La Jornada – Venerdì 10 luglio 2009
Nel marzo scorso le aggressioni sono culminate con l’incendio delle case, denunciano le vittime
“Violenta espulsione “di 138 indigeni dell’ejido Damasco da parte dell’organizzazione paramilitare Opddic
L’organizzazione opera “apertamente coperta” dal segretario di Governo del Chiapas
Hermann Bellinghausen – Inviato
Dieci famiglie indigene – un totale di 138 persone – sono state espulse dall’ejido Damasco (municipio di Ocosingo, Chiapas) da membri dell’Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic). Oggi hanno denunciato i maltrattamenti subiti dal febbraio 2008 e che erano aumentati nel marzo scorso.
Gli aggressori, apertamente protetti dalla Segreteria di Governo statale e dal suo rappresentante nella regione, José Manuel Morales Vázquez (militante del PAN), hanno espulso “in maniera violenta” gli ejidatarios privandoli dei loro diritti agrari. Il gruppo della Opddic, “circa 30 persone”, è guidato dal commissario ejidale, Pablo Espinosa Jiménez, e da Miguel Hernández Gómez, che dicono di appartenere alla Opddic, riconosciuta come paramilitare in diverse parti della selva e della zona nord del Chiapas. “Hanno saccheggiato e rubato nelle nostre case, hanno completamente bruciato due magazzini”, denunciano le vittime.
“Tutto è cominciato nel febbraio del 2008, quando il delegato Morales Vázquez voleva raccogliere gente per entrare nel PAN, facendoci pressioni attraverso il commissario ejidale. Siccome non accettavamo, ci hanno intimidito e minacciato per un anno utilizzando tutti gli strumenti politici in possesso del rappresentante che utilizzò la radio per ricattarci e varie pattuglie della polizia di settore per spaventare le nostre famiglie”, aggiungono.
Le vittime sostengono di non appartenere a nessun partito politico, producono ed esportano miele d’api “in maniera indipendente” da più di 30 anni, oltre a falegnameria, allevamento di bestiame bovino e commercio. “Abbiamo migliorato la qualità della vita e questo ha suscitato invidia in certi leader, perché loro invece si dedicano solo alle estorsioni e a dipendere dal governo”.
Nel 1976 gli ejidatarios oggi espulsi acquisirono due casolari per un negozio ed un’officina di falegnameria. Lo scorso 17 marzo, mentre erano in udienza presso il Tribunale Unitario Agrario di Tuxtla Gutiérrez, quelli della Opddicc, che reclamano i citati casolari, “hanno avvertito il magistrato Rafael García Cimerman (sic) che se non avesse emesso una sentenza a loro favorevole, avrebbero subito ordinato di bruciare le nostre case; detto fatto, il commissario ha chiamato col cellulare Miguel Hernández Gómez ordinando di procedere come concordato”. Quel giorno hanno bruciato i magazzini, rubato e saccheggiato case e negozi, distrutto le forniture di acqua ed energia ed espulso le famiglie, “gettando le nostre cose ai bordi della strada”.
Quelli della Opddic – denunciano gli espulsi – “hanno legato come un animale” Francisco Bruno Méndez, un ragazzo minorenne, accusandolo di violenza e possesso di arma ad uso esclusivo dell’Esercito, mettendogli in tasca una pistola giocattolo e consegnandolo al Pubblico Ministero di Ocosingo. “Siccome era tutto falso, qualche giorno dopo l’hanno liberato. Hanno anche legato un altro ragazzo vicino a dove era stato appiccato il fuoco ai nostri magazzini per incolparlo dell’incendio.”
Le perdite materiali ammontano ad un milione e cinquecentomila pesos. Dalle strade di Palenque, dove “vivono” da allora, dicono: “Nessuno ci fa giustizia. Vogliamo pensare che non tutto il villaggio è coinvolto nella nostra espulsione, ma solo alcuni guidati dal commissario ejidale, dal consiglio di vigilanza e da un agente municipale, contro i quali alcuni privati hanno sporto denuncia per estorsione, minacce e fabbricazione di reati”. Denunciano il rappresentante del Governo “come autore intellettuale dello sgombero forzato”.
Questo 6 luglio hanno chiesto al Pubblico Ministero di Palenque di eseguire un mandato di cattura già emesso contro gli aggressori, quello che ha fatto al crocevia di Chancalá, ma per liberarli subito dopo un’ora. L’operazione è stata eseguita dal comandante Hugo Delgado che ha spiegò alle vittime di aver rilasciato quelli della Opddic “su ordini dall’alto, riferendosi al segretario generale di Governo a Tuxtla”, dichiarano gli sfollati.
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)
http://www.jornada.unam.mx/2009/07/10/index.php?section=politica&article=015n1pol