La Jornada – Giovedì 24 dicembre 2009
Luz y Fuerza del Pueblo si oppone alla privatizzazione dell’acqua alla frontiera sud
Hermann Bellinghausen. L’organizzazione Luz y Fuerza del Pueblo, della regione di confine del Chiapas, aderente alla’Altra Campagna dell’EZLN ha annunciato, “con indignazione e rabbia”, che si disporrà in resistenza civile “di fronte all’intenzione di privatizzare l’acqua” da parte del governo. “Non permetteremo che ci tolgano la risorsa più importante che ci dà vita come popolo e come umanità. Perché privatizzare l’acqua è privatizzare la vita”.
In un comunicato rivolto al presidente Felipe Calderón ed al governatore Juan Sabines Guerrero, Luz y Fuerza del Pueblo manifesta la sua decisione di “prendere nelle nostre mani le fonti d’acqua, fiumi e ruscelli che da tempi ancestrali sono serviti per irrigare la nostra produzione e avere così il nostro cibo quotidiano”.
E avverte: “A voi autorità che sia ben chiaro: lotteremo per difendere la nostra acqua come parte della vita”.
L’organizzazione riferisce: “I nostri agenti municipali e commissari ejidales ci hanno informati che attraverso la presidenza municipale di Comitán si sono svolte riunioni col presidente municipale Óscar Eduardo Ramírez Aguilar, che ha ‘ordinato ‘ alle nostre autorità che le comunità, fattorie ed ejidos del municipio inizino questo anno il processo di concessione e proprietà del sistema delle acque delle comunità, e che dobbiamo passare a registrare sorgenti, fiumi, ruscelli, pozzi profondi e falde”.
Le autorità governative dicono alle comunità che “per adesso” la procedura è gratis, ma chi non lo farà, poi dovrà pagare. “È il principio della privatizzazione del sistema delle acqua delle comunità e delle fattorie della regione di confine e del Chiapas”, sostiene l’organizzazione.
Nello stesso tempo, denuncia che chi ne beneficerà “sono le grandi imprese transnazionali presenti in maniera massiccia a Comitán, come Aurrerá, Sams’ Club, WalMart, Totis, Coca Cola, Pepsi Cola ed altre industrie dell’imbottigliamento, come parte del Proyecto Mesoamericano (già Plan Puebla Panamá), e la loro intenzione è trasformare Comitán in un polo di sviluppo come città di confine vicina al Guatemala”.
Luz y Fuerza del Pueblo aggiunge che “le campagne radiofoniche” promosse dalla presidenza municipale, “non convinceranno la nostra gente; lotteremo fino alle ultime conseguenze e non riusciranno a raggiungere il loro obiettivo”.
L’organizzazione esprime inoltre solidarietà con i funzionari di pastorali della diocesi di San Cristóbal, “perseguitati dal governo”, ed offre sostegno “ai nostri fratelli di Comalapa e Chicomuselo” che respingono i progetti minerari del Canada e difendono “la terra e la vita”. E conclude: “Siamo uniti nella difesa della stessa cosa. Per questo è necessario cercare l’unità tra tutti i fratelli di tutte le comunità”. http://www.jornada.unam.mx/2009/12/24/index.php?section=politica&article=012n1pol
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)
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