione di lunedì, il settimanale on line Desinformémonos, per esempio, raccoglie immagini di solidarietà, da Merida e Los Mochis, Valle de Chalco, Cholula, Unión Hidalgo, le spiagge di Huatulco, Cuernavaca, Toluca e Distrito Federal. In Chiapas si sono svolte manifestazioni pubbliche per chiedere giustizia per Santiz e Patishtán a Tapachula, nella Casa del Migrante Hogar de Misericordia in Arriaga, a San Andrés Larráinzar, El Bosque, Oventic ed Acteal. Altre manifestazioni a favore di questa richiesta si sono svolte a Totonacapan, Cherán, San Cristóbal de las Casas, Tuxtla Gutiérrez, Jalapa y Querétaro.
A New York, i gruppi di donne e anti-razzisti del Movimento Occupy Wall Street, si sono uniti alla Seconda Settimana di Lotta Mondiale per la Liberazione di Patishtán e Santiz López.
Tuttavia, né le autorità federali né quelle statali del Chiapas hanno mostrato una migliore disposizione, salvo fare solo dichiarazioni, per rispondere a questa domanda che si basa sulla provata innocenza dei due prigionieri. http://www.jornada.unam.mx/2012/06/12/politica/019n1pol
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