La Jornada – Sabato 13 marzo 2010
Centro Fray Bartolomé: a Mitzitón lo Stato viola i diritti umani http://www.frayba.org.mx/archivo/informes/100312_informe_mitziton.pdf
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 12 marzo. Lo Stato messicano è responsabile della violazione dei diritti umani nella comunità tzotzil di Mitzitón – dove alla fine di febbraio ci sono stati fatti violenti per un presunto conflitto religioso – denuncia un rapporto del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC) diffuso oggi. “Il conflitto latente è fomentato dall’esterno con l’intenzione di dividere la comunità”, sostiene.
Anni fa fu spogliato di parte del suo territorio per ampliare il quartiere militare della 31a Zona, spiega il CDHFBC. Ora, “la conflittualità si alimenta per imporre l’autostrada San Cristóbal-Palenque e l’ampliamento della strada verso Comitán”, entrambe parte del Proyecto Mesoamérica.
In questo contesto, aggiunge il rapporto, “appare il gruppo di scontro Ejército de Dios che insieme ad un gruppo di tradizionalisti non rispetta gli accordi comunitari, e sono identificati come non cooperanti”. Oltre a rifiutare gli accordi dell’assemblea ejidale, “aggrediscono, minacciano e vessano gli abitanti di Mitzitón aderenti all’Altra Campagna”.
L’origine del recente “conflitto” si può datare 2 febbraio, quando Ciliano Pérez Díaz, designato dall’assemblea, si è presentato nel municipio di questa città per registrarsi come agente rurale. Lì ha saputo che il sindaco Mariano Díaz Ochoa aveva conferito il riconoscimento ufficiale a Celestino Pérez Hernández, nominato dai non cooperanti fuori dall’assemblea, la quale decide di trattenere per 24 ore Francisco Gómez Díaz per aver rubato il timbro ufficiale dell’agente rurale e promuovere la nomina di un altro fuori dall’assemblea. La detenzione è avvenuta il giorno 4. il giorno dopo gli ejidatarios hanno liberato Francisco dopo averlo condannato a risarcire quattro biciclette distrutte dai non cooperanti, e gli hanno chiesto di smettere di agire contro gli accordi comunitari. Hanno inoltre chiesto a Díaz Ochoa di annullare la nomina illegale di Pérez Hernández, e così è stato.
Secondo le testimonianze della comunità, Francisco promuove l’autostrada “perché passerebbe per le sue terre e pensa di trarne vantaggio con la vendita di terra ejidale”. Il suo gruppo “vuole la rappresentanza dell’agente municipale ed il timbro” per firmare i documenti richiesti dal municipio, dall’impresa costruttrice privata e dalla Segreteria di Comunicazioni e Trasporti”.
Funzionari municipali hanno offerto lamiere per i tetti delle case, pavimenti in cemento, rivestimenti, marciapiedi, strade, serbatoio, l’installazione di una fabbrica di inscatolamento purché “passino” le due autostrade che gli ejidatarios respingono.
Da questa situazione sono scaturiti i fatti violenti del 27 febbraio, “quando Andrés Jiménez Hernández, dei non cooperanti ha abbattuto cinque alberi senza il permesso dell’autorità comunitaria”. Come accordato in assemblea, “l’infrazione prevede una multa per evitare il disboscamento e proteggere il bosco comunitario”. Il giorno 28 l’assemblea decide di sequestrare il legname. Invece di rivolgersi alle autorità, il trasgressore si rivolge “al suo gruppo”. Elementi dell’Ejército de Dios si organizzano per l’aggressione che ha lasciato un morto del gruppo aggressore e numerosi feriti da entrambe le parti.
Il CDHFBC sostiene che “la strategia militare di contrainsurgencia contro i popoli indigeni” vuole imporre “lo sfruttamento intensivo delle loro risorse naturali”, e conclude che la “guerra integrale di logoramento” è per generare conflitti nelle comunità. “Lo Stato messicano ha realizzato riforme legislative affinché le imprese possano avere accesso alle risorse”, rendendo più severa la legislazione penale “per impedire ogni dissidenza”. Ciò nonostante, i popoli si organizzano, si mobilitano ed esercitano i loro diritti, trasformandosi in obiettivo militare”. È il caso di Mitzitón, dove lo Stato “impone progetti ed interferisce col diritto all’autonomia e alla libera determinazione”. Invece, “non è mai intervenuto” per impedire le azioni dell’Ejército de Dios, “che ha fatto crescere la tensione nella zona”. http://www.jornada.unam.mx/2010/03/13/index.php?section=politica&article=013n1pol
(Traduzione “Maribel” – Bergamo https://chiapasbg.wordpress.com )