La Jornada – Lunedì 15 giugno 2009
La Jornada 94
Alle ore 0:00 del primo gennaio, mentre entra in vigore il Trattato di Libero Commercio dell’Amercia del Nord, migliaia di indigeni appartenenti ad uno sconosciuto Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), occupano in Chiapas i palazzi municipali di San Cristóbal de Las Casas, Ocosingo, Altamirano e Las Margaritas, per leggere una dichiarazione di guerra contro il governo di Carlos Salinas. Il 2 attaccano il quartiere militare di Rancho Nuevo e ad Ocosingo si scontrano con l’Esercito Messicano subendo numerose perdite. Il 3 gli inviati speciali di questo giornale – Fabrizio León, David Aponte, Frida Hartz e Ismael Romero – restano coinvolti in una sparatorio nei pressi di Rancho Nuevo. Romero è ferito ad una spalla.
L’insurrezione sorprende completamente il paese e prendendo la decisione di riportare nelle sue pagine tutti i comunicati zapatisti e coprire il conflitto nei suoi molteplici aspetti, La Jornada diventa riferimento obbligatorio per milioni di lettori che nel mondo seguono passo passo la ribellione dei maya.
Il giorno 8, Rosa Icela Rodríguez informa che un’auto bomba è esplosa in un sotterraneo di Plaza Universidad. Il 10, Carlos Salinas designa Manuel Camacho Solís commissario per la pace in Chiapas. Il 12 ordina il cessate il fuoco dell’Esercito; decine di migliaia di persone radunate nello Zócalo chiede di “fermare la carneficina”. Il 14 La Jornada diffonde una serie di comunicati peculiari del subcomandante Marcos, portavoce ribelle, che in questo modo lancia un’originale offensiva mediatica. Il 27 questo giornale pubblica ome suppllemento un suo scritto Chiapas: el Sureste en dos vientos, una tormenta y una profecía. Il 29 in una località degli Altos, Blanche Petrich e Helio Enríquez raccolgono la prima intervista esclusiva concessa dai comandanti zapatisti David, Ramona, Moisés ed altri. Parlando con difficoltà in spagnolo, spiegano per la prima volta le casue della loro insurrezione.
Il dialogo per la pace si svolge nella cattedrale di San Cristóbal con la mediazione del vescovo Samuel Ruiz, dal 20 febbraio al 4 marzo. Dopo la firma di 32 punti che dovranno essere poi ratificati dalle loro basi, i delegati ribelli tornano nelle loro comunità. Il giorno 23, due settimane dopo il discorso di presunta “rottura” con Salinas, il candidato alla presidenza del PRI, Luis Donaldo Colosio, viene assassinato a Tijuana. Il coordinatore della sua campagna, Ernesto Zedillo, lo sostituisce nel mezzo di una grave crisi politica ed una fuga di capitali (11 mila milioni di dollari) che fa crollare la Borsa.
In aprile l’EZLN intensifica la sua strategia mediatica: i suoi comunicati narrano la vita quotidiana degli indigeni. Marcos interpreta eventi che vengono riportati giorno dopo giorno dalle cronache di Hermann Bellinghausen. In Tabasco, il candidato del PRD a governatore dello stato, Andrés Manuel López Obrador, denuncia atti di corruzione del suo avversario, il priista Roberto Madrazo. Il 13 maggio la televisione diffonde il primo dibattito della storia del Messico tra gli aspiranti alla Presidenza. Diego Fernández de Cevallos (PAN) incalza Cuauhtémoc Cárdenas (PRD), ma i sondaggi dichiarano vincitore Zedillo.
Il 15 maggio Cárdenas arriva in Chiapas ed il 17 si riunisce con la comandancia del EZLN a Guadalupe Tepeyac. Marcos lo elogia per la sua lotta contro il regime, ma critica il PRD. Il 31 gli zapatisti rompono il dialogo con il governo e dichiarano che il loro unico interlocutore sarà la società civile che convocano alla Convenzione Nazionale Democratica (CND) nellaselva per “definire la direzione” del loro movimento. Il 2 giugno, a Palenque, viene scoperto il sarcofago di una principessa maya di oltre mille anni. L’11 una bomba esplode all’esterno di una discoteca a Guadalajara.
Il 21 luglio il banchiere Roberto Hernández dice che se Zedillo perde le elezioni ci sarà una crisi economica. Il 25 un tir investe l’auto su cui viaggia Amado Avendaño, candidato del PRD al governo del Chiapas; muoiono quattro dei suoi accompagnatori. Il 28 il nunzio Girolamo Prigione ammette di aver plarlato mesi prima con i narcos Ramón e Benjamín Arellano Félix, presunti assassini del cardinale Juan Jesús Posadas Ocampo.
Il 9 agosto a mezzanotte, nella selva del Chiapas, si chiude la CND alla quale hanno partecipato 6 mila persone. Zedillo vince le elezioni del giorno 21. Il 5 settembre il Fisco interviene presso la Banca Cremi-Union, di Carlos Cabal Peniche, un protetto di Miguel de la Madrid, che le autorità sospettano che lavi denaro per conto del cartello del Golfo. Il 28, il segretario generale del PRI, José Francisco Ruiz Massieu, viene assassinato a Città del Messico da un sicario di Tamaulipas. Saline nomina capo delle indagini Mario Ruiz Massieu, fratello della vittima; questi è protagonista di una farsa per occultare l’autore intellettuale del crimine e rinuncia affermando che “i demoni agiscono da cani sciolti“.
Nel suo editoriale di lunedì 19 settembre, celebrando il suo decimo anniversario, La Jornada rivela che “in questo eccezionale 1994 (in cui la nazione ha vissuto giorni di incertezza, di tragedia, di cambiamento accelerato e di speranza)”, ha raggiunto “tirature senza precedenti”. Il 20 novembre le elezioni in Tabasco e Chiapas si risolvono a favore del PRI. López Obrador denuncia la frode e marcia con 5 mila persone su Città del Messico DF; ancora convalescente per le ferite, Amado Avendaño con l’appoggio dell’EZLN si dichiara governatore ribelle.
Il primo di dicembre, mentre Zedillo si insedia a San Lázaro, scatta la repressione dei seguaci di López Obrador sull’Eje Central; il reporter Manuel Meneses cade svenuto da una bastonata. All’alba del 18 gli zapatisti annunciano che le loro forze si sono distribuite in 38 municipi chiapanechi. Il 19 la Borsa perde il 4,15%. Il 20 Zedillo mette in oscillazione il pesos che si svaluterà del 100% in sette giorni, mentre in Chiapas l’Esercito avanza verso le nuove posizioni ribelli. Il 28 si dimette il segretario delle Finanze, Jaime Serra Puche. Al paese restano 10 mila milioni di dollari delle riserve internazionali. Nel mondo sta per esplodere una crisi di borsa che, grazie al Messico, sarà conosciuta come l’Effetto Tequila.
Rayuela
7 settembre
C’era una volta un banchiere che mise troppa crema nei suoi tacos…
http://www.jornada.unam.mx/2009/06/15/index.php?section=politica&article=013n1pol
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)