La Jornada – Venerdì 9 ottobre 2009
Una nuova Cocopa per i nuovi tempi
Jaime Martínez Veloz/I
All’inizio della 61 Legislatura e di fronte alla necessità che si risolvano le cause che diedero origine all’insurrezione zapatista, così come i motivi che provocarono l’attuale sospensione del dialogo, è indispensabile fare un’analisi dei principali momenti che si sono presentati nello svolgimento del conflitto.
Il primo gennaio 1994 l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) convocò all’insurrezione con una dichiarazione di guerra all’Esercito Messicano e all’occupazione militare di diversi municipi, innalzando le bandiere dei diritti collettivi dei popoli indigeni e la costruzione di un nuovo modello di nazione.
La minaccia di una destabilizzazione generalizzata mobilitò ampi settori sociali ed obbligò i contendenti a sospendere gli scontri militari e riunirsi intorno ad un tavolo a dialogare per la prima volta nella cattedrale di San Cristóbal de las Casas, in un processo che è risultato difficile e complesso.
Era allora presidente della Repubblica Ernesto Zedillo Ponce de Leone. Ci furono i primi incontri tra i funzionari dell’Esecutivo federale e la dirigenza dell’EZLN, bruscamente interrotti il 9 febbraio 1995, quando furono emessi mandati di cattura contro la dirigenza della comandancia zapatista.
Questa decisione dell’Esecutivo scatenò una grave crisi che si superò solo con l’intervento del Potere Legislativo federale che il 10 aprile 1995 approvò all’unanimità la Legge per il Dialogo, la Negoziazione e la Pace Degna in Chiapas, che contiene la strategia per favorire la comprensione tra le parti, riafferma la sovranità tra poteri e risolve giuridicamente la questione dei mandati di cattura.
Di fatto, e con il sostegno di tutte le istituzioni e partiti politici, da questa legge nacque la piattaforma per strutturare il processo di dialogo e pacificazione tra il governo federale e l’EZLN dall’aprile 1995 al settembre 1996.
L’agenda di questo processo, promossa congiuntamente, includeva i temi: diritti e cultura indigeni, democrazia e giustizia, benessere e sviluppo, riconciliazione in Chiapas e diritti della donna, lasciando alla fine la cancellazione della dichiarazione di guerra e gli accordi di pace definitivi. Il metodo di lavoro permetteva lo svolgimento di incontri e consultazioni tra le delegazioni delle parti con le sue rispettive istanze.
Il 16 febbraio 1996 a San Andrés Larráinzar si firmò il primo accordo parziale sul tema dei diritti e cultura indigeni, dopo un intenso e promettente processo di dialogo e negoziazione. Il secondo tema in agenda era democrazia e giustizia, il cui sviluppo fu contrario a precedente; la parte governativa si rifiutava costantemente di esporre la sua posizione ai tavoli di dialogo, atteggiamento che differiva dalle intenzioni che il presidente della Repubblica aveva dichiarato alla Cocopa (Commissione di Concordia e Pacificazione).
Davanti al fallimento del tavolo ed i ritardi nella realizzazione dei primi accordi, nell’agosto del 1996 l’EZLN dichiarò sospeso il dialogo fino a che non si fosse concretizzato quanto concordato in materia di diritti e cultura indigeni. Per superare la crisi, contando sull’appoggio delle rispettive dirigenze di partito, i membri della Cocopa nel novembre del 1996 elaborarono la Iniziativa di Riforma Costituzionale in Materia di Diritti e Cultura Indigeni, che fu presentata all’EZLN che la accettò, benché, disse, non includesse tutte le sue aspirazioni. Al riguardo il subcomandante Marcos affermò che dopo la sua approvazione al Congresso dell’Unione, nel marzo del 1997, si sarebbe potuto firmare un protocollo di pace anticipato, per permettere che i successivi temi dell’agenda si sviluppassero senza tensioni di carattere militare.
La risposta del governo federale all’iniziativa della Cocopa fu in senso contrario alla posizione zapatista; il presidente della Repubblica non riconobbe i termini approvati dai suoi rappresentanti e respinse assolutamente l’iniziativa, adducendo “imprecisioni tecnico giuridiche”; successivamente si rifiutò apertamente di affrontare le questioni di fondo.
Questi incidenti provocarono l’allontanamento delle parti e dentro il governo federale si rafforzò la strategia contrainsurgente di incoraggiare settori indigeni a scontrarsi con violenza con gli zapatisti, con risultati disastrosi per le comunità e per il processo di pace; la tragedia di Acteal è risultato di questa strategia. Vicente Fox Quesada assunse quindi la Presidenza della Repubblica e la legge Cocopa in materia di diritti e cultura indigeni, defenestrata dal suo predecessore, fu presentata al Congresso. Tuttavia, questa decisione non ebbe l’accompagnamento indispensabile affinché i suoi effetti si trasformassero in incentivi per la pace. Il testo promosso dal Congresso escluse parti sostanziali già concordate nei conclavi di San Andrés Larráinzar, e questo fu interpretato dall’EZLN come il tradimento di tutta la classe politica. http://www.jornada.unam.mx/2009/10/09/index.php?section=opinion&article=021a2pol
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)
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