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Archive for 21 agosto 2011

Le popolazioni del Guerrero iniziano la lotta contro il lavoro delle miniere straniere.

Oggi più di 700 poliziotti comunitari verranno dispiegati nella Costa Chica e nella Montaña.

Il governo federale ha concesso le autorizzazioni alle imprese per sfruttare i giacimenti in un’area di 500 km.

Non “hanno chiesto il permesso”, l’attività è inquinante e si portano via i profitti, dicono.

Sergio Ocampo Arista, corrispondente
La Jornada, domenica 21 di agosto 2011

Chilpancingo, Gro., 20 agosto. Dalle 7 alla mezzanotte di domenica, la Polizia Comunitaria dispiegherà i suoi 700 circa integranti per le strade, i sentieri e i viottoli, così come all’entrata e all’uscita delle 63 comunità dei 10 municipi delle regioni Costa Chica e Montaña, per informare dell’inizio della lotta contro le imprese minerarie canadesi e inglesi che vogliono sfruttare giacimenti di oro e argento, ed altri metalli, senza il consenso dei popoli indigeni.

Così ha reso noto Valentín Hernández, consulente giuridico del gruppo di autodifesa conosciuto anche come Coordinamento Regionale delle Autorità Comunitarie (CRAC), che in un’intervista telefonica ha affermato che i poliziotti comunitari installeranno dei posti di blocco dai quali informeranno sui passi in avanti della lotta contro le compagnie minerarie.

Ha ricordato che quelle imprese straniere vogliono sfruttare giacimenti in un’area di 500 km a partire dalle concessioni rilasciate dal governo federale soprattutto nei municipi di San Luis Acatlán, Malinaltepec, Tlacoapa, Zapotitlán Tablas, Iliatenco y Metlatónoc.

Andando oltre, ha detto che questo anno inizierà lo sfruttamento in tre punti: uno, ad opera dell’impresa inglese Hochschild Mining e della sua filiale Minera Zalamera. Questa dovrebbe sfruttare 47 mila ettari concessi a nome del progetto Corazón de Tinieblas, in aree specifiche dei municipi de La Montaña e Costa Chica.

Altri due progetti sono quelli di San Javier e La Diana e saranno a carico della canadese Camsim Minas SA. Il primo ha 15 mila ettari concessi all’impresa Casmin per 46 anni dal governo federale sotto il nome di Diana.

È noto che dal 21 di ottobre del 2010 queste compagnie hanno ricevuto i permessi del governo messicano attraverso la Direzione Generale Ambientale e di Geografia dell’Instituto Nazionale di Statistica e Geografia.

Da allora e sotto l’influenza della CRAC, le assemblee di 30 nuclei agrari hanno rigettato formalmente i progetti delle multinazionali di sfruttare i giacimenti all’aperto in quanto non era stato chiesto il permesso alle comunità e in quanto la loro attività è altamente inquinante e i benefici per gli abitanti sono pochi, poiché la maggior parte dei profitti viene portata via dal paese.

Per rafforzare questo rifiuto, la CRAC mobiliterà questa domenica i suoi 700 poliziotti comunitari, con un’operazione che inoltre sarà di “appoggio alla popolazione in materia di sicurezza, visto che a partire da lunedì 22 di agosto insegnanti e studenti ritorneranno al lavoro e a lezione”.

La mobilitazione servirà anche “per trovare un posto ai compagni del municipio di Marquelia, nella Costa Chica, che sono perseguitati dalla giunta e dai cacicchi in disaccordo con la polizia comunitaria. Essi hanno chiesto l’uscita della polizia comunitaria ma si sbagliano, poiché solo il popolo, nelle sue assemblee, è l’unico che ha facoltà di fare questa richiesta”.

Valentín Hernández ha detto che la polizia smetterà momentaneamente di occuparsi dei casi di sicurezza nella Casa della Giustizia situata nel capoluogo municipale di San Luis de Acatlán, una delle tre con cui conta la CRAC nella regione. “(Lì) proporremo che i quartieri e le colonie si uniscano all’organizzazione perché questo capoluogo non ha la polizia comunitaria”

Ha ricordato che del totale dei casi di giustizia e sicurezza di cui si occupa la Casa della Giustizia, “più della metà provengono dal capoluogo municipale di San Luis de Acatlán”.

La CRAC venne fondata nel 1995 dagli abitanti dei popoli indigeni delle regioni Montaña e Costa Chica del Guerrero. Da allora sono diminuiti fino al 90 per cento gli omicidi, le violenze sessuali, i casi di abigeato e altri reati.

http://www.jornada.unam.mx/2011/08/21/estados/026n1est

(traduzione a cura di rebeldefc@autistici.org)

Link utili
http://www.policiacomunitaria.org/

Messico – Costa Chica del Guerrero: esperienze indigene di lotta e di dignità
La Polizia Comunitaria, la lotta per la terra, l’altra educazione e le radio comunitarie –

Pronunciamiento del “Encuentro Nacional por la Justicia y la Seguridad de los Pueblos” (Guerrero). –

video:
Tenemos Todo y Nos Falta Todo – http://vimeo.com/20859747
Policia Comunitariahttp://desinformemonos.org/2010/11/policia-comunitaria/

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La Jornada – Domenica 21 agosto

La Orcao distrugge la casa delle basi di appoggio dell’EZLN, denuncia la giunta di buon governo. La casa serviva da cucina per gli osservatori civili; è stata completamente distrutta da 150 persone

Hermann Bellinghausen

La giunta di buon governo (JBG) Arcoíris de la Esperanza, del caracol zapatista di Morelia, ha denunciato che il 17 agosto scorso nella comunità Patria Nueva, regione Primero de Enero, municipio autonomo Lucio Cabañas, Chiapas, l’Organizzazione Regionale dei Coltivatori di Caffè di Ocosingo (Orcao) ha compiuto nuove aggressioni, quando circa 150 persone hanno distrutto una casa delle basi di appoggio dell’EZLN che serviva da cucina per campamentisti ed osservatori civili.

L’attacco è stato guidato dai rappresentanti locali della Orcao: Cristóbal Gómez López, El Saddam, e Manuel Bautista Moshan, El Empresario, a loro volta coordinati dai dirigenti Antonio Juárez Cruz, Alejandro Gómez Navarro e Carlos Ramírez Gómez, ed assistiti da Nicolás López Gómez, El Tzirin, Juan Vázquez López e José Pérez Gómez.

La JBG sostiene: “I tre livelli del malgoverno sono rabbiosi perché non vogliono che si sappiano i loro inganni, per questo organizzano gente ignorante per introdurre i loro progetti di morte nei nostri territori autonomi, dove ci governiamo a modo nostro, come vuole il popolo. Non lottiamo per obbligo o strumentalizzati, come questi rappresentanti locali, regionali, consulenti e presunti governanti federali, statali e municipali, che tengono la povera gente sotto pressione e minaccia, obbligandola ad accettare miserabili progetti e compiere provocazioni”.

Denuncia che la Orcao minaccia di espellere “chi non obbedisce all’ordine di compiere provocazioni in territorio zapatista”.

Gli aggressori hanno cercato di entrare in una “casa di legno” che serve da scuola secondaria autonoma per distruggerla.

“Sappiamo che sono solo manovalanza, perché i veri autori intellettuali si chiamano Felipe Calderón e Juan Sabines Guerrero, che realizzano i progetti di morte e guerra per milioni di pesos nei nostri territori”.

Poi è arrivata una ruspa. “I militanti della Orcao la stavano aspettando e minacciavano di uccidere gli zapatisti a colpi di machete e pallottole”, segnala la JBG. Quindi gli orcaístas hanno formato sette gruppi che comunicavano tra loro con i cellulari. “I governi li hanno ben equipaggiato e addestrati per provocare i nostri compagni”, sottolinea.

Non è l’unica aggressione. Il 10 luglio ad Ocosingo erano stati aggrediti due cameraman del caracol di Morelia. Vicino alla stazione Ocosingo – Altamirano, tre individui li hanno obbligati a salire su un’auto Tsuru di colore bianco, senza targa, e li hanno portati nel quartiere Sauzal, nella stessa città.

Gli zapatisti sono stati derubati di un computer portatile, due videocamere ed una macchina fotografica, un cellulare, 600 pesos ed una valigia. Sono stati rinchiusi per quattro ore. Due dei sequestratori erano usciti lasciandone uno solo di guardia. La JBG racconta: “I nostri compagni hanno visto la possibilità di affrontarlo e poter scappare”. E’ stato riconosciuto come uno degli assalitori di Juan Decelis, originario di Balaxté.

Uno dei rapiti era stato invitato varie volte “a lavorare come spia da una persona che si chiama José Guadalupe, che gestisce progetti per le comunità. Come rappresaglia per non aver accettato, è stato derubato dell’attrezzatura. I tre livelli di governo “sono gli autori responsabili” perché “sviluppano e fomentano le provocazioni; ora non usano più soldati né poliziotti, ma indigeni.

“Per anni hanno speso milioni di pesos per distruggerci e perché regalassimo loro la nostra terra, per distruggere i nostri costumi e la nostra lingua, ma come tutto il mondo può vedere, noi zapatisti siamo ancora vivi e resistiamo.

“Non rispondiamo alle loro provocazioni; noi stiamo costruendo la vita e non la morte, come fanno i malgoverni. Non siamo mendicanti come loro; tuttavia non temiamo alcun governo, nemmeno con i loro milioni di pesos sono riusciti ad eliminarci, e tanto meno con una piccola organizzazione come la Orcao”, conclude la JBG. http://www.jornada.unam.mx/2011/08/21/politica/015n1pol

Comunicato completo della JBG

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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