• Home
  • ARCHIVIO NOTIZIE E COMUNICATI EZLN 2009-2023
  • ARTICOLI, SAGGI, ANALISI
  • Ayotzinapa: Crimine di Stato
  • COMUNICATI CCRI-CG DELL’EZLN 1994-2023
  • Convenzione Nazionale Democratica EZLN 1994
  • CONVERSATORIO (o semenzaio): “Sguardi, Ascolti e Parole: Proibito Pensare?” 15-25 aprile 2018
  • Convocazione Incontro Reti di Appoggio al CIG 2-5 agosto 2018.
  • Escuelita Zapatista
  • Festival CompArte Luglio 2016
  • Festival CompArte Luglio 2017
  • Festival CoScienze 2016
  • Festival CoScienze 2017
  • Incontri Internazionali di Ribellioni e Resistenze 2024-2025 – PRIMA SESSIONE DICEMBRE 2024 GENNAIO 2025
  • INCONTRO DI ARTE (Rebel y Revel) 13-19 APRILE 2025
  • La Gira Zapatista a Europa 2020-2021
  • Libro: Il Pensiero Critico di fronte all’Idra Capitalista
  • Notizie dal Chiapas e dal Messico
  • Primo e Secondo Festival Internazionale delle Donne che Lottano Novembre 2018 e Dicembre 2019
  • Primo Festival del Cinema 2-9 Novembre 2018 e Secondo Festival del Cinema 7-14 Dicembre 2019
  • Primo Festival Mondiale delle Resistenze e Ribellioni contro il Capitalismo
  • Seminario “I Muri del Capitale, Le Crepe della Sinistra”
  • Seminario “Il Pensiero Critico di fronte all’Idra Capitalista”
  • Solidarietà

Comitato Chiapas "Maribel"

Dalle Montagne del Sud-Est Messicano

Feeds:
Articoli
Commenti
EZLN esorta all’organizzazione. »

Primo Vento: una degna gioventù arrabbiata

2 gennaio 2009 di Comitato Chiapas "Maribel" Bergamo

SETTE VENTI NEI CALENDARI E GEOGRAFIE IN BASSO.

Primo Vento: una degna gioventù arrabbiata

Buona sera.

Sintrófisa, síntrofe, Ekseyerméni Eláda. Emís, i pió mikrí, apó aftí ti goniá tu kósmu se jeretáme.

Déksu ton sevasmó mas ke ton zavmasmó mas giaftó pu skéftese ke kánis. Apó makriá mazménume apó séna. Efjaristúme.

(Spero di non aver detto qualcosa di sconvenienza, quello che volevo dire è “Compagna, compagno, Grecia ribelle. Noi, i più piccoli, da questo angolo del mondo ti salutiamo. Ricevi il nostro rispetto ed ammirazione per quello che pensi e fai. Da lontano impariamo da te. Grazie”.)

I

Delle violenze e di altre cose.

Da molto tempo il problema dei calendari e delle geografie ha svelato e scoperto il Potere. Negli uni e nelle altre si è visto (e si vedrà) come il suo brillante ingranaggio di dominazione si blocca e scompone. Per questo motivo bisogna fare molta attenzione a maneggiare le geografie ed i calendari.

Nelle geografie può sembrare più chiaro: nel suo rozzo trucco, che questo Festival ha scoperto, la Grecia è molto lontana dal Chiapas. E nelle scuole si insegna che il Messico è separato da un oceano dalla Francia, dai Paesi Baschi, dallo Stato Spagnolo, dall’Italia. E se guardiamo una mappa, possiamo notare che New York è molto a nord del Chiapas indigeno messicano. Qualcosa che qualche ora fa è stato confutato dalle compagne e compagni della Movimento Justicia para el Barrio. E l’Argentina è molto a sud di questa terra, cosa che ha sfidato il compagno di Solano che ha appena parlato.

Ma né sopra né sotto c’è questa separazione. La brutale globalizzazione neoliberista, la IV Guerra Mondiale come la chiamiamo noi zapatisti, ha messo i luoghi più distanti in simultaneità spaziale e temporale per il flusso di ricchezze… e per la loro appropriazione.

Non più i racconti fantasiosi sui presunti eroici scopritori-conquistatori che vincevano con la spada e la croce la debolezza di chi veniva “civilizzato”. Invece delle tre caravelle, una calcolatrice ad alta velocità. Invece di Hernán Cortés, un burattino fatto governo in ogni angolo del pianeta. Invece di spade e croci, un macchinario di distruzione di massa ed una cultura che ha in comune con il “fast food” non solo la sua onnipresenza (McDonalds, come dio, c’è ovunque), ma anche la sua difficile digestione ed il suo inesistente potere nutritivo.

Questa stessa globalizzazione fa sì che le bombe dei governi israeliano e nordamericano cadano su Gaza e nello stesso tempo scuotano il mondo intero.

Con la globalizzazione il mondo intero dell’alto è alla nostra portata… per meglio dire, ai nostri occhi ed alla nostra coscienza. Le bombe che assassinano civili palestinesi sono anche un’avvertenza che bisogna imparare ed assimilare. E la scarpata a Bush in Iraq può essere riprodotta in quasi qualsiasi angolo del pianeta.

E tutto passa dal culto dell’individuale. L’entusiasmo che ha risvegliato tra i benpensanti la scarpata a Bush (che evidenzia solo la pessima mira del giornalista) è plaudire un gesto coraggioso ma inutile e ininfluente per la cosa fondamentale, come settimane dopo dimostra l’appoggio del governo di Bush al crimine che il governo israeliano perpetra in territorio palestinese… e, perdonate se deludo qualcuno che ha acceso le candele ai piedi dell’immagine di Barack Obama, che il successore di Bush appoggia.

E mentre la scarsa mira in Iraq provoca applausi, l’insurrezione in Grecia provoca preoccupazioni: “C’è il pericolo”, allertano ed esorcizzano, “che la ribellione in Grecia si estenda al resto d’Europa”.

Abbiamo sentito e letto quello che ci comunica la gioventù ribelle greca della sua lotta e quello che affronta. La stessa cosa di coloro che in Italia si preparano a resistere alla forza del governo. E la lotta quotidiana de@ nostr@ compagn@ nel nord del nord.

Di fronte a questo tutti là in alto tirano fuori i loro dizionari e cercano la parola “violenza” e la contrappongono a “istituzionalità”. E senza darle contesto, cioè, posizione di classe, accusano, giudicano e condannano.

E ci dicono che è violenta la gioventù greca che fa bruciare la penisola ellenica. Chiaro che si corregge, si mutila, si cancella il fatto che la polizia ha assassinato un ragazzo.

In Messico, nella geografia segnata dalla città con lo stesso nome, un governo di sinistra istituzionale ha assassinato un gruppo di giovani, adolescenti in maggioranza. Un settore dell’intellighenzia progressista ha mantenuto un silenzio complice adducendo che questo è stato per distrarre l’attenzione pubblica, sembra presa nel carnevale in cui si è trasformata la presunta difesa del petrolio. La successiva aggressione sessuale alle giovani donne nei locali della polizia si è persa nel suono delle grancasse che annunciavano una consultazione che poi è stata un fallimento. Invece, non si è condannata la violenza della polizia che, contrariamente a quanto è stato detto, non ha agito in maniera disordinata. Questa polizia da anni è addestrata a reprimere, vessare ed abusare di giovani, venditori ambulanti, lavoratori e lavoratrici sessuali, di coloni e di tutto ciò che dissenta dal governo delle piste di ghiaccio, dei mega spettacoli in stile Fujimori e delle ricette per fare i biscotti. E non bisogna dimenticare che la dottrina che anima questa polizia è stata importata a Città del Messico dall’oggi presidente “legittimo” del Messico quando era capo di governo del DF.

A Città del Messico ed in Grecia i governi assassinano giovani.

Il tandem governativo Stati Uniti-Israele segna ora a Gaza il modello da seguire: è più efficace ucciderli quando sono bambini.

Già prima, in Messico, nel presente calendario saranno ormai 10 anni, giovani studenti della UNAM crearono un movimento che fece impazzire la sinistra benpensante che, isterica come oggi, li calunniò e screditò con ferocia. Ed anche allora si disse che era un movimento violento per distrarre l’attenzione dalla grigia campagna elettorale del grigio candidato presidenziale del grigio partito della rivoluzione democratica. Ora, 10 anni dopo, bisognerebbe ricordare che la UNAM continua ad essere pubblica e gratuita grazie all’impegno di quegli uomini e donne, ragazze e ragazzi chi oggi salutiamo.

Nel nostro addolorato Messico chi è al primo posto nell’uso ed abuso dell’abusato termine ‘violenza’ sono Felipe Calderón Hinojosa ed i mezzi di comunicazione che lo accompagnano (che sono sempre meno). Il signor Calderón, appassionato di giochi elettronici di strategia in tempo reale (il suo gioco preferito, l’ha dichiarato lui, è “L’Epoca degli Imperi”), ha deciso che, al posto di pane e circo, al popolo si doveva dare sangue. Siccome il circo già lo fanno i politici di professione ed il pane è molto caro, Calderón ha deciso, appoggiando una banda di narcotrafficanti, di fare la guerra all’altra banda. Violando la Costituzione ha messo l’esercito a svolgere compiti di polizia, di pubblico ministero, giudice, carceriere ed esecutore. Che stia perdendo questa guerra lo sa chiunque non sia del suo gabinetto. E che la morte del suo partner fu un omicidio lo sanno tutti, anche se non si scrive.

E nella sua guerra, le forze del governo di Calderón hanno nel loro conto l’omicidio di persone che non c’entravano niente, di bambini e di non nati.

Con Calderón alla guida il governo del Messico è un passo avanti a quelli di Stati Uniti ed Israele: lui li uccide quando ancora stanno nel ventre materno.

Ma si è detto, ed ancora lo ripetono annunciatori ed editorialisti, che si sarebbe usata la forza dello Stato per combattere la violenza del crimine organizzato.

E ancora una volta si è visto che è il crimine organizzato a guidare la forza dello Stato.

Forse tutto questo si tratta di un intelligente stratagemma di Calderón ed il suo obiettivo è distrarre l’attenzione della gente. Occupato com’è il pubblico col sanguinoso fallimento della guerra contro il narcotraffico, può essere che non si renda conto del fallimento calderonista in politica economica.

Ma torniamo alle condanne della violenza che arrivano dall’alto.

C’è un’ingannevole trasmutazione, una falsa tautologia: dicono di condannare la violenza ma in realtà condannano l’azione.

Per loro, quelli in alto, il dissenso è un male del calendario o, quando sfida anche questo, una patologia cerebrale che si cura, secondo alcuni, con molta concentrazione mentale, mettendosi in armonia con l’universo e così tutti siamo esseri umani… o cittadini.

Per questi violenti pacifisti tutti sono esseri umani: lo è la giovane greca che alza il braccio con una molotov in mano ed il poliziotto che uccide gli Alexis che sono stati nel mondo e lo saranno; lo è il bambino palestinese che piange al funerali dei suoi fratelli morti per le bombe israeliane ed il pilota dell’aeroplano di combattimento con la stella di David sulla fusoliera; lo è il signor George W Bush ed il clandestino assassinato dalla Border Patrol in Arizona, Stati Uniti; lo è il miliardario Carlos Slim e la cameriera di un Sanborns che deve viaggiare 3 o 4 ore per andare al lavoro e se arriva tardi la licenziano; lo è il signor Calderón che si dice capo dell’Esecutivo federale messicano, ed il contadino privato della sua terra; lo è il signor López Obrador e gli indigeni assassinati in Chiapas che non ha visto né sentito; lo è il signor Peña Nieto, predatore dello Stato del Messico ed il contadino Ignacio Del Valle, del FPDT, arrestato per aver difeso i poveri; infine, lo sono gli uomini e le donne che hanno la ricchezza ed il potere, e le donne e gli uomini che non hanno nient’altro che la loro degna rabbia.

E là in alto chiedono ed esigono: “Bisogna dire no alla violenza, da qualcunque parte venga”… facendo attenzione a porre l’enfasi se la violenza viene dal basso.

Secondo loro tutti e tutte devono mettersi in armonia affinché si risolvano le loro differenze e contrapposizioni e gridino: “anche il popolo armato è sfruttato”, riferendosi a soldati e poliziotti.

La nostra posizione di zapatisti è chiara. Non appoggiamo il pacifismo che si solleva affinché sia un altro a porgere l’altra guancia, né la violenza che si scatena quando sono altri che ci mettono i morti.

Noi siamo come siamo, con tutto il bene ed il male che portiamo dietro e che è nostra responsabilità.

Ma sarebbe ingenuo pensare che tutto il buono che abbiamo fatto, compreso il privilegio di ascoltarvi ed imparare da voi, si sarebbe raggiunto senza la preparazione di un intero decennio affinché sorgesse il Primo Gennaio come sorse 15 anni fa.

Non è stato con una marcia o un documento dei qui-sotto-frmatari che ci siamo fatti conoscere. E’ stato con un esercito armato, con i combattimenti contro le forze federali, con la resistenza armata che ci siamo fatti conoscere dal mondo.

Ed i nostri compagni e compagne caduti, morti e scomparsi, lo sono stati in una guerra violenta che non è cominciata 15 anni fa, ma 500 anni fa, 200 anni fa, 100 anni fa.

Non sto facendo un’apologia della violenza, sto segnalando un fatto verificabile: in guerra ci hanno conosciuto, in guerra siamo rimasti questi 15 anni, in guerra proseguiremo fino a che questo angolo del mondo chiamato Messico faccia suo il proprio destino, senza trappole, senza finzioni, senza simulazioni.

Il Potere nella violenza ha una risorsa di dominazione, ma ce l’ha anche nell’arte e nella cultura, nella conoscenza, nell’informazione, nel sistema di giustizia, nell’educazione, nella politica istituzionale e, ovviamente, nell’economia.

Ogni lotta, ogni movimento, nelle sue particolari geografie e calendari, deve ricorrere a diverse forme di lotta. Non è l’unica e probabilmente non sarà la migliore, ma la violenza è una di queste.

È un bel gesto affrontare con i fiori le canne dei fucili, ci sono perfino fotografie che immortalano il gesto. Ma a volte è necessario fare che quei fucili cambino obiettivo e si dirigano verso l’alto.

L’accusatore e l’accusato.

Ci accusano di molte cose, è vero. E probabilmente siamo colpevoli di alcune, ma ora voglio soffermarmi su una:

Non abbiamo sparato all’orologio del tempo quel primo gennaio, né lo abbiamo trasformato in una festa nostalgica di sconfitta, come hanno fatto col 68 alcun@ di quella generazione in tutto il mondo, come hanno fatto in Messico con l’88 ed ora perfino col 2006. Su questo culto malaticcio per i calendari truccati tornerò poi.

Neppure abbiamo modificato la storia per rinominarla dicendo che siamo o fummo gli unici o i migliori, o entrambe le cose (che è ciò che fa quest’isteria di gruppo che è il movimento lopezobradorista, ma tornerò poi su questo).

C’è stato e c’è chi ci critica per non aver fatto il salto “nella realpolitik” quando i nostri buoni politici, cioè il nostro rating mediatico, offriva un buon prezzo per la nostra dignità sul mercato delle opzioni elettorali (non politiche).

Ci accusano, in concreto, di non aver ceduto alla seduzione del potere, ciò che è riuscita ad ottenere che gente molto brillante di sinistra dica e faccia cose che sarebbero una vergogna per chiunque.

Ci hanno anche accusato di “delirio” o “radicalismo” perché nella VI Dichiarazione denunciamo il sistema capitalista come la causa dei principali mali che angosciano l’umanità. Oggi non insistono più su questo, perché lo dicono perfino i portavoce del capitale finanziario di Wall Street.

Di sicuro, ora che tutto il mondo dice e ridice sulla crisi globale, bisognerebbe ricordare che già 13 anni fa, nel 1996, fu segnalata da uno scarabeo degno e rabbioso. Don Durito de La Lacandona, nella relazione più breve che ho ascoltato nella mia breve età, disse “il problema con la globalizzazione è che poi i globi esplodono”.

Ci accusano di non rintanarci nella sopravvivenza che, con sacrifici e l’appoggio di quelli in basso negli angoli del pianeta, abbiamo costruito in queste terre indie, e di non rinchiuderci in quello che le menti lucide (così si dicono) chiamano “il laboratorio zapatista” o “la comune della Lacandona”.

Ci accusano di venire fuori, sempre, per affrontare il Potere e cercare  altre, altri, voi, che lo affrontate senza false consolazioni né conformismi.

Ci accusano di essere sopravvissuti.

E non si riferiscono alla resistenza che 15 anni dopo ci permette di dire che continuiamo a lottare, non solo a vivere.

Quello che li disturba è che siamo sopravvissuti come altro riferimento della lotta, della riflessione critica, dell’etica politica.

Ci accusano, chi l’avrebbe detto, di non esserci arresi, di non esserci venduti, di non aver tentennato.

Ci accusano, insomma, di essere zapatisti dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

Oggi, 515 anni dopo, 200 anni dopo, 100 anni dopo, 25 anni dopo, 15 anni dopo, 5 anni dopo, 3 anni dopo, dichiariamo: siamo colpevoli.

E, dato che è il modo neozapatista, non solo lo confessiamo, ma lo celebriamo.

Non immaginavamo che questo avrebbe disturbato qualcuno che là in alto finge progressismo o si veste di una sinistra giallo scolorito o senza nemmeno colore, ma bisogna dirlo:

L’EZLN vive. Evviva l’EZLN!

Molte grazie.

Subcomandante Insurgente Marcos

Messico, 2 gennaio 2009

P.S. – Sette Racconti per Nessuno.

http://enlacezapatista.ezln.org.mx/comision-sexta/1201#Marcos

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra) Facebook
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra) Stampa
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra) E-mail
  • Fai clic per condividere su X (Si apre in una nuova finestra) X
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra) WhatsApp
Mi piace Caricamento...

Correlati

Pubblicato su Senza Categoria |

  • Articoli recenti

    • Convocazione al Semillero 26-30 dicembre 2025.
    • Un Tetto Comune.
    • Comunicato Urgente CNI ed EZLN.
    • Una rivoluzione nella rivoluzione – El Común Zapatista.
    • DENUNCIA DELL’ASSEMBLEA DEI COLLETTIVI DI GOVERNO AUTONOMO ZAPATISTI A.C.G.A.Z.
  • Archivi

    • novembre 2025
    • ottobre 2025
    • settembre 2025
    • agosto 2025
    • luglio 2025
    • giugno 2025
    • Maggio 2025
    • aprile 2025
    • marzo 2025
    • gennaio 2025
    • dicembre 2024
    • ottobre 2024
    • settembre 2024
    • agosto 2024
    • luglio 2024
    • giugno 2024
    • gennaio 2024
    • dicembre 2023
    • novembre 2023
    • ottobre 2023
    • luglio 2023
    • giugno 2023
    • aprile 2023
    • marzo 2023
    • gennaio 2023
    • ottobre 2022
    • agosto 2022
    • Maggio 2022
    • aprile 2022
    • marzo 2022
    • febbraio 2022
    • dicembre 2021
    • ottobre 2021
    • settembre 2021
    • agosto 2021
    • luglio 2021
    • giugno 2021
    • Maggio 2021
    • aprile 2021
    • marzo 2021
    • febbraio 2021
    • gennaio 2021
    • dicembre 2020
    • novembre 2020
    • ottobre 2020
    • settembre 2020
    • agosto 2020
    • luglio 2020
    • giugno 2020
    • Maggio 2020
    • aprile 2020
    • marzo 2020
    • febbraio 2020
    • gennaio 2020
    • dicembre 2019
    • novembre 2019
    • ottobre 2019
    • settembre 2019
    • agosto 2019
    • luglio 2019
    • giugno 2019
    • Maggio 2019
    • aprile 2019
    • marzo 2019
    • febbraio 2019
    • gennaio 2019
    • dicembre 2018
    • novembre 2018
    • ottobre 2018
    • settembre 2018
    • agosto 2018
    • luglio 2018
    • giugno 2018
    • Maggio 2018
    • aprile 2018
    • marzo 2018
    • febbraio 2018
    • gennaio 2018
    • dicembre 2017
    • novembre 2017
    • ottobre 2017
    • settembre 2017
    • agosto 2017
    • giugno 2017
    • Maggio 2017
    • aprile 2017
    • marzo 2017
    • febbraio 2017
    • gennaio 2017
    • dicembre 2016
    • novembre 2016
    • ottobre 2016
    • settembre 2016
    • agosto 2016
    • luglio 2016
    • giugno 2016
    • Maggio 2016
    • aprile 2016
    • marzo 2016
    • febbraio 2016
    • gennaio 2016
    • dicembre 2015
    • novembre 2015
    • settembre 2015
    • agosto 2015
    • luglio 2015
    • giugno 2015
    • Maggio 2015
    • aprile 2015
    • marzo 2015
    • febbraio 2015
    • gennaio 2015
    • dicembre 2014
    • novembre 2014
    • ottobre 2014
    • settembre 2014
    • agosto 2014
    • luglio 2014
    • giugno 2014
    • Maggio 2014
    • aprile 2014
    • marzo 2014
    • febbraio 2014
    • gennaio 2014
    • dicembre 2013
    • novembre 2013
    • ottobre 2013
    • settembre 2013
    • agosto 2013
    • luglio 2013
    • giugno 2013
    • Maggio 2013
    • aprile 2013
    • marzo 2013
    • febbraio 2013
    • gennaio 2013
    • dicembre 2012
    • novembre 2012
    • ottobre 2012
    • settembre 2012
    • agosto 2012
    • luglio 2012
    • giugno 2012
    • Maggio 2012
    • aprile 2012
    • marzo 2012
    • febbraio 2012
    • gennaio 2012
    • dicembre 2011
    • novembre 2011
    • ottobre 2011
    • settembre 2011
    • agosto 2011
    • luglio 2011
    • giugno 2011
    • Maggio 2011
    • aprile 2011
    • marzo 2011
    • febbraio 2011
    • gennaio 2011
    • dicembre 2010
    • novembre 2010
    • ottobre 2010
    • settembre 2010
    • agosto 2010
    • luglio 2010
    • giugno 2010
    • Maggio 2010
    • aprile 2010
    • marzo 2010
    • febbraio 2010
    • gennaio 2010
    • dicembre 2009
    • novembre 2009
    • ottobre 2009
    • settembre 2009
    • agosto 2009
    • luglio 2009
    • giugno 2009
    • Maggio 2009
    • aprile 2009
    • marzo 2009
    • febbraio 2009
    • gennaio 2009
  • Blogroll

    • <#20ZLN – 20 anni di zapatismo e liberazione>
    • <C.I.C.A. Collettivo Italia-Centro America>
    • <Caferebelde F.C.>
    • <Centro Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas>
    • <Consolato Ribelle del Messico>
    • <Coordinamento Toscano Zapatista>
    • <Desinformemonos> Rivista Internazionale di Controinformazione
    • <Enlace Zapatista>
    • <Europa Zapatista>
    • <Mailing List EZLN Italia>
    • <Progetto Libertario Flores Magón>
    • <Radio Onda D'Urto>
    • Junax Centro de Voluntari@s
  • Meta

    • Crea account
    • Accedi
    • Flusso di pubblicazione
    • Feed dei commenti
    • WordPress.com

Blog su WordPress.com.

WPThemes.


  • Ripubblica
  • Abbonati Abbonato
    • Comitato Chiapas "Maribel"
    • Unisciti ad altri 145 abbonati
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Comitato Chiapas "Maribel"
    • Abbonati Abbonato
    • Registrati
    • Accedi
    • Copia shortlink
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza articolo nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
%d