Los de Abajo
Il ripudio delle minacce
Gloria Muñoz Ramírez
Di fronte alla minaccia esplicita di un attacco alle basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) da parte del gruppo paramilitare Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (OPDDIC), di filiazione priista e perredista, centinaia di aderenti all’Altra Campagna ha manifestato davanti alla rappresentazione del governo del Chiapas nel Distrito Federal. Accompagnati da grandi striscioni e slogan contro la paramilitarizzazione e la militarizzazione in Chiapas, i manifestanti, provenienti da diversi collettivi di Città del Messico, hanno accusato in particolare i tre livelli di governo di quanto potrà succedere contro i popoli zapatisti, contro gli abitanti del villaggio di Santo Domingo, noto come Casa Blanca, corrispondente al caracol La Garrucha, i quali erano stati avvertiti che questo venerdì 5 marzo sarebbero state usate le armi e perfino le bombe per sgomberarli dalla loro comunità. L’attacco non è avvenuto, ma la minaccia continua, come la determinazione annunciata dagli zapatisti di “difendere la terra e non permettere lo sgombero”. La solidarietà e la vicinanza agli zapatisti durante la recente escalation di violenza contro di loro si manifesta non solo in Messico, ma in diverse parti del mondo. In Europa, per esempio, si prepara una giornata di mobilitazioni il prossimo 13 marzo, con la partecipazione di collettivi di Italia, Spagna, Francia, Grecia, Germania e Svizzera, tra altri. Ed con una risposta quasi immediata si sono pronunciati nello stesso senso un gruppo di intellettuali, come John Berger, Immanuel Wallerstein, Paulina Fernández, Fernanda Navarro, Luis Villoro, Jean Robert, Ronald Nigh, Gustavo Esteva, François Houtart e Walter Mignolo, tra altre personalità e collettivi di solidarietà Europei. Durante l’azione pacifica convocata dalla Rete Contro la Repressione e la Solidarietà, i partecipanti hanno dichiarato che “non permetteranno che si concretizzino le minacce di usurpazione e repressione contro gli zapatisti, perché nel sudest messicano si sta creando una vera alternativa per il paese”. Hanno criticato i mezzi di comunicazione, in particolare questo giornale, che nel caso della violenza a Mitzitón ha “riportato che si tratta di conflitti religiosi mentre in realtà si tratta della complicità dei governi federale, statale e locale, e dell’esercito e dei gruppi paramilitari, contro le comunità indigene che si oppongono ai loro progetti”. Calle de Toledo, dove si trova la sede del governo di Juan Sabines, è stata dipinta di rosso e nero con le scritte “Assassini” e “Stop alla guerra”, mentre la polizia vigilava l’azione in atteggiamento intimidatorio. http://www.jornada.unam.mx/2010/03/06/index.php?section=opinion&article=011o1pol – losylasdeabajo@yahoo.com.mx
(Traduzione “Maribel” – Bergamo https://chiapasbg.wordpress.com )