La Jornada – Giovedì 2 luglio 2009
Si tratta di una strada asfaltata da Tiontiepa a Chulum Juárez
Indigeni Choles di Tila protestano contro a costruzione della strada
“E’ a beneficio solo di altri mentre a noi ha rovinato le coltivazioni” affermano
HERMANN BELLINGHAUSEN
San Cristóbal de las Casas, Chis., 1º luglio. Contadini choles del municipio di Tila, aderenti all’Altra Campagna dell’EZLN, denunciano la costruzione di una strada che non porta loro nessun beneficio e sta distruggendo le loro terre nelle comunità Joljá Tiontiepa, Wilis Segunda Sección e Chulum Juárez, dove “il malgoverno e le sue imprese private distruggono come rapaci le nostre terre, piantagioni di caffè ed alberi da frutta”.
Queste comunità partecipano alla resistenza contro le alte tariffe elettriche all’interno dell’organizzazione Pueblos Unidos en Defensa de la Energía Eléctrica (Pudee). Il 22 aprile 2008 l’impresa costruttrice Desarrollo Mexicano, di Campeche, ha iniziato la costruzione della strada da Joljá Tiontiepa a Chulum Juárez, “colpendo la nostra vita come popoli indigeni distruggendo le nostre terre e coltivazioni”, affermano in un documento collettivo.
“Nella storia dei nostri antenati il malgoverno vuole sempre imporre la sua volontà ai popoli, non domanda e neanche chiede che cosa è la cosa migliore per il popolo, perché non gli importa, vuole distruggere le ricchezze naturali dove vivono le comunità. La strada fa bene solo al governo e a quelli che hanno l’auto, noi non ricaviamo beneficio e ci ha solo colpiti nelle nostre coltivazioni, il caffè è l’unica coltivazione che abbiamo e che ci aiuta a vivere.”
Estensioni significative delle loro colture, casolari e piantagioni di acahuales sono ormai inutilizzabili a causa dei lavori e dei materiali di riporto. “Per questi rapaci del governo lo sviluppo è distruggere gli indigeni, toglierci le nostre terre e costruire strade, hotel, centri turistici solo per guadagnare più denaro e farci lavorare come loro sguatteri, come vorrebbero fare con i nostri compagni e compagne tzeltales di San Sebastián Bachajón”.
(….).
Come hanno fatto altre comunità ed organizzazioni di diverse regioni indigene, i contadini choles in resistenza avvertono che se non saranno ascoltati “adotteremo altre misure”.
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)