La Jornada – Domenica 4 luglio 2010
Il governo del Chiapas offre al grupo tzotzil il dialogo, non di indagare sulle denunce
Definisce “comportamento radicale illecito” il blocco Della strada San Cristóbal-Comitán
Hermann Bellinghausen. Inviato. Mitzitón, Chis. 3 luglio. Mentre per il terzo giorno consecutivo è in corso il blocco della strada San Cristóbal de Las Casas-Comitán in questa comunità di tzotziles aderenti all’Altra Campagna, questi ultimo hanno ricevuto oggi una comunicazione del segretario generale di Governo, Noé Castañón, in cui esprime la convinzione che “imperi la ragione e si abbandonino comportamenti radicali illeciti”, ed invita gli ejidatarios ad intavolare un dialogo col governo.
” Non abbiamo chiesto il dialogo, bensì il ricollocamento dell’Ejército de Dios e di Alas de Águila“, ha dichiarato questa notte uno dei rappresentanti dell’assemblea ejidale. Ma aggiunge: “Ne discuteremo nell’assemblea dell’ejido. Noi non possiamo deciderlo, siamo solo dei rappresentanti. Porteremo in assemblea questa proposta affinché si decida per il sì o per il no.”
Contemporaneamente alla lettera del segretario di Governo, gli ejidatari di Mitzitón questo pomeriggio hanno ricevuto un’altra missiva della delegazione in Chiapas della Procura Generale della Repubblica (PGR), firmata da Lydia Leticia Zúñiga Domínguez, che li invita a “desistere dal loro atteggiamento e dalla condotta illecita”, e propone loro anche di “stabilire un dialogo col governo”. Per evitare misure più severe, aggiunge, soprattutto dopo l’avvertimento che giovedì il blocco sarebbe stato rimosso.
“Si comportano come se fosse la prima volta che sentono parlare di noi”, aggiunge un secondo indigeno. E legge la lettera di Castañón nella quale si comunica agli indigeni che presso gli uffici del governatore non esistono “fino ad oggi richieste di dialogo né denunce dei fatti” come quelli menzionati dall’assemblea ejidale nella sua più recente denuncia di abusi e provocazioni nella comunità da parte di membri dell’Ejército de Dios.
Il governo statale, afferma Castañón, non possiede prove né denunce “relative alle persone per le quali si chiede il ricollocamento”. Sottolinea inoltre che L’Ejército de Dios e la chiesa Alas de Águila sono registrati come associazioni religiose e non esistono prove che siano un gruppo paramilitare.
Un terzo rappresentante dell’assemblea estrae da un raccoglitore due denunce consegnate alle autorità e le mostra. Entrambe hanno il timbro di ricevuta. Uno datato 8 giugno, indirizzata al pubblico ministero indigeno Marcos Shilón; in questa si descrive l’irrazionale disboscamento realizzato dai membri dell’Ejército de Dios e dei suoi seguaci. Nonostante il timbro, il pubblico ministero non è intervenuto né investigato.
L’altro documento, spedito il 20 giugno al delegato statale della Procura Federale dell’Ambiente (Profepa), Alfonso Frías López, denuncia il saccheggio del legno del gruppo di cui chiedono il ricollocamento al governo statale. E mostra 32 fotografie di altrettanti moncherini di alberi di grandi dimensioni appena tagliati. Nemmeno la Profepa è intervenuta né ha indagato.
Nessuno di questi documenti sarebbe arrivato nell’ufficio del governatore. Lo stesso indigeno, mostrando un altro raccoglitore, aggiunge: “Ecco le molte denunce che abbiamo fatto. E tutte le volte che abbiamo consegnato alla polizia e gli agenti della Migrazione i polleros (trafficanti di clandestini – n.d.t.) che sono dell’Ejército de Dios, con i clandestini. Una volta abbiamo portato perfino il Pubblico Ministero. Ora vediamo che non hanno mai redatto verbali né indagato sui reati.”
Il primo indigeno ricorda che dal 2002 i funzionari “hanno tutte le informazioni sul traffico di clandestini” che compiono le persone che l’assemblea di Mitzitón chiede di ricollocare, i “non-cooperanti”, i cui leader anni fa vivevano in un altro ejido dove hanno accumulato una fortuna e possiedono numerosi veicoli e case per nascondere gli immigrati illegali centroamericani.
Parte del legname tagliato nelle scorse settimane è stato usato per costruire un edificio dopo che il candidato priista locale aveva consegnato 40 tetti di lamiera ai membri dell’Ejército de Dios a scopo di proselitismo per le elezioni statali di questa domenica. http://www.jornada.unam.mx/2010/07/04/index.php?section=politica&article=013n1pol