La Jornada – Martedì 23 giugno 2009
Si chiude l’Incontro Americano Contro L’Impunità
Zapatisti: scopo del Plan Mérida è eliminare i dissidenti
Hermann Bellinghausen – Inviato
Caracol di Morelia, Chis. 22 giugno. Chiudendo l’Incontro Americano Contro l’Impunità la sera di domenica, la giunta di buon governo (JBG) zapatista della regione Tzotz Choj ha dichiarato che il Plan Mérida non è contro la criminalità, ma è uno strumento per “imprigionare, torturare e far sparire” coloro che lottano per i propri diritti.
Davanti a partecipanti di 15 nazioni americane ed osservatori di altrettanti paesi europei, la JBG ha riassunto la problematica dell’impunità, dibattuta qui per due giorni, dove si è unanimemente riconosciuto il sistema capitalista come origine delle ingiustizie che oggi affliggono il mondo.
“Il governo di ‘Pelipe‘ Calderón (si pronuncia così da queste parti, perché non c’è il suono ‘f’ nelle lingue tzotzil né tzeltal) ed il suo padrone il presidente degli Stati Uniti sono concentrati nel Plan Mérida, grazie al quale, dicono loro, sconfiggeranno la criminalità legato al narcotraffico. In realtà non è come raccontano dai mezzi di comunicazione di massa. In realtà tutto questo serve per perseguitare, imprigionare, torturare e far sparire la gente che si organizza per difendere i propri diritti.”
Per voce della compagna Victoria, vestita nel costume tradizionale di Huixtán, la JBG ha affermato che l’Incontro è servito a raccontare “le ingiustizie in ognuno dei paesi per mano dei malgoverni e dei padroni che hanno il nome di capitalisti. Essi impongono leggi proprie in favore dei grandi impresari, lasciando il popolo nell’oblio nella povertà e nella miseria, e ci tolgono le risorse naturali senza poter godere di ciò che è nostro.”
Ha esortato a “cercare forme di unità affinché un giorno tutti siamo liberi da questa schiavitù che oggi si subisce in tutte le parti del mondo. Siamo obbligati a cercare spazi e strade che permettano che i nostri compagni privati della loro libertà ed i nostri figli abbiano una vita degna”.
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http://www.jornada.unam.mx/2009/06/23/index.php?section=politica&article=016n1pol