La Jornada – Mercoledì 22 aprile 2009
La presenza dei militari a San Quintín causa tensioni sociali
La JBG annuncia che ripristinerà il servizio di erogazione dell’acqua alle basi di appoggio zapatiste di Espíritu Santo
HERMANN BELLINGHAUSEN
La Realidad, Chis., 21 aprile. La giunta di buon governo (JBG) di La Realidad ha annunciato che “prossimamente” ripristinerà il servizio di erogazione dell’acqua alle basi zapatiste di Espíritu Santo, alla periferia di Las Margaritas, che sono state private dello stesso da mesi dagli ejidatari del PRD e della CIOAC.
Intervistati nel caracol zapatista Madre de los caracoles del mar de nuestros sueños, i membri della JBG hanno dichiarato: “È la nostra decisione, ripristineremo l’erogazione dell’acqua al compagno José Domingo López López e ad altre cinque famiglie zapatiste di quel luogo, perché è una necessità basilare ed i compagni ne hanno diritto”.
Segnalano che l’aggressione contro gli zapatisti era stata promossa dal sig. Juan García “che guida le provocazioni”. Per il resto, questi “si dedica alla compravendita di terreni e vuole usurpare i nostri compagni. È priista, ma ha convinto i vicini, che sono perredisti, ad abbattere la recinzione di Domingo, togliergli l’acqua e sottrargli il terreno, approfittando di una sua assenza ed abusando di suo papà malato”.
La JBG assicura: “Non permetteremo che i compagni soffrano. Loro cooperano nei lavori della comunità, ma il signor García gli ha messo contro tutti gli altri”.
Passata la Quaresima, le bruciature dei campi per la semina rendono l’aria grigia e pesante. Non piove. I ruscelli e gli stagni sono asciutti. I fiumi, ridotti e trasparenti, si riducono al minimo. Siccità in montagna, nella selva e nelle valli, in colonie come Espíritu Santo dove in aggiunta c’è una “siccità” indotta; simile a quella che dal 2002 subiscono gli zapatisti di Sok’on, Zinacantán, dove i perredisti del posto li hanno privati del servizio di ergoazione dell’acqua e della loro sorgente.
“La JBG si è recata sul posto, a Espíritui Santo, cercando alternative al problema, tentando di risolvere, non di aggravare. Ma è chiara la strategia delle autorità e del proprietario Juan García”, raccontano i due portavoce della giunta, un uomo ed una donna (una terza, molto giovane e nel costume tradizionale dei tojolabales, prende nota nel computer). “Quello che vogliono è togliere terre e acqua ai nostri compagni, senza alcun motivo”.
Il governo municipale perredista di Las Margaritas “non ha fatto niente”. Come gli aggressori “è gente del presidente Rafael Guillén Domínguez, della CIOAC e del PRD, quello preferisce non intervenire né fare giustizia. Ed è ancora più complice il governo dello stato, che è dello stesso partito”.
Interrogati al riguardo, i portavoce della JBG confermano le voci secondo cui nella comunità priista di San Quintín è cresciuto lo scontento della popolazione tzeltal per la presenza della truppa. L’Esercito ha una base di grandi proporzioni ed una considerevole quantità distaccata di effettivi. Dal 1995 la “convivenza”, accettata o imposta, fa parte della quotidianità.
San Quintín, che non dista molto da La Realidad, sull’altra sponda del fiume Jataté, ha deciso di proibire l’ingresso dei soldati nel villaggio. “Come abbiamo saputo, non è permesso loro di andare nei negozi e se hanno bisogno di acquistare qualcosa, i soldati devono incaricare qualcuno”.
Settimane fa, a San Quintín, un gruppo di militari in stato di ebbrezza ha dato scandalo e sparato. Per gli indigeni è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Le storie di molestie sessuali e prostituzione erano abituali in questa comunità ben servita dal governo già da prima dell’insurrezione zapatista e virtualmente occupata dai soldati delle forze armate più di 14 anni fa.
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)