Los de Abajo
Deve essere liberato
Gloria Muñoz Ramírez
Il professor Alberto Patishtán Gómez, professore tzotzil e membro della Voz del Amate, è stato arrestato in Chiapas nel 2000 e condannato a 60 anni di prigione. Difensore della sua comunità e dei diritti degli indigeni ingiustamente imprigionati, oltre ad essere membro dell’Altra Campagna, lo scorso 20 ottobre è stato ingiustificatamente trasferito in una prigione federale di Guasave, Sinaloa. Da 12 anni gli abitanti della sua comunità, gruppi sociali ed organizzazioni per i diritti umani lottano per la sua libertà.
Il 29 febbraio scorso, il giudice di distretto di Tuxtla Gutiérrez, Chiapas, ha ordinato il ritorno del professor Patishtán nel Carcere numero 5, con sede a San Cristóbal de Las Casas, a riconscimento dei suoi diritti umani violati. Questo vuol dire che da un momento all’altro l’attivista sociale sarà di nuovo in Chiapas, più vicino ai suoi familiari, ma anche che continuerà a restare in carcere per un delitto che non ha commesso, per essere indigeno e, la cosa peggiore, per essersi organizzato dentro le prigioni per chiedere la sua libertà e quella dei suoi compagni.
Accusato di aver ucciso sette poliziotti a Las Limas (El Bosque), nel giugno del 2000, Patishtán, insieme ad altri detenuti accusati di reati inventati, aveva organizzato scioperi della fame e mobilitazioni internazionali, ottenendo la liberazione di molti di loro. Questo ha fatto sì che improvvisamente lo trasferissero in una prigione federale a 2 mila chilometri di distanza, azione che è stata deplorata dai difensori dei diritti umani del Messico e del mondo, come Amnesty International che ha denunciato che il trasferimento è una rappresaglia per il suo ruolo attivo negli scioperi della fame e nelle rivendicazioni per il rispetto dei diritti umani dei detenuti.
Patishtán apparteneva ad un gruppo di comuneros avversari dell’allora presidente municipale di El Bosque, il priista Manuel Gómez Ruiz, che li teneva sotto minaccia. Il giorno dei fatti, Patishtán si trovava nel municipio di Huitiupan insieme a dei padri di famiglia, perché lì dirigeva una casa d’accoglienza, fatto esposto chiaramente negli atti. La sua liberazione deve essere immediata.
(Circola una campagna di solidarietà con la comunità di San José del Progreso, Oaxaca, dove è stato assassinato Bernardo Vásquez, dirigente della sua comunità contro il progetto dell’impresa mineraria canadese Fortuna Silver Mines, e membro del Tribunale Permanente dei Popoli.Per aderire, scrivere all’indirizzo di posta elettronica: afectadosambientales@yahoo.com.mx)
http://www.jornada.unam.mx/2012/03/17/opinion/017o1pol