La Jornada – Mercoledì 12 ottobre 2011
Il Tribunale Permanente dei Popoli darà visibilità agli indigeni
MATILDE PÉREZ U.
Si installato il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) che sarà un luogo per pensare ad una nuova costituente ed opererà affinché i popoli indigeni siano riconosciuti come soggetti di diritto, ha affermato il vescovo di Saltillo, Raúl Vera López, partecipando al forum Messico ed il Mondo Attuale, organizzato da Casa Lamm e La Jornada.
Dopo aver raccontato alcune delle sue esperienze nella lotta dei minatori di Pasta de Conchos, nel lavoro per documentare la sparizione di almeno 200 persone a Coahuila e la creazione della Rete dei Familiari Desaparecidos, Vera López ha riferito che la lotta del vescovo Samuel Ruiz García affinché gli indigeni – i più poveri – fossero considerati soggetti di diritto, continua ed ora con il TPP saranno visibili e saranno presi in considerazione.
In questo tribunale, ha specificato, “si farà una radiografia chiara di chi guida il paese, della mancanza di razionalità e si recupererà il vero sentire politico e della giustizia”.
Luis Hernández Navarro, opinionista di La Jornada, e Magdalena Gómez, collaboratrice di questa testata, hanno descritto i precedenti del TPP, stabilito formalmente nel 1979 a Bologna, Italia, ed il cui compito è dare visibilità ed esaminare i casi in cui si commettono crimini contro l’umanità.
Hernández Navarro ha raccontato che, nei 32 anni di esistenza del TPP, i suoi 130 membri si sono riuniti in più di 40 occasioni per giudicare dai genocidi fino ai crimini ambientali ed abusi commessi dalla Banca Mondiale, dal Fondo Monetario Internazionale e da imprese transnazionali in diversi paesi. Nel caso del Messico si stabilirà dopo quattro anni di intenso lavoro realizzato da Andrés Barreda per giudicare i casi che denunceranno i popoli. “Sarà una tribuna per dare la parola a chi subisce abusi, uno spazio per conservare la memoria; sarà il luogo in cui i popoli che hanno subito gravi violazioni ai propri diritti presentino i loro casi”.
Jorge Fernández Souza, avvocato e studioso dell’Università Autonoma Metropolitana, ha affermato che nel paese lo stato di diritto è praticamente sepolto, perché “si è persa la bussola del diritto; si è distorto tutto, c’è distanza tra la legge e quello che succede nella realtà. La possibilità di accedere ad istanze minimamente credibili è scarsa”.
Ha dichiarato che il TPP farà da cassa di risonanza, perché la sua statura morale è molto alta.
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