La Jornada – Sabato 9 maggio 2009
Los de Abajo
Nuovi prigionieri politici
Gloria Muñoz Ramírez
In Chiapas c’è allerta. A partire dall’8 maggio ci sono nuovi prigionieri politici zapatisti: uno, base di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), e sette membri dell’Altra Campagna. Tutti loro vittime di una cospirazione politica al più alto livello, che ha come sfondo il controllo ufficiale e privato dei siti turistici dello stato, concretamente le contese cascate di Agua Azul. In Chiapas c’è un appello urgente non solo a stare in allerta, ma condannare l’arresto degli otto tzeltales sottoposti ad un processo segnato da irregolarità: torture, trattamenti degradanti, fermi illegali, mancanza di interpreti e, alla fine, l’accusa di una serie di reati (furto con violenza e criminalità organizzata) che in situazioni normali (o la normalità è l’ingiustizia?) non potrebbero essere provati per la semplice ragione che sono innocenti e che due dei veri colpevoli si trovano sotto custodia delle autorità autonome zapatiste.
Il 13 aprile scorso la polizia statale e federale preventiva catturava, torturava e fermava illegalmente sei coloni tzeltales dell’ejido di San Sebastián Bachajón. Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, che ha seguito il caso fin dal primo momento, constatò i segni di tortura con cui, come denunciato dagli arrestati, furono obbligati a firmare un’ammissione di colpa. Successivamente venivano catturati Alfredo Gómez Moreno e Miguel Vázquez Moreno, quest’ultimo base di appoggio dell’EZLN, contro i quali furono commessi gli stessi abusi.
Niente è a caso in questo processo. I nuovi prigionieri politici sono attivisti sociali dell’ejido Bachajón, proprio all’ingresso alle splendenti cascate di Agua Azul, che difendono i loro diritti territoriali e respingono qualsiasi piano governativo che non li coinvolga, come la costruzione della strada San Cristóbal de las Casas-Palenque, il progetto turistico più ambizioso del governo di Juan Sabines. Le pressioni per espropriare gli ejidatari tzeltales non sono nuove. Il 4 novembre 2008 Jerónimo Moreno Demeza fu colpito dagli spari di un membro dell’Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), gruppo paramilitare incaricato del “lavoro sporco”, i cui membri hanno accompagnato la polizia durante gli attuali arresti.
A partire da ora i governi federale e statale si troveranno una patata bollente nella prigione di El Amate, Chiapas, perché inizierà una campagna per la liberazione degli imputati. La giunta di buon governo zapatista ha lanciato un appello alla solidarietà. Ancora non è detta l’ultima parola.
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)