La Jornada – Sabato 9 gennaio 2009
Minacce di morte a un difensore dei diritti umani a Comitán
Hermann Bellinghausen, inviato San Cristóbal de las Casas, Chis., 8 gennaio. Dopo essere stato “cercato” al suo domicilio dalla polizia statale, senza che se ne conoscesse il motivo, il difensore dei diritti umani Adolfo Guzmán Ordaz ha ricevuto minacce di morte a casa sua, nella città di Comitán. I fatti sono avvenuti questo martedì.
Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas (CDHFBC) e l’organizzazione civile Enlace, Comunicación y Capacitación (ECC), al quale appartiene Guzmán Ordaz, manifestano preoccupazione per “azioni che mettono a rischio la sua integrità e sicurezza personale e della sua famiglia”.
Il 6 gennaio, alle 17:45 circa, l’attivista e la sua famiglia sono rincasati ed aprendo la porta hanno trovato una scritta tracciata con inchiostro rosso che diceva: “morte, morte, morte”. Guzmán Ordaz ha avvertito Pedro Raúl López Hernández, responsabile della Procura Specializzata nella Protezione degli Organismi non Governativi per la Difesa dei Diritti Umani, che dipende dalla Procura Generale di Giustizia dello Stato (PGJE).
Ore prima, in mattinata, elementi della polizia statale preventiva erano andati al domicilio di Guzmán Ordaz chiedendo di lui. “Non trovandolo se n’erano andati, e al pomeriggio è apparsa la scritta”, riferiscono il CDHFBC e l’ECC.
Solo il 25 dicembre scorso, all’1 di notte circa, al rientro a casa della famiglia Guzmán dopo i festeggiamenti per il Natale, il telefono aveva squillato ed una voce aveva detto: “Buon Natale, perché questo sarà il tuo ultimo Natale”.
Malgrado esista una denuncia formale presso la procura specializzata, in seguito alla quale la PGJE ha aperto l’indagine preliminare 0004/FEPONGDDH/M1/2009, e che il governo statale sia a conoscenza dei fatti, “non sono state svolte con la necessaria sollecitudine le indagini per fare luce e fermare le minacce”, sostiene la denuncia, che aggiunge:
“Il ritardo nelle indagini e la conseguente identificazione e punizione degli aggressori si deve alla negligenza del pubblico ministero di distretto Fronterizo-Sierra, José Luis Gómez Santaella “.
Nonostante le denunce, “il governo messicano non ha svolto un’indagine efficace e urgente per portare all’arresto degli aggressori, permettendo in questo modo che le minacce proseguissero”.
Nel novembre scorso, La Jornada aveva riferito che l’abitazione dell’attivista era stata brutalmente perquisita da poliziotti ministeriali che avevano terrorizzato i figli piccoli di Guzmán Ordaz, senza dare spiegazioni né presentare alcun mandato di perquiizone. http://www.jornada.unam.mx/2010/01/09/index.php?section=politica&article=008n2pol
(Traduzione “Maribel” – Bergamo https://chiapasbg.wordpress.com )