La Jornada – Sabato 2 gennaio 2010
Devono realizzarsi gli accordi di San Andrés, dice Rodríguez Martell. Persistono le cause che diedero origine alla sollevazione dell’EZLN.
Enrique Méndez. Il PRD alla Camera dei Deputati ha dichiarato che le condizioni di fame, miseria e malattie in Chiapas, che generarono 16 anni fa l’apparizione pubblica dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), ancora prevalgono in quell’entità per la mancanza di risposte alle domande degli indigeni. In un’intervista, Domingo Rodríguez Martell, membro della Commissione per gli Affari Indigeni, ha segnalato che “si avanzato molto poco nel dialogo tra le autorità del governo federale ed i gruppi indigeni di quella regione, per cui è necessario impegnare la Federazione a compiere gli accordi di San Andrés Larráinzar”. Ha sostenuto che sebbene ci siano stati alcuni progressi nello sviluppo delle comunità, persistono “in quella regione del sudest messicano i segni evidenti” che provocarono l’insurrezione. Rodríguez Martell, fondatore della radio indigena XANT, La voz de las huastecas, ha detto che i popoli chiapanechi considerano ancora il neoliberismo “come il loro principale nemico che attenta non solo contro i loro usi e costumi, ma anche contro la natura che è il loro habitat, che è distrutta. E continuano ad essere oggetto di sfruttamento e discriminazione”. Il legislatore perredista ha affermato che l’indifferenza ai bisogni dei popoli del Chiapas potrà essere scossa solo “con una nuova sollevazione che potrebbe essere di qualsiasi tipo, non necessariamente armata, per ricordare che abbiamo un impegno incompiuto in quella regione ed in molte altre parti del paese”. Ha dichiarato che dal Congresso dell’Unione, la ricomposta Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa) è obbligato a promuovere l’apertura di spazi di dialogo con i governi federale e statale come forma di espressione, ma anche ad obbligarli a rispettare i loro impegni con i popoli indigeni. “I loro progetti non solo devono essere ascoltati, ma soddisfatti e trovare la giusta risposta nella cornice di un’ampia riforma democratica che stiamo continuando a chiedere. Non possiamo né dobbiamo rimanere solo nell’ambito mediatico e presentare presunti successi che servono solo per le foto di rito”, ha rimproverato. Ha assicurato che, per esempio, è necessario rivedere e rafforzare la Legge per il Dialogo, la Conciliazione e la Pace Degna in Chipas, oltre che fare un bilancio della situazione di silenzio tra l’EZLN ed il governo federale. Lo status degli zapatisti, ha detto, è quello di un’organizzazione solida ed unita che ancora preserva “un enorme sostegno da parte di organizzazioni sociali, non solo del paese, ma del mondo intero”. http://www.jornada.unam.mx/2010/01/02/index.php?section=politica&article=005n2pol
(Traduzione “Maribel” – Bergamo https://chiapasbg.wordpress.com )