La Jornada – Martedì 6 luglio 2010
E’ iniziato il dialogo tra l’assemblea ejidale di Mitzitón ed il governo chiapaneco
Hermann Bellinghausen. Mitzitón, Chis. 5 luglio. Questa notte è iniziato il dialogo tra la comunità di Mitzitón ed il governo statale, dopo che l’assemblea ejidale, che blocca la strada Panamericana tra San Cristóbal de las Casas e Comitán da giovedì scorso, ieri ha accettato questo incontro con i funzionari.
In una lettera indirizzata al governatore Juan Sabines, gli indigeni hanno confermato di aver ricevuto la seconda comunicazione inviata ieri dal segretario di Governo, Noé Castañón, e rispondono: “Le sue due lettere ci sembrano piene di bugie e insulti contro la nostra comunità. Pensiamo che ancora non sapete rispettare gli indigeni e questo si nota perché dite che stiamo commettendo un reato e che non avete nessuna denuncia contro quelli dell’Ejército de Dios. Come? Governatore, non siamo stupidi.”
Alle 20:30 un lungo corteo di indigeni ha accolto la delegazione inviata dal governatore Sabines e guidata da Antonio Gamboa López, il quale si è presentato agli ejidatarios riuniti dentro e all’esterno della scuola come “rappresentante personale” del mandatario.
Iniziando, Gamboa ha detto: “Il governo non ha intenzione di ricollocare la comunità”, in riferimento ad una proposta precedente dove il governo proponeva di “ricollocare” tutta la popolazione per creare una “riserva forestale”, proposta respinta dagli indigeni. Anche il funzionario si è dichiarato disponibile a ricercare le condizioni “affinché la comunità di Mitzitón viva tranquilla.”
La protesta dei tzotziles è contro il gruppo “paramilitare”, secondo loro – di evangelici appartenenti all’Ejército de Dios. Gli ejidatarios esigono il ricollocamento di questi “non cooperanti“.
Hanno scritto a Sabines: “Dialogheremo con la sua commissione affinché non si dica che siamo chiusi nonostante siano 13 anni che dialoghiamo senza risolvere questo problema e malgrado lei abbia già dimostrato la sua unica volontà di proteggere i paramilitari perché l’aiutino a toglierci le nostre terre, così come ha detto di volerci ricollocare tutti. Signor governatore, siamo EJIDATARIOS non possidenti e siamo INDIGENI, non ci arrendiamo. Come le viene in mente di proporre il ricollocamento?”.
Inoltre hanno detto al segretario di Governo: “La costituzione protegge i paramilitari; non sa il suo segretario che la massima autorità di un’ejido è l’assemblea e che se qualcuno viola il regolamento l’assemblea può togliergli i diritti?”
Accettando una commissione governativa a Mitzitón “affinché dialoghiamo e perché ascoltino la nostra assemblea per vedere chi ha ragione”, hanno posto determinate condizioni che sono state rispettate dal governo, tra queste la presenza del comandante della polizia statale preventiva Romeo López; il segretario di Pueblos Indio, Jesús Caridad Muñoz; il pubblico ministero indigeno Marcos Shilón ed un rappresentante di Sabines, il citato Gamboa. Inoltre, è arrivato il delegato di Governo Luis Guillén.
Circondati da uomini e donne della comunità si sono presentati davanti alla commissione ufficiale le autorità ejidali e comunitarie: Silviano Pérez, Jesús Heredia de la Cruz, Juan Díaz Heredia, Osvaldo e Ciro Heredia Hernández. Il moderatore, accettata dalle parti, è Diego Cadenas Gordilo, direttore del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas.
L’assemblea si è impegnata affinché “non succeda nulla ai funzionari, parola di indigeni onesti”.
Alla chiusura di questa edizione il dialogo era ancora in corso. http://www.jornada.unam.mx/2010/07/06/index.php?section=politica&article=016n2pol