La Jornada – Giovedì 7 maggio 2009
Si dichiarano vittime di tortura da parte di poliziotti in abiti borghesi
Indigeni chiapanechi affermano di essere stati arrestati perchè appartenenti all’EZLN
Si oppongono ai progetti neoliberisti che vogliono trasformare le loro terre in una nuova Cancún
Hermann Bellinghausen, Inviato
El Amate, Chis. 6 maggio. “Le ragioni per le quali sono stato arrestato è perchè appartengo all’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale” (EZLN), ha dichiarato oggi Miguel Vázquez Moreno durante la sua deposizione al processo nel Centro Statale per il Reinserimento dei Condannati (CERSS) numero 14, El Amate, dove nessun funzionario o impiegato indossa mascherine né sa che esiste un’emergenza sanitaria nazionale e statale.
A differenza della sua prima “deposizione” resa sotto coercizione in stato di fermo, Vázquez Moreno è assistito da un traduttore nella sua lingua, sebbene di una variante dialettale diversa (il traduttore offerto dalle autorità è di Cancuc, mentre gli otto detenuti sono di San Sebastián Bachajón e parlano lo tzeltal di Chilón). Ma, almeno, si capiscono, ed è già abbastanza.
Da dietro le sbarre si dichiara innocente dei reati imputati e chiede di essere rilasciato per mancanza di elementi per processarlo. E si presenta così: “Sono originario dell’ejido San Sebastián Bachajón e faccio parte delle basi di appoggio dell’EZLN, organizzazione che difende il diritto di esercitare la sua autonomia e libera determinazione come popoli indigeni, il suo diritto al territorio ed alle risorse naturali”.
I governi federale e statale “vogliono imporre progetti economici neoliberisti nel nostro territorio autonomo; come indigeni, la terra è la nostra vita, da lei mangiamo, lavoriamo, cresciamo i nostri figli e è qualcosa di sacro, per questo riteniamo che la terra non si vende ma si lavora e si preserva” aggiunge.
“Il nostro territorio è ricco di acqua, animali, risorse naturali” che, il governo di Juan Sabines Guerrero e federale di Felipe Calderón Hinojosa, hanno detto pubblicamente di voler “trasformare nella ‘Cancun chiapaneca’, ma spogliando gli indigeni della nostra vita, che è la terra, solo perchè imprese straniere e del paese si arricchiscano, così come i funzionari di governo che beneficiano di questi progetti”.
Dentro tali progetti economici, spiega, si trova l’autostrada del Progetto Palenque (CIPP) “che vogliono far passare attraverso il nostro territorio autonomo senza rispettare i nostri diritti; questi progetti vogliono essere imposti ai popoli indigeni senza tenere conto della nostra parola e con discriminazione vogliono toglierci le nostre terre per fini turistici e solo per fare gli interessi degli impresari e del governo federale e statale, mettendoci da parte perchè secondo loro diamo una brutta immagine a questi centri ecoturistici, perchè noi siamo originari, discendenti dei popoli che hanno vissuto su queste terre da prima che esistesse qualsiasi cosa del governo ufficiale”.
Riferisce di essere stato fermato il 18 aprile scorso al crocecia di Agua Azul, insieme ad altri due compagni, senza giustificazione alcuna, da alcuni elementi della Polizia Statale Preventiva che l’hanno poi portato a Tuxtla Gutiérrez, “dove alcuni poliziotti in borghese mi dicevano che io ero un rapinatore e che dovevo firmare dei fogli di cui non conoscevo il contenuto”.
Questi “fogli” sono la deposizione che la Procura Specializzata Contro la Criminalità Organizzata ha esibito come prova d’accusa, per questo Vázquez Moreno si rifiuta di ratificare questa deposizione dato che non è mai venuto a conoscenza del suo contenuto.
In termini simili hanno reso dichiarazioni davanti al giudice gli altri sette detenuti, tutti aderenti dell’Altra Campagna, che in alcuni casi sono stati oggetto di tortura per confessare.
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)